Ciro[ascoltando la televisione]: È fuori di testa. Mauro: Cosa? Ciro: Quello che sta succedendo. Completamente fuori di testa. Mauro: Ma cosa? Cosa?! Hanno sparato a una ragazzina di 22 anni e adesso vogliono venire qui a riprenderseli? Per me questo è fuori di testa!
Tom: Buongiorno. Lea: Buongiorno. Piacere, io sono Lea. Tom: Thomas, però mi chiamano tutti Tom. Lea: Allora, Thomas... Tom: Tom. Lea: Si accomodi. [Tom si siede] Allora, non so se conosce questa procedura. Tom: No. Lea: OK. Noi inizieremo con delle domande standard. Poi, piano piano, vedremo. Tom: OK, perfetto. Io adoro le domande standard, anche perché io fra poco avrei un impegno urgentissimo, quindi... Lea: OK. Allora, perché pensa di aver bisogno di fare uso di sostanze stupefacenti? Tom: Non ho capito. Lea: Perché fa uso di stupefacenti? Tom: Io non faccio uso di stupefacenti. Lea: È stato fermato mentre guidava ed è risultato positivo al test della marijuana. Tom: Spiego. Era un venerdì sera, stavo finendo un turno di lavoro piuttosto pesante e un mio dipendente si è acceso una canna, e io non permetto certe cose sul posto di lavoro. L'ho rimproverato e gli ho chiesto di andarsene via. Poi forse mi sono accorto di essere stato un po' brusco e quindi sono andato da lui, ho preso la canna, per fargli capire che non ce l'avevo proprio con lui, ho fatto un tiro, gliel'ho ridata, ho fatto un tiro e gli ho detto di non farlo mai più. poi ho preso il furgone perché avevo un appuntamento con un cliente, ho guidato, mi hanno fermato, m'hanno fatto il test, et voilà! Eccomi qua. Lea: L'uso di sostanze altera la sua percezione della realtà, ne è consapevole? Domanda standard. Tom: Perché ci stiamo dando del lei? Lea: È funzionale alla terapia che stiamo facendo. Tom: Ah! Questa è una terapia? Lea: Sì. Tom: Fico, pensavo fosse una stronzata burocratica fatta apposta per umiliare le persone. Lea: Qua nessuno vuole umiliare nessuno. Tom: Sì, però questa terapia è solamente un iter burocratico che mi serve per riavere la patente che mi serve per fare il mio lavoro. Non so se tutto è chiaro. Lea: Che lavoro fa? Tom: Allevatore e commerciante. Lea: Sono due lavori diversi. Tom: No, sono la stessa cosa. Lea: OK. E che cosa alleva e commercia? Tom: Vongole. Lea[ridacchia]: Mi scusi. Tom: Dai, è divertente, eh? E che c'è di così spiritoso? Lea: Non lo so, non me l'aspettavo. Tom: Be', per questo nemmeno io. Era il lavoro di mio fratello, e adesso è diventato il mio. Lea: Tu sei laureato, Tom, vero? Tom: Sì. Lea: In cosa? Tom: In lingue romanze. Lea: Bello. Tom: Sì, bello. Lea: E allevi vongole. Tom: E allevo vongole. Le vongole sono la prova che a volte non esiste un perché. Lea: Quindi tu ogni giorno hai a che fare con qualcosa che per te non ha un perché. Tom: Ma sei seria? Lea: Sì. Sto sintetizzando quello che hai appena detto. Tom: Va bene. Senti una cosa, Lea. Facciamo così. Se io un giorno dovessi fare una terapia, sei la prima che contatto. Cioè, ti tengo presente, giuro. Però il punto è che adesso tu sei qui per firmare un cazzo di foglio che mi serve per avere la patente, [Lea protesta per il tono del linguaggio] va bene? [Lea protesta ancora] E pensa la cosa incredibile: che sei pure pagata per questo! Lea: No, non penso niente! Va bene un cazzo! Tom: Sei pagata, magari male... Lea: Ma come ti permetti?! Tom: ...ma sei pagata. Lea: Ma che cazzo me ne frega a me della patente... Tom: E sai da chi sei pagata? Pensa la cosa straordinaria: dalle mie tasse! Lea: Cazzo me ne frega delle tue tasse?! Questa è una terapia vera, va bene? Tom: Una terapia, va bene. Lea: Allora: rapporto con il padre. Tom: Bellissimo. Lea: Con la madre? Tom: Perfetto. Lea[timbra un foglio, lo strappa dal blocco e lo porge a Tom]: Ecco qua. Tom: Cos'è? Lea: Puoi riavere la tua patente con questo. Tom: Fine terapia? Lea: Fine terapia. Tom: Breve. Lea: Brevissima. Tom: Che t'avevo detto? Non era difficilissimo. Ciao. [si alza e fa per andarsene] Senti, scusa se te lo chiedo, ma... a te ti piace fare 'sto lavoro? [Lea esita] Vado.
