egittologo e filologo inglese Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Ernest Alfred Wallis Budge (1857 – 1934), egittologo, filologo e orientalista inglese.
1922; citato in Kebra Nagast. La Bibbia segreta dei Rastafari, a cura di Lorenzo Mazzoni, ShaKe Edizioni, 2013. ISBN 978-88-97109-32-7.
Il Kebra Nagast è una grande raccolta di leggende e tradizioni, alcune storiche altre di puro folclore, derivate dall'Antico Testamento e da successivi scritti rabbinici, da scritti egizi (sia pagani sia cristiani) e arabi, nonché da fonti etiopi. Della sua prima compilazione e del suo curatore, come delle successive edizioni, non sappiamo quasi niente, ma suo principale terreno furono le tradizioni correnti in Siria, Palestina, Arabia ed Egitto, durante i primi quattro secoli dell'era cristiana. Probabilmente fu ricompilato nel VI secolo da un sacerdote copto, poiché i suoi scritti sono accettati dalla Chiesa Etiope.
[...] come risultato delle estese conquiste di Maometto e dei suoi Califfi, il testo copto fu almeno in parte tradotto in Arabo, e durante questo processo molte aggiunte vennero effettuate, specialmente da fonti arabe. Infine, la versione in Arabo fu tradotta all'Etiope, e i nomi propri subirono curiose trasformazioni in questa fase. Secondo i colophon dei manoscritti del British Museum, di Oxford e di Parigi, la versione in arabo avvenne «nell'Anno di Misericordia 409», mentre Gabra Maskal, comunemente noto come Làlibela, regnava sull'Etiopia (ovvero tra 114 e 1344 d. C.). Le stesse fonti riferiscono che la traduzione etiope fu successivamente realizzata da un certo Isacco, del quale non si sa niente se non il suo entusiasmo nella Cristianità e nel patriottismo. Questi, credeva che: 1) I potenti Re d'Etiopia discendevano da Salomone, Re di Israele. 2) Il Tabernacolo della Legge di Dio, ovvero l'Arca dell'Alleanza, fosse stata portata da Gerusalemme ad Aksum, da Menelik, il primogenito di Salomone, secondo gli Etiopi. 3) Il Dio di Israele aveva spostato il Suo luogo in terra da Gerusalemme ad Aksum, la capitale religiosa e politica d'Etiopia [...].
Il Tabernacolo della Legge aveva molto in comune con le arche o i tabernacoli divini degli Egiziani e dei Babilonesi, che rappresentavano il luogo di dimora di figure di divinità o dei loro emblemi caratteristici. In Egitto, le arche degli Dèi erano tenute in camere specialmente costruite per lo scopo, e le figure degli Dèi sedevano in troni dentro di esse. Molte di queste arche sacre in Egitto non contenevano direttamente figure degli Dèi, se non solo oggetti simbolici di essi.
1922; citato in Kebra Nagast. La Bibbia segreta dei Rastafari, a cura di Lorenzo Mazzoni, ShaKe Edizioni, 2013. ISBN 978-88-97109-32-7.
Il Kebra Nagast, Libro della Gloria dei Re [d'Etiopia], è stato tenuto nella maggior considerazione e onore in tutta Abissinia per almeno quattromila anni, e persino oggi è considerato da ogni persona colta di quel paese, contenere la vera storia delle origini della linea Salomonica dei Re d'Etiopia, ed è visto come l'autorità definitiva nella storia della conversione degli Etiopi dall'adorazione del sole (della luna e delle stelle) a quella del Dio d'Israele.
