Intervista di Massimiliano Di Russo, ubitennis.com, 30 settembre 2012.
Il mio idolo è sempre stato Roger Federer. Per me è il miglior tennista di tutti i tempi. Quando ci siamo incontrati a Basilea è stato semplicemente troppo forte per me. È dotato di un talento incredibile, sa far bene tutto, sentivo che non avevo alcuna possibilità di vincere. È stato comunque bello osservare da vicino il livello dei migliori giocatori del mondo. Non gli ho mai chiesto consigli perché ho un team intorno a me che ha questo compito, ma giocare contro di lui si rivela sempre un'ottima esperienza.
Quando ho raggiunto la top 20 ho avuto la possibilità di confrontarmi con giocatori di classifica più bassa. Se gioco con tennisti classificati intorno alla quarantesima/cinquantesima posizione sento che devo vincere. Questo a volte aumenta la pressione su di me. Ma se qualcuno mi chiedesse se sento pressione perché sono il miglior giocatore dell'Asia o del Giappone allora la mia risposta sarebbe negativa. Vivendo negli Stati Uniti non devo confrontarmi con i media nazionali o con i miei concittadini.
In Asia ci sono diversi giocatori di talento, tanti juniores che vincono tornei ITF e che improvvisamente scompaiono. Sono stato molto fortunato ad andare negli Stati Uniti quando ero molto giovane e a confrontarmi con avversari così diversi. I migliori prospetti vengono da Europa e Stati Uniti, motivo per cui i miei connazionali avrebbero bisogno di andare a giocare fuori dall'Asia. Negli Stati Uniti c'è grande professionalità. In Giappone si preferisce dare priorità allo studio, cosicché l'impegno sportivo professionale si rivela piuttosto difficile per i giovani.
È efficiente, se ha una palla break la sfrutta, è molto dinamico ed ha un grande gioco di gambe. (Nick Bollettieri)