- In questo libro [...] non si parla a sufficienza di Maria, forse per amore ecumenico verso i protestanti ama anche per una sorta di pudore dell'autore, che, pure [...] la invoca nel silenzio della sua anima e la considera il modello di chi «ascolta la Parola e la mette in pratica».
- In un tempo che apprezza più l'avere che l'essere, anzi più ancora l'apparire, chi non fa affidamento sul potere e sull'apparenza deve essere credibile.
- Io sento il bisogno della lentezza (sempre più forte).
- Lo studio, la possibilità di svolgere una professione che possa essere utile al riscatto dei poveri e degli ultimi, sono il terreno e gli strumenti per tener fede ai nostri sogni, alla nostra vocazione.
- La Chiesa non intende più dominare la società, ma camminare con gli uomini.
- Molti cristiani vivono senza risurrezione.
- Noi sappiamo che la fede non è né una camomilla né una consolazione, ma una fonte di interrogativi, di inquietudini, di non appagamento.
- Se [coltivare ragione e fede] ci toglie qualche ora di pub o di calcetto, festicciole in casa di amici o di shopping (anche alternativo), ci permette però di dare serenità ai nostri interrogativi, ai nostri sacrosanti dubbi.
- Se studio, se faccio l'intellettuale, se scrivo, se sono autorevole, fammi comunque restare un po' bambino.
- Senza studio si rischia di essere dalla parte dei carnefici, degli sfruttatori, o, per lo meno, se proprio non vogliamo esagerare, dalla parte degli spettatori impotenti.
- Sento il dovere morale di restituire i privilegi che mi sono stati regalati «alla corte di mio padre».
[Paolo Giuntella, Strada verso la libertà, Paoline, 2004]