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Citazioni sul Gran Premio d'Europa 1999.
Il lunedì dopo il pazzesco Gran Premio d'Europa, il prode Ross Brawn andò a fare il pieno dal benzinaio che avevamo in comune, a Sassuolo. Il benzinaio si chiama Pancani ed è un mito local-popolare. Tifosissimo della Ferrari, tratta allo stesso modo Vip e perfetti sconosciuti. Un grande. Il lunedì post Ring arriva dunque Ross alla pompa. Pancani, ancora furibondo per gli eventi della domenica, chiede gentilmente a Brawn spiegazioni sull'accaduto. Il MangiaBanane, con aria contrita, racconta che il caos è stato generato dal fatto che proprio davanti a Irvine si era fermato a sostituire pneumatici il suo compagno Salo. L'incertezza meteo, tra acqua che andava e veniva, aveva innescato il patatrac. E la sparizione di una ruota di Eddie. Pancani il benzinaio ascolta compito la descrizione dei fatti e quindi fulmina Ross con una raffica alzo zero: scusi, sta per caso cercando di dirmi che Salo è rientrato in pista su cinque ruote?... Da quel giorno, Brawn non andò mai più a fare benzina da Pancani. (Leo Turrini)
[Sul ritiro di Frentzen] Le squadre avevano un sistema anti-stallo per evitare che la macchina si impantanasse e si fermasse. La chiave del sistema erano l'attivazione e la disattivazione manuale da parte del pilota [...]. Il suo ingegnere di pista, Sam Michael, gli ricordava via radio sempre di disattivare il sistema una volta lasciata la pit lane, ma in quell'occasione non lo fece e si concentrò sul comunicare [...] il margine di vantaggio su Ralf Schumacher. C'era molta pressione su Heinz, perché stava guidando la gara prima del suo pit stop. Si può immaginare come tutta l'attenzione fosse focalizzata sul far rientrare Heinz per primo in pista [...]. In un clima di tensione e adrenalina, probabilmente Sam aveva trascurato di impartire quell'istruzione ad Heinz [...] e il sistema non fu disabilitato. Quando l'auto fu riportata nel garage e si accese perfettamente al primo colpo, a tutti fu subito chiaro cosa era successo. È indescrivibile quale sia stata la sensazione nel team quella sera, perché ci siamo resi conto [...] che si trattava di una sconfitta autoinflitta. Ma non c'era rabbia nei confronti di Heinz. [...] stava tirando fuori il massimo dalla macchina ed era nel suo periodo di massimo splendore, soprattutto dopo la pole position del giorno prima. Nessuno di noi aveva bisogno di dirgli che era un errore che non avrebbe dovuto fare. Sapeva che questo era un colpo devastante per le sue possibilità di [vincere il] campionato. (Mark Gallagher)
Venne la domenica della gara e abbastanza presto fu chiaro che la variabile meteo avrebbe trasformato il Gran Premio in un terno al lotto. Motivo in più per tenere altissima la concentrazione. Al muretto Ferrari non ci riuscirono. In un delirio di ordini e contrordini, metto le gomme da bagnato no quelle da asciutto, con Salo involontariamente tra i piedi, in effetti una ruota di Eddie andò perduta. [...] ma fecero apposta, per frenare Irvine e un sogno iridato che forse era soltanto suo? No. Non fecero apposta. E debbo dire che nemmeno Eddie lo ha mai pensato. Perché lui conosceva, come me, le persone che fisicamente si occupavano del cambio gomme. Ci lavorava assieme da anni. Era gente che gli voleva bene. È inimmaginabile che quei meccanici si siano messi d'accordo per pugnalarlo alla schiena. Non ci credo. Non fu un delitto. Fu un errore. Il che è peggio, intendiamoci. (Leo Turrini)