Mauro[ascoltando la televisione]: Ma sì, ma sì, ma sì! Ma se deve venire questa guerra, che venga! Se deve succedere, che succeda! Anzi, posso dire? Preferisco essere qua, insieme alla mia gente, ad aspettare che arrivi, piuttosto che stare a spinare birra di notte, da solo, davanti a quattro alcolisti del cazzo. Il Piccolo: Be', però, dai, la guerra non è mai una soluzione, no? Credo. Mauro: Ah, no? Allora, sentiamo, qual è la soluzione, scusami, la pace sempre e comunque? Anche quando tutto intorno arriva a fare sempre più schifo? Guarda come ci hanno ridotto più di settant'anni di pace! Una merda ci hanno ridotto. Guardaci! Noi mangiamo, parliamo, ingrassiamo, guardiamo serie TV che neanche sappiamo più di che cazzo parlino! Compriamo smartphone che si guastano dopo due anni! Lavoriamo come stronzi e non guadagniamo un cazzo! [sbuffa] Come maschi siamo così depressi che tra un po' ci verranno le cose lì, le... le mestruazioni. Ma tienitela te la tua pace! Noi il massimo lo abbiamo sempre dato o in guerra o subito dopo. Il Piccolo: Sì, però prima ci siamo dovuti prendere un bel po' di bombe eh, ma da tutti quanti! Mauro: Cosa vuol dire? Quando ci ha invaso Hitler, cos'avremmo dovuto fare? Dirgli: "Prego, si accomodi", oppure combatterlo con candeline, canzoni e... e... e slogan tipo "Hitler back home"? Il Piccolo: Però, per essere corretti, noi con Hitler ci eravamo pure alleati. Mauro: Sì, è vero. Poi ci abbiamo pensato e ci siamo tolti. Va bene? Ci siamo tolti o no? Gli altri paramilitari: Sì. Mauro: E comunque, che cazzo, ci stavano invadendo. Punto! E noi cosa facciamo? Beviamo sangria fino alla fine dei nostri giorni? Noi e i nostri figli? Eh? Manlio: Ma tu non ce l'hai figli, Mauro. Mauro: Cazzo, Manlio! È un'immagine, cazzo! Se c'invadono, io difendo il mio Paese, la mia terra, la mia gente e pure i miei figli, anche se non ce li ho. Hai capito? E vaffanculo!
Tom: Scusi. Scusi. [i musicisti smettono di suonare] Ma... posso sapere che cosa ci fate qui? Prima violinista: Ma... che cosa ci fa lei qua dentro? Tutto armato! Ma chi le ha dato il permesso di entrare? Tom: Siamo paramilitari, signora, ufficialmente designati dall'esercito italiano, e siamo qui perché dobbiamo difendere i diritti delle persone... Prima violinista: E da chi ci dovrebbe difendere, giovanotto? Da lei? Tom: Signora, là fuori c'è una cosa che si chiama "allerta guerra". Ed è una cosa molto seria, e grave. Posso sapere se siete tutti consapevoli della situazione in cui vi trovate? Musicisti: Sì, certo. Tom: Ah. Prima violinista: Siamo tutti perfettamente consapevoli della minaccia di una guerra folle e insensata. E secondo lei, perché siamo qui a fare quello che stiamo facendo? Tom: Onestamente è una bella domanda, signora. Me la stavo facendo pure io, giuro. Prima violinista: Ma è semplice. Per fermarla. [i musicisti riprendono a suonare]
Attilio: Ma chi ha detto che le terme facevano bene? Lea: Tu. Attilio: Cazzata. [tossisce] Ascoltami, Lea. Senti questa storia, dimmi se ti piace. Ex generale dell'aeronautica, adesso viceministro, ma soprattutto un padre. Un padre infelice, che non parla con sua figlia da più di un anno. Una figura incredibilmente patetica. Sua figlia gli regala un trattamento in una spa, per i suoi dolori alla schiena. Si preoccupa per lui. E lui, all'idea di ritrovare il suo affetto, nel delirio di quello che sta succedendo, fa uno strappo al protocollo. Vuole vedere sua figlia da solo, senza scorta. Ah, se scoppia una guerra, quando la rivedrà? Se la rivedrà. E così ci casca, come un vecchio patetico, appunto. Non poteva immaginare che lei l'avrebbe rinchiuso, torturato per giorni, ah? Con una crudeltà inaspettata, fino a piegarne ogni sua volontà. Lui non ha tradito la patria, no. Le forze armate, no. È soltanto caduto nel tranello di una figlia disgraziata che temeva di non rivedere mai più, e così evita l'accusa di alto tradimento. Eh? Perfetto, vero? Perfetto! Per i francesi tu sarai un'eroina, e così sarai al sicuro. Io non sarò più niente, ma mi sta bene. Non voglio essere responsabile di una guerra idiota, voluta da dei politici idioti. Hai chiamato Grégoire, vero? Lea: Sì. Attilio: Io gli darò i codici degli aerei italiani. E se gli altri hanno i nostri codici, gli aerei italiani rimarrebbero... Lea: Ground. Attilio: Ground. A terra, esatto. E perché non decollerebbe nessuno? Lea: Perché verrebbero abbattuti tutti, e lo sanno. Attilio: E noi... Attilio e Lea[insieme]: ...fermeremo la guerra... Attilio: ...senza... Lea: ...sparare un colpo. Attilio: Esatto. Soltanto tu potevi fare una cosa così. Tu sei la mia soldatessa. Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Lea: Io volevo solo essere tua figlia! Attilio: Lea! Pensa ai figli. Fregatene dei padri. Quelli ormai se ne sono andati. Vai, adesso, e ferma questa guerra. Adesso!