Vittorio Santoli (1901 – 1971), germanista, filologo, docente universitario, scrittore e studioso di poesia popolare.
- Difficile però trovare un contrasto maggiore di quello fra l'ideale winckelmanniano di una «nobile semplicità e silenziosa grandezza» e le qualità più native del prosatore fràncone la cui lussureggiante immaginazione, rifiutando ogni scelta, si compiace di giustapporre combinare e accumulare l'eterogeneo entro schemi compositivi che stanno al polo opposto della geometria e dell'armonia. L'ideale aristocratico della distinzione non era quello di Jean Paul (in La letteratura tedesca moderna, p. 207)
- [...] la deformazione, nel senso del buffo del comico e del caricaturale, ha nello scrittore tedesco [Jean Paul] un'origine radicalmente religiosa. Il mondo degli uomini, osservato con attenta minuzia, è in fondo irreale e illusorio al paragone delle cose eterne e di Dio. Visti contro questa luce, i personaggi si riducono a marionette; la storia, anche la più illustre, a un sogno o a un'ombra; e i suoi resti si sciolgono nella sempiternità del creato. (in La letteratura tedesca moderna, p. 210)
- Vittorio Santoli, La letteratura tedesca moderna, con un'analisi della letteratura contemporanea di Marianello Marianelli, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1971.