Nella storia di Enea sono fusi sia il carattere guerresco dell'Iliade sia le peregrinazioni dell'Odissea [...]. (da L'«Eneide» di Virgilio nella traduzione di Šeršenevič)
Nelle opere del sig. Dostoevskij ritroviamo un tratto comune, presente in una certa misura in quasi tutte le sue opere: è la sofferenza di fronte all'uomo che non si riconosce abbastanza forte o, addirittura, non si ritiene a volte neanche in diritto di essere uomo, uomo vero, completo, indipendente. (da Gli oppressi)
Un'opera letteraria è sincera, autentica – e non scritta su commissione – solo allorquando un interrogativo, un enigma non ancora risolto per l'autore stesso costituiscono il punto di partenza e la soluzione estrema di un determinato fatto. Ma i talenti vigorosi abbracciano nella loro opera creatrice la profondità della vita a un punto tale che la semplice esposizione dei fatti e dei rapporti, così come viene presentata dall'artista, conduce da sola alla soluzione. (da Gli oppressi)
Eppure è proprio questo il merito dell'artista: egli ci fa capire che il cieco non è del tutto cieco; trova in uno stupido sprazzi del più evidente buon senso e in un uomo abbattuto, sconfitto, senza personalità ci mostra le aspirazioni vive e irresistibili della natura umana, scopre negli animi più nascosti della sua anima la protesta segreta del suo essere contro un peso imposto dall'esterno, e sottopone tutto ciò al nostro giudizio e alla nostra compassione. (da Gli oppressi)
Nikolaj Dobroljubov, Saggi critici, traduzione di Luisa Capo, Edizioni Raduga, Mosca, 1986. ISBN 5-05-000802-6.