Un approccio "teologico" non dice soltanto il genere di contenuti che ci si può aspettare di sentire esporre; piuttosto denota la forma del discorso, la prospettiva.
La rivelazione è parola ed evento di salvezza che si comunica e si fa conoscere e, nello stesso tempo, grazia che tocca il cuore dell'uomo e lo dispone a riconoscere e accogliere il dono di Dio.
Gesù Cristo offre e comunica la possibilità di credere, sperimentando lui per primo e mostrando come si vive di fede.
Gesù si presenta come l'origine e il modello della fede.
È l'esperienza di Gesù, con il suo carattere originario e fondante, a conferire alla tradizione culturale e religiosa ebraica tutto il valore che noi ora le riconosciamo.
Per noi l'ebraismo ha un valore inestimabile e una preziosità incomparabile non perché siamo ebrei, ma perché Gesù è un ebreo e noi lo possiamo capire e accogliere pienamente solo se facciamo nostro anche il suo essere ebreo.
Solo a partire da una sintesi culturalmente compiuta diventa possibile trasmettere e assumere la fede dentro un nuovo contesto culturale.
L'illusione di radice illuministica, a ondate ritornante, è di poter distillare astoricamente una origine cristiana pura, scevra da ogni contaminazione teologica e quindi culturale.
La Chiesa con la sua storia è una sintesi vivente di fede e cultura universale entro cui convivono armonicamente molteplici sintesi di fede e culture etnicamente e antropologicamente caratterizzate.