Zsigmond Móricz (1879 – 1942), scrittore ungherese.
Citazioni su Zsigmond Móricz
- Di Sigismondo Moricz, romanziere veramente insigne, non è il caso di far parola, dato che al teatro non ha dedicato, se non molti anni fa, qualche scarsa e stanca ora la quale non conta. Il Moricz è sopratutto e solo un romanziere, e per la sua tendenza all'analisi, un sovrabondante, nel senso lirico, canoro, che al teatro non potrebbe offrire nulla di seriamente scenico e concreto. Non che io creda alle virtù tecniche (ci credo nell'ambito del teatro borghese); ma se una qualità deve ridondare a danno della drammatica, questa è la musicalità piena, con i suoi ingorghi o i suoi ampi fregi lirici, di cui il Moricz è maestro. (Gino Gori (scrittore))
- M. è da considerarsi il miglior rappresentante del naturalismo ungherese: egli descrive con verità il suo popolo e le sterili lotte fra i diversi strati sociali dei villaggi e delle città di provincia proponendosi anche, attraverso l'acuta analisi con cui mette in evidenza gli aspetti negativi, un'opera di rinnovamento sociale. L'esuberante potenza dei suoi personaggi corrisponde a quella del suo stile, istintivo e genuino. (Dizionario universale della letteratura contemporanea)
- M. è uno dei più efficaci narratori ungheresi del Novecento. Le sue opere ritraggono in prevalenza la vita dei contadini e degli abitanti dei villaggi del Nagy Alföld [Grande Pianura]. I suoi eroi sono spesso creature istintive e prepotenti, come Dani Turi, il protagonista di Sárarany, le cui energie sono condannate a esaurirsi nella lotta vana contro l'arido ambiente del villaggio. (Dizionario universale della letteratura contemporanea)
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