Si tratta di un momento storico per la mia generazione, per la mia comunità, perché cominciamo ad assistere ad una maggiore inclusività rappresentativa nei media mainstream. Oggi siamo arrivati a un punto in cui in televisione ci sono donne che quando ero piccola non si vedevano. Al tempo non pensavo di poter diventare un'attrice perché non vedevo nessuna sullo schermo che mi assomigliasse.
La prima cosa che mi ha colpito di Hightown[la serie Tv ambientata a Cape Cod in cui interpreta Jackie] è stata il soggetto. La serie affronta un argomento complesso e cupo che è l'epidemia di oppiacei negli Stati Uniti. Volevo essere parte di qualcosa di rilevante ai tempi che stiamo vivendo. Il personaggio di Jackie ha molte sfaccettature, è complesso: lei è una donna con molta sofferenza e che scappa dal proprio dolore. Sono attratta dall'interpretare personaggi in lotta coi loro demoni interiori perché credo che rappresentino autenticamente le persone della vita reale.
La storia di Jackie non è incentrata sulla sessualità o sull'etnia, bensì sulle disfunzioni intime e profonde di questo personaggio, sui suoi obiettivi, e sulla sua capacità di superarle per trovare redenzione. Sono entusiasta che una donna che mi assomiglia e che prova le mie stesse emozioni possa raccontare una storia che non riguardi soltanto il colore della mia pelle, il mio sangue o o il mio orientamento sessuale.