Non ti ho dato niente. È strano come soltanto oggi mi rendo conto di quanto ciò che si dà agli altri finisca con il giovare a se stessi. (Giovanni)
Preferivo averti così, come una cosa che nessuno poteva togliermi perché ero il solo a possederla. Una tua immagine per sempre. Oltre il tuo volto vedevo qualcosa di più puro e di più profondo in cui mi specchiavo. (Lidia legge una lettera di Giovanni)
Sono piena di vizi. Ma senza praticarne nessuno. (Valentina)
Giovanni: Tommaso, ti disturbiamo? Tommaso: Ah, carissimi, venite. Lidia... Lidia: Ciao Tommaso. Giovanni: Come va? Tommaso: Operazione riuscita, il paziente è morto. Sedete. Allora che cosa mi raccontate? Ho letto che oggi presentano il tuo libro, sei contento? Giovanni: Per favore non parlarmene. Tommaso: Perché no? Sono cose che si devono fare e poi però che conta è il libro.
Lidia: Cosa vuoi che ti dica? Che è stato ignobile da parte tua? Che mi fai orrore? No. Ti capisco, eri sconvolto. Ma non parliamone più. Mi dispiace. Forse quella ragazza adesso è felice. Giovanni: Perché? Lidia: Perché è irresponsabile.
Lidia: Com'è l'ambiente? È interessante? Giovanni: Abbastanza. Senti, ma è possibile che tu non ti diverta mai? Lidia: Io mi diverto così. Anche lì in casa c'è una ragazza che sta bene da sola. È lei che legge 'I sonnambuli'. Giovanni: Hmm. Lidia: Ed è anche una bella ragazza.
Giovanni: La vita sarebbe sopportabile se non ci fossero i piaceri. Lidia: E' tua? Giovanni: No, io non ho più idee, ho soltanto memorie.