estensione alle altre specie animali di alcuni dei diritti fondamentali dell'uomo Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
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Citazioni sui diritti degli animali.
Al fine di dimostrare che gli animali possiedono diritti – e in particolare quello alla libertà – possiamo adottare il metodo seguente. Scegliamo dapprima di sottoporre a discussione un diritto sicuramente posseduto dagli uomini. Chiediamoci in seguito se esista tra uomini e animali una differenza così rilevante da giustificarci nel negare tale diritto agli animali attribuendolo al contempo agli uomini. Se la differenza non esiste, allora il diritto in questione è comune sia agli animali che agli uomini. (James Rachels)
Alla domanda sul dove si debba tracciare la linea [dei diritti]… bisogna replicare che uno può immaginare che essa sia tracciata ai limiti della carne e del sangue. Uno traccia la linea alla più bassa estremità delle creature che condividono lo spirito e che sono composte da tessuti, nervi e sangue… Ogni creatura quando raggiunge la soglia dell'esperire e del saper anticipare il dolore possiede dei diritti. (Justus George Lawler)
Battersi per i diritti animali non è, come pensavo un tempo, un lusso o una forma di dedizione e di impegno civico lodevole ma tutto sommato minore, bensì una lotta, se inquadrata in chiave antispecista e nonviolenta, che ha un enorme potenziale come fattore di cambiamento, sia in senso politico, sia per la vita dei singoli individui. (Lorenzo Guadagnucci)
Bisogna che anche in Europa, finalmente, si imponga una verità [...] che non può essere più a lungo celata: che, cioè, gli animali in tutti gli aspetti principali ed essenziali sono esattamente la stessa cosa che noi, e che la differenza risiede soltanto nel grado di intelligenza [...]. Infatti, soltanto quando nel popolo sarà penetrata quella convinzione, così semplice e che non ammette nessun dubbio, gli animali non rappresenteranno più esseri privi di ogni diritto. (Arthur Schopenhauer)
C'è stato un giorno, e mi rattrista dire che in molti posti non è ancora passato, in cui la maggior parte del genere umano, grazie all'istituzione della schiavitù è stata trattata dalla legge esattamente nello stesso modo in cui, per esempio in Inghilterra, sono trattate ancora le razze inferiori di animali. Forse verrà il giorno in tutte le altre creature animali si vedranno riconosciuti quei diritti che nessuno, che non sia un tiranno, avrebbe dovuto negar loro. (Jeremy Bentham)
È oggi necessario riconoscere i diritti di tutti gli animali con pari dignità. Una mucca, un maiale, un coniglio o una tigre, devono avere le stesse tutele del cane o del gatto di casa, perché gli animali nascono uguali davanti alla vita ed è proprio la vita il loro primo diritto. (Michela Vittoria Brambilla)
Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. (Marguerite Yourcenar)
Gli animali sono o dovrebbero essere titolari di diritti nello stesso modo in cui lo sono gli umani. (John Maxwell Coetzee)
Gran parte degli animali superiori hanno qualcosa come desideri, pulsioni volitive e scopi rudimentali, la cui mutua soddisfazione costituisce il loro benessere o bene. Naturalmente noi possiamo avere buone ragioni per considerarli semplicemente come un peso, e negare che possiedano diritti; e per molti di loro, in particolare per le specie inferiori, abbiamo ben poche alternative rispetto all'agire in questo modo. Ma a me pare chiaro che, nonostante tutto, in generale gli animali siano tra quegli esseri i cui diritti possono significativamente asserirsi o negarsi. Ora, se si concorda con questa conclusione, cioè che gli animali sono tra quanti possono avere diritti, e se si aderisce inoltre al principio morale secondo cui noi avremmo il dovere di essere umani nei loro confronti, manca solo un'ultima considerazione per poter concludere che certi animali sono in realtà dotati di diritti. [...] se decidessimo non solo di dover trattare umanamente gli animali, ma anche di dover agire così per il loro stesso interesse, se cioè decidessimo che tale trattamento è qualcosa di dovuto di cui noi siamo debitori verso di loro, qualcosa che può essere reclamato per loro conto, qualcosa il cui rifiuto sarebbe un'ingiustizia e un male e non solamente un motivo di fastidio, allora risulterebbe che noi attribuiamo diritti agli animali. Ho l'impressione che il senso morale di molti di noi abbia superato questo tipo di test fenomenologico, e che quindi la maggior parte di noi sia convinta che gli animali abbiano dei diritti. (Joel Feinberg)
Il libero movimento dell'impulso morale volto a stabilire giustizia per gli animali, e la pretesa di rispetto dei loro diritti da parte dell'umanità, sono celati in una naturale sensibilità medianica degli strati più profondi della Torah. (Abraham Isaac Kook)
Infatti sembra che, se sono obbligato a non fare alcun male al mio simile, non è tanto perché esso è un essere ragionevole quanto perché è un essere sensibile — qualità che, essendo comune all'uomo e alla bestia, deve dare a questa almeno il diritto di non essere maltrattata inutilmente da quello. (Jean-Jacques Rousseau)
La liberazione degli animali ha rappresentato la logica estensione di tutto ciò che è stata la mia vita – identificarmi con i deboli e i vulnerabili, con le vittime dominate e soggiogate. (Henry Spira)
