[In risposta ad alcuni Spartani, che gli chiedevano come avrebbero potuto respingere i nemici] Ci riuscirete, se rimarrete poveri e se nessuno di voi vorrà essere più importante degli altri. (228 E)
[In risposta ad un tale che gli chiedeva perché affaticava il corpo delle ragazze con la corsa, la lotta, il lancio del disco e del giavellotto] Così i loro bambini avranno una radice robusta in un corpo sano, e potranno svilupparsi bene; e loro stesse avranno la forza di sopportare il parto e resisteranno facilmente alle doglie. In caso di necessità, poi, saranno in grado di battersi per se stesse, per i loro figli e per la patria. (227 D)
[In risposta ad un tale che gli chiedeva perché aveva stabilito che i sacrifici agli dei fossero così piccoli e modesti] Così saremo sempre in grado di onorare la divinità. (228 C-D)
[In risposta ad un tale che pretendeva di instaurare la democrazia a Sparta] Instaura tu per primo la democrazia in casa tua. (228 C)
[In risposta ad un tale che gli chiedeva perché aveva disposto che le ragazze si sposassero senza dote] Non deve succedere che una sia trascurata perché è povera o un'altra sia ambita perché è ricca. Gli uomini devono guardare il carattere di una ragazza e fare la scelta in base alla sua virtù. (227 F-228 A)
[In risposta ad un tale che gli chiedeva perché aveva proibito di spogliare i nemici morti] Non voglio che i miei si disinteressino della battaglia per dedicarsi al bottino: meglio che si conservino poveri e che rimangano al loro posto. (228 F-229 A)
[In risposta a chi gli domandava perché aveva consentito agli Spartani di partecipare solo alle gare dove non era previsto il segnale di resa col braccio alzato] No voglio che nessuno di loro si abitui ad abbandonare la partita quando è in difficoltà. (228 D)
[In risposta a chi gli chiedevano perché non aveva introdotto leggi scritte] Perché quelli cresciuti ed educati secondo una giusta disciplina capiscono benissimo quel che si deve fare in ogni circostanza. (227 C)
[In risposta a chi gli chiedeva perché aveva imposto che per i tetti delle case si facesse uso solo della scure e per le porte solo della sega] Perché voglio che i cittadini usino moderazione in tutto ciò che portano in casa, e non possiedano nessuno di quei beni che in altre città sono oggetto di invidia. (227 B-C)
[In risposta a chi gli chiedeva perché aveva proibito di combattere troppo spesso contro gli stessi nemici] Per evitare che si addestrino troppo nella difesa e diventino esperti combattenti. (227 C-D)
[In risposta ad un tale che gli chiedeva perché aveva fissato l'età del matrimonio sia per gli uomini sia per le donne] Per far nascere figli sani da genitori vigorosi. (228 A)
[In risposta a chi criticava l'usanza di mandare le ragazze in processione nude e ne chiedeva il motivo] Voglio che le ragazze seguano la stessa educazione dei maschi, in modo che non siano inferiori né per vigoria fisica e salute né per dirittura morale e virtù; e voglio che si disinteressino di quel che gli altri pensano di loro. (227 E)
Bisogna sapere che a Sparta regnava un'abominevole disparità di condizioni sociali tra i cittadini e vi si aggirava un gran numero di diseredati, che non possedevano un palmo di terra, perché tutta la ricchezza era concentrata nelle mani di poche persone... Licurgo ripartì il territorio della Laconia in 30.000 lotti, dati in assegnazione agli abitanti del contado, i Perieci, e quello dipendente dalla città in 9.000, quanti erano gli Spartani veri e propri. (Plutarco)
Così a proposito vedendo uno buono cittadino la perdizione della sua patria e conoscendo quale sia el riparo, debbe innanzi a ogni cosa pensare se e' lo possi introdurre colle persuasioni e co' modi civili ed usitati nelle republiche; e' quali quando non servono ed è necessaria la forza, debbe più tosto usarla che lasciare perdere el tutto, e fare un poco di violenzia breve alle legge ed alla libertà per conservarle lungamente. E che questa opinione sia vera, lo mostra oltre alla ragione, lo esemplo di Licurgo, el quale non con altro modo dette principio a quelle legge memorabile che colla forza e colle arme; omo certo santissimo ed ammirabile, e che, essendosi mosso sanza alcuno respetto di sé, ma solo per el beneficio publico, non arebbe tentata questa via se non la avessi conosciuta lecita o permessa. (Francesco Guicciardini)
Plutarco, Le virtù di Sparta (Apophthegmata Laconica), traduzione di Giuseppe Zanetto, Adelphi, 1996. ISBN 978-88-459-1208-5