Sacerdote: Io ti battezzo Catherine, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Jane Austen: Nessuno che avesse conosciuto Catherine Morland da bambina, avrebbe potuto mai immaginare che fosse destinata a diventare un'eroina. La sua posizione sociale, il carattere del padre e della madre, il suo aspetto e persino il suo carattere. Tutto era contro di lei. Una famiglia di dieci figli è sempre da considerare una bella famiglia, se vi sono teste, braccia e gambe in numero giusto. Di fatto però i Morland erano decisamente insignificanti e Catherine per molti anni della sua vita, fu insignificante anche lei. Non c'era da meravigliarsi che Catherine, che per natura nulla aveva di eroico, preferisse il cricket e la palla alle bambole e ai libri. A quindici anni il suo aspetto accennava a migliorare e cominciò ad esercitarsi a diventare un'eroina.
Affinché una giovane fanciulla diventi un'eroina, deve assolutamente accadere qualcosa di avventuroso sul suo cammino. (Jane Austen)
Rassegnati Catherine, bisognerà andare in giro per negozi, bisognerà spendere parecchi soldi. Credi di poter sopravvivere? (Mr Allen)
Penso che ci siano più vita, più verità e sentimento in un buon romanzo che in un centinaia di sermoni. (Henry Tilney)
Ho sempre ritenuto che l'ignoranza e il pregiudizio, non abbiano eguali nel formare la più convinta delle opinioni. (Henry Tilney)
Un segreto una volta svelato, perde il suo fascino e anche la sua pericolosità. (Henry Tilney)
Nostra madre soffrì moltissimo e per mano di nostro padre. Ricordate che vi ho parlato di una sorte di vampirismo? Forse è stato un modo stupido per esprimermi, ma noi l'abbiamo visto succhiarle la vita con la sua freddezza e la sua crudeltà. L'aveva sposata per i suoi soldi, lei pensava che fosse per amore. Solo dopo ha capito che il suo cuore era freddo. Niente vampiri, niente sangue. I crimini peggiori, sono i crimini del cuore. (Henry Tilney)
Catherine: Quante persone. Chissà chi sono e quali sono le loro storie. Mr Allen: Non so se vale la pena scoprirlo se scelgono di vagare per le strade, invece di star seduti a casa vicino a un bel fuoco.
Catherine: È piuttosto sgradevole non conoscere nessuno. Mrs Allen: Sì, mia cara. È decisamente sgradevole. Non si può conversare con nessuno a meno che non si venga presentati. Catherine: Ma chi ci presenterà qualcuno? Mrs Allen: Non ne ho la più pallida idea.
Henry Tilney: Perdonatemi, sono stato negligente nelle attenzioni proprie di un Cavaliere. Catherine: Quali sono? Henry Tilney: Non vi ho chiesto da quanto tempo siete a Bath. Se siete stata al teatro e al concerto. Catherine: Non sarebbe un po' noioso? Henry Tilney: Molto. Ma dobbiamo farlo. Siete pronta? Catherine: Sì! Henry Tilney: Da quanto tempo siete a Bath, Signorina?
Catherine: A me piace tantissimo leggere ma non credo che nel mondo reale sia pieno di rapimenti e delitti. Fantasmi con numerose catene, seduzioni e tutto il resto. Almeno. non da noi a Fullerton. Henry Tilney: Forse non ci saranno così tanti delitti e rapimenti. Ma cuori infranti? Tradimenti? Rancori di lunga data, progetti di vendetta? Paura, astio e disperazione, non sono nelle vite di tutti persino a Fullerton?
Isabella: Ditemi, cosa ve ne fate dei cuori? Gli uomini non hanno cuore. Capitano Frederick Tilney: Ma abbiamo gli occhi e ci danno abbastanza tormento.
Lascio a stabilire se la tendenza di quest'opera sia raccomandare la tirannia dei genitori o ricompensare la disobbedienza dei figli. (Jane Austen)