Le leggende e tradizioni del Kebra Nagast derivano da molte fonti: dall'Antico Testamento ai Targùm Caldei e opere siriache come il Libro dell'ape, le Vite dei santi copti, antichi commentari e storie dal Corano, apocrifi come il Libro di Adamo ed Eva, il Libro di Enoch, Kufale, Istruzioni di San Pietro al suo discepolo Clemente, la Vita di Anna, madre della Vergine Maria, il Libro della perla, la Ascesi di Isaiah ecc. Accanto agli estratti da queste opere, ci sono lunghe sezioni nelle quali chi scrive è invece, cronologicamente, Gregorio Taumaturgo, oppure Timoteo il Patriarca di Costantinopoli, o anche Cirillo (arcivescovo); con argomento sempre relativo al «Divino spostamento della paradisiaca Zion – dimora di Dio nonché Tabernacolo contenente le Due Tavole della Legge – da Gerusalemme all'Etiopia», e alla discendenza Salomonica e quindi divina (a ritroso, fino ad Abramo e fino ad Adamo) dei Re d'Etiopia, la stessa di Gesù Cristo.
Dal libro sembra debba essere scontato per i lettori che Etiopia fu effettivamente governata da discendenti di Salomone e della Regina Màkedà, dal x a. C. al x secolo d. C., per circa duemila anni ininterottamente, e che anche la religione, le leggi, i costumi sociali degli Etiopi, erano sostanzialmente gli stessi degli Ebrei in Palestina sotto i Re di Israele. In connessione con questo assunto, si deve almeno accennare alla serie di capitoli del Kebra Nagast nei quali si spiega come sia provato che i Re di Moabiti, Filistei, Egizi, Persiani, Babilonesi e Bizantini, fossero di origine semita (esattamente, tutti discendenti da Sem). In un altro gruppo di capitoli, vengono invece riportate le profezie dell'Antico Testamento riguardo alla Venuta del Messia e riferite a Gesù Cristo con molta precisione.
Agosto 1932; citato in Kebra Nagast. La Bibbia segreta dei Rastafari, a cura di Lorenzo Mazzoni, ShaKe Edizioni, 2013. ISBN 978-88-97109-32-7.
[Sulla Gloria dei Re] Curioso e interessante libro, poiché compila assieme storie fantastiche, fiabe, leggende, folclore, dogma, misticismo e segni divini, su un tessuto di avvenimenti storici riconosciuti da tutti gli studiosi, sebbene solo pochi abbiano sollevato la questione sulla storicità de La Gloria dei Re.
[Sulla Gloria dei Re] Va detto che non sapremo mai se la Regina che visitò Salomone era di puro sangue etiope o una regina araba (dallo Yemen o dallo Hadramaut o da altre parti della grande Regione Araba). Ma la traduzione che una "Regina del Sud" effettivamente visitò Salomone è così antica e diffusa che un minimo di fatti storici, seppur modesti, devono essere in essa contenuti.
La forma originale della Leggenda della Regina di Saba, probabilmente nacque poco dopo la grande invasione dell'Abissinia da parte dei Semiti, nel decimo secolo prima di Cristo. Secondo gli Abissini l'autorità divina fu data loro dal Nostro Signore attraverso le Sue parole annotate nei Vangeli (Mt 12,42; Lc 11,31) e mai dubitarono che Salomone fu il padre del figlio della Regina di Saba. Ovviamente ciò che ne conseguì è che i discendenti maschili di questo figlio vennero riconosciuti come Re dell'Abissinia, e poiché Salomone era un antenato di Cristo, anch'essi erano della stirpe del Nostro Signore e reclamarono il regno per diritto divino. Questa credenza era probabilmente condivisa dai Re del regno semita di Aksum, la cui città era da un periodo immemorabile come un duplicato di Gerusalemme ed era chiamata la Zion d'Abissinia. Quando gli Abissini adottarono il cristianesimo tra fine del IV e inizio del V secolo, decisero di mantenere comunque il più possibile la connessione con i loro antenati pagani dell'Arabia. I Semiti che reclamavano discendenza con gli Ebrei di Gerusalemme abbandonarono Mahram e le altre divinità dei Minaèi e dei Sabei, in favore di Jahwh, il Dio degli Ebrei. [...] I traduttori della Bibbia in Gè'ez rifiutarono Habesh, l'antico nome dell'Abissinia, e nella loro versione diedero definitivamente il nome di Etiopia (Itèyopeya) alla regione, cui capitale era Aksum.