Quando arrivi nel motomondiale è fatta. Il difficile è stato prima, quando non c'era un euro in banca e mia mamma e mio papà hanno fatto tutti i sacrifici possibili per portarmi dove sono ora.[1]
Nel 2006 sono entrato per la prima volta nel paddock della MotoGP a Valencia [ha ricordato Martín, che all'epoca aveva solo otto anni, ndr]. Ho incontrato Valentino e lui mi ha accarezzato sulla testa. Dopo questo, non mi sono lavato i capelli per una settimana.[2]
[Sugli strascichi dell'incidente nel Gran Premio del Portogallo 2021] Ora ho più paura di cadere e soprattutto ho più rispetto per gli infortuni. Credo che questo sia il grande cambiamento che sento quando corro. Se non vedo le cose chiare non spingo, preferisco tenermi un margine e non andare a terra, prima forse ero un po' più pazzo. Ma credo che mi abbia anche aiutato a essere più razionale e a riflettere meglio sulle cose prima di farle.[3]
Da un'intervista a El hormiguero, Antena 3; citato in gpone.com, 5 dicembre 2023.
Ho uno stile di guida particolare perché sono piccolo e non posso fare diversamente, se voglio che la moto giri devo appoggiarmi molto all'indietro. Prima si gira, prima si accelera.
Non faccio finta di essere amico degli altri, sono miei rivali. Quando sono in pista spingo sul gas [...]. La mia filosofia è "O vai tu o vado io". Ma sono comunque rispettoso, perchè qui stiamo rischiando la vita, è uno sport pericoloso, anche se sono il primo a non tirarsi mai indietro da una sfida.
[Sul motomondiale 2023] A Valencia venivo dopo un periodo difficile dalla Tailandia al Qatar, ogni volta che qualcosa non andava ero molto teso. A ottobre ero letteralmente ossessionato dall'idea di dover vincere. [...] Non penso di aver perso il titolo a Valencia, ciò che ancora mi fa male è la gara in Indonesia. Ero in testa con un vantaggio di tre secondi e con quel risultato, forse, avrei vinto il campionato del mondo. Sentirmi così superiore in quel momento, voler "umiliare" i miei avversari per così dire, mi ha fatto fallire. Ho imparato che si può vincere una gara anche per un secondo o due decimi, i punti rimangono gli stessi.
Jorge Martín mi ricorda in particolare tre piloti. So che potrebbe sorprendere, ma mi ricorda Loris Capirossi. Entrambi a livello fisico non sono molto alti, ma sono molto muscolosi ed esplosivi. Due pitbull, forti e aggressivi. In frenata mi ricorda Stoner, stacca tardi e rilascia i freni con molta decisione come faceva Casey. Nella postura a metà curva invece mi rivedo in Martín. Si separa molto dalla moto andando quasi a toccare l'asfalto con il braccio e la spalla, riesce ad essere molto veloce in percorrenza di curva [...], un pregio non indifferente. (Jorge Lorenzo)
↑ Da un'intervista al termine del Gran Premio di Stiria 2021; citato in giroveloce.it, 8 agosto 2021.