Chi è ugualmente tranquillo davanti ad amici e nemici, (ricevendo) adorazione e insulti, e durante le esperienze di caldo e freddo e di piacere e sofferenza; chi ha rinunciato all'attaccamento, considerando allo stesso modo lode e biasimo; chi è tranquillo e contento con qualunque cosa, non attaccato alla vita di casa, ed ha una natura calma e piena di devozione – questi Mi è caro.
Compi le azioni che costituiscono il tuo sacro dovere, perché l'azione è migliore dell'inattività. Anche il semplice mantenimento del corpo sarebbe impossibile senza attività.
Di questo mondo Io sono il Padre, la Madre, l'Avo, il Sostenitore, il Purificatore, il solo Oggetto di conoscenza, il Suono Cosmico Aum e anche la tradizione vedica (il Rig, Sama e Yajur-Veda).
È uno yogi eccelso chi guarda con mente equanime tutti gli uomini: benefattori, amici, nemici, stranieri, mediatori, esseri odiosi, parenti, peccatori e santi.
I sensi, dicono, sono superiori (al corpo fisico); la mente è superiore alle facoltà dei sensi; l'intelligenza è superiore alla mente; ma il Sé (Atman) è superiore all'intelligenza.
Io – il Non Manifesto – pervado l'intero universo. Tutte le creature risiedono in Me, ma Io non sono in esse.
Io sono estremamente caro al saggio, ed egli è estremamente caro a Me.
Percepisce la verità chi vede la conoscenza (Sankhya) e la pratica delle azioni (Yoga) come una cosa sola.
Radiosità di carattere, clemenza, pazienza, purezza, mancanza di odio e assenza di orgoglio – queste qualità, o Bharata, sono la ricchezza di chi ha inclinazioni divine.
Rimane per sempre in Me lo yogi che, ancorato nell'unità divina qualunque sia il suo modo di vita, Mi realizza presente in tutti gli esseri.
Rimanendo equanime nella felicità e nel dolore, nel guadagno e nella perdita, nella vittoria e nella sconfitta, affronta la battaglia della vita. Così non commetterai peccato.
Tu hai diritto soltanto all'azione, e mai ai frutti che derivano dalle azioni. Non considerarti il produttore dei frutti delle tue azioni, e non permettere a te stesso d'essere attaccato all'inattività.
Ti batterai sempre, anche se avrai tra i tuoi nemici tuo fratello e il tuo guru. Ti batterai sempre se senti che la verità è con te.[1]
Sree Krishna, The Lord of Love
Non cercare riposo su quel piano in cui le cose terrene danno vita a pensieri e desideri, perché se lo fai, verrai trascinato attraverso l'aspra selva della vita, che è estranea a Me. Ogni volta che senti che i tuoi piedi si stanno impigliando nelle ingarbugliate radici della vita, sappi allora che ti sei allontanato dal sentiero al quale Io ti chiamo, perché Io ti ho posto su sentieri larghi e piani che sono cosparsi di fiori. Ho posto davanti a te una luce che tu puoi seguire e cosí correre senza inciampare. (Bharati p. 212, Tolstoj p. 181)
O voi, che vedete perplessità sopra le vostre teste e sotto i vostri piedi, a destra e a sinistra! Voi sarete un eterno enigma per voi stessi, finché non diverrete umili e gioiosi come bambini. Allora Mi troverete, e avendo trovato Me in voi stessi, governerete i mondi, e guardando fuori dal grande mondo interno al piccolo mondo esterno, benedirete tutto ciò che esiste e troverete che tutto va bene nel tempo e in voi. (Bharati p. 164, Tolstoj p. 183)
La mia mano ha seminato amore in ogni parte, dando a tutti coloro che vogliono ricevere. Doni vengono offerti a tutti i miei figli, ma molte volte, nella loro cecità, essi non riescono a vederli. Come sono pochi quelli che raccolgono i doni che giacciono in abbondanza ai loro piedi; come sono numerosi invece quelli che, con volontaria ostinazione, allontanano gli occhi da questi doni e si lamentano, gemendo, di non avere ciò che Io ho dato loro! Molti di loro ripudiavano spavaldamente non solo i miei doni, ma anche Me: Me, la fonte di ogni bene e l'autore del loro essere. (Bharati p. 161, Tolstoj p. 185)
Non siate i distruttori di voi stessi. Elevatevi al vostro vero Essere, e allora non avrete nulla da temere. (Bharati p. 177, Tolstoj p. 188)
Chi sono Io? Io sono ciò che tu hai cercato fin da quando i tuoi occhi di neonato guardavano con stupore il mondo, il cui orizzonte non fa altro che nascondere ai tuoi occhi questa vita reale. Io sono ciò per cui nel tuo cuore tu hai pregato, ciò che tu hai rivendicato come tuo diritto di nascita, anche se non sapevi che cosa fosse. Io sono ciò che ha dimorato nella tua anima per centinaia e migliaia di anni. Qualche volta Io stavo in te in grande tristezza perché non mi riconoscevi; altre volte alzavo la testa, aprivo gli occhi e protendevo le braccia, chiamandoti talora teneramente e tranquillamente, talora con energia, esortandoti a ribellarti contro le dure, ferree catene della terra che ti tenevano legato alla creta. (Bharati p. 192, Tolstoj p. 190)
O voi che siete in catene e continuamente cercate e agognate la libertà, cercate soltanto l'amore. L'amore è la pace stessa, una pace che dà una soddisfazione completa. (Bharati p. 167, Tolstoj p. 193)
Figli, guardate i fiori ai vostri piedi; non calpestateli. Guardate l'amore che è in mezzo a voi e non ripudiatelo. (Bharati p. 178, Tolstoj p. 195)
Chi è purificato da una vera esclusiva devozione per il Beato – verificatasi, s'intende, grazie a una violenta caduta di potenza – è in verità colui che non desidera frutto alcuno e, interrogato perché se ne stia così senza far nulla, non risponde o meglio risponde col silenzio; e intanto, essendo la sua mente come dissolta e trapassata dall'intima devozione per il Beato, ha i peli drizzati, il corpo preso da un tremito convulso, gli occhi spalancati divenuti due polle di acqua. (Abhinavagupta)
Con me, che mi vergogno come al primo incontro, lui che mi fa arrendevole con cento furbe lusinghe, | che gli parlo con un sorriso dolce tenero, lui che scioglie la veste fine dai miei fianchi, | amica, fa' che l'uccisore di Keśin, sublime, negli affetti incostante, | si soddisfi con me, impazzita di fantasie d'amore. (Jayadeva)
Possiamo unirci nel glorificare il nome di Dio e se avete pregiudizi verso il nome di Kṛṣṇa, cantate "Cristo" o "Kṛṣta", non c'è differenza. (A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada)
Tu sei più grande di Brahma, il Creatore, che è scaturito da Te. O Essere Infinito, Dio degli dèi, Rifugio dell'universo, Tu sei l'Imperituro: il Manifesto, il Non Manifesto e Quello oltre (il Mistero Supremo)! (Bhagavadgītā)
Tutte le volte che l'ordine (dharma) vacilla, Krishna stesso si manifesta (IV, 7) e rivela, in maniera adeguata al determinato 'momento storico', questa saggezza atemporale (questa è la dottrina dell'avatār). (Mircea Eliade)
Bábá Premánand Bhárati, Sree Krishna, The Lord of Love, New York, 1904; citato in Lev Tolstoj, Lettera a un indú (1908), traduzione dal russo di Pier Cesare Bori; in Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj: un carteggio e dintorni, Il mulino, Bologna, 1985, pp. 181-197. ISBN 88-15-00793-8