La mia vita mi ha persuaso che le limitazioni presenti nei nostri rapporti con altri animali non dipendono dalle loro deficienze, come tanto spesso presumiamo, ma dalle nostre idee ristrette su ciò che essi sono e sul tipo di rapporto che possiamo avere con loro. E quindi concludo invitando chiunque abbia interesse per i diritti degli animali ad aprire il suo cuore agli animali che ha intorno, e a scoprire per conto suo cos'è l'amicizia con una persona non umana. (Barbara Smuts)
La resistenza opposta dagli animali alla loro cattura è del tutto inerente alla lotta per il riconoscimento del diritto fondamentale: il diritto di continuare a esistere. L'animale che resiste alla cattura manifesta il suo desiderio di vivere, di non essere imprigionato, tormentato, ferito, rinchiuso, legato o ucciso. Tutti gli esseri che lottano, con i mezzi che hanno a loro disposizione, esprimono di fatto la volontà che venga loro riconosciuto il diritto di vivere. (Florence Burgat)
La sfida lanciata dai diritti animali è molto semplice: tratta gli animali con lo stesso rispetto con cui vorresti essere trattato tu. Un'idea genuinamente rivoluzionaria. (Jeremy Rifkin)
La sola idea di estendere i diritti fondamentali dall'uomo agli animali sarebbe salutata con sconcerto nei circoli politici americani. Gli europei hanno perso la testa? Questa è la domanda che si sente formulare in America, soprattutto fra i ricercatori e i rappresentanti del settore agroalimentare. Eppure, per quanto possa sembrare strano, i nuovi studi sul comportamento, condotti da scienziati, tendono ad avvalorare l'ipotesi che le creature terrestri siano realmente esseri senzienti e meritevoli del rispetto e della protezione dei propri diritti fondamentali nella legislazione. (Jeremy Rifkin)
Le leggi che regolano il trattamento degli animali devono essere scritte non nei termini utilitari propri degli umani, ma nel linguaggio dei diritti, vedendo negli animali oggetti di considerazione morale e relegando sullo sfondo gli interessi utilitari degli umani. Questa, come si è visto, è la forza di ogni discorso sui "diritti". Tali leggi devono riguardare i diritti fondamentali che spettano a un qualsiasi oggetto di considerazione morale – il diritto alla vita, il diritto a essere protetto dalla sofferenza, il diritto di realizzare la propria natura. (Bernard Rollin)
Le notizie sempre più frequenti di animali allevati, trasportati e macellati senza alcuna dignità inducono un numero crescente di persone a rivisitare il proprio rapporto con gli animali. Le persone sensibili a motivazioni di carattere etico accordano loro diritti finora attribuiti esclusivamente agli uomini, come il diritto all'integrità fisica. (Claus Leitzmann)
Ma anche in Europa si sta svegliando sempre più la comprensione per i diritti degli animali, a misura che gli strani concetti di un mondo animale esistente soltanto per essere utile agli uomini e a divertirli, di maniera che gli animali vengono trattati come fossero cose, impallidiscono e a poco a poco scompaiono. (Arthur Schopenhauer)
[Dando voce agli animali] Ma diteci o uomini! Vi preghiamo di dirci quali mali abbiamo commesso per dover perdere i nostri diritti? Quali leggi abbiamo violato o cosa vi abbiamo fatto, che voi pretendete il diritto di invadere e violare i luoghi che ci appartengono e i nostri diritti naturali, e di assalirci e distruggerci come se noi fossimo gli aggressori, non meglio di ladri ed assassini, marchiati per essere estirpati dalla creazione... Da dove [o uomo] derivi la tua autorità per uccidere gli inferiori solo perché sono tali, o per distruggere i loro diritti naturali e le loro prerogative? (Thomas Tryon)
Oggi in ambito animale certe norme giuridiche sono più avanzate della consapevolezza diffusa. Nei codici si comincia a riconoscere che gli animali, in quanto esseri senzienti, sono meritevoli di tutela e in prospettiva titolari di propri diritti, ma le leggi speciali sulla caccia, sulla macellazione, sulla vivisezione, sui palii e così via, prevalgono sui princìpi generali. (Luigi Lombardi Vallauri)
Pensare i diritti degli animali significa far apparire un paesaggio di biologie meravigliose che è anche un terribile continente sommerso di dolore. (Luigi Lombardi Vallauri)
Sono diventata vegetariana [...] esclusivamente per amore degli animali. Quando combattendo da attivista per i loro diritti ho capito che grande contraddizione fosse mangiarli e poi pretendere per loro il riconoscimento di esseri senzienti, capaci di gioia e di dolori. (Monica Cirinnà)
[Le scienze veterinarie] sono tradizionalmente non molto sensibili all'eventualità che gli animali abbiano dei diritti. [...] L'innovazione derivante da tale riconoscimento, rispetto agli atteggiamenti di conservazione e protezione [...], è che qui non è più la specie a essere dotata di personalità giuridica ma, piuttosto, l'individuo. Sì, proprio quello che nel linguaggio tecnico era chiamato l'esemplare. (Ettore Tibaldi)
Pensare di avere più diritto a mangiare un animale di quanto ne abbia l'animale a vivere senza soffrire è una depravazione.
Se io abuso del logo di una grande azienda, potrei persino finire in galera; se una grande azienda abusa di miliardi di polli la legge non protegge i polli, ma il diritto dell'azienda di fare quello che vuole. È questo che succede quando si negano i diritti degli animali. È pazzesco che l'idea dei diritti degli animali sembri pazzesca a qualcuno. Viviamo in un mondo che considera normale trattare gli animali come pezzi di legno e considera estremistico trattare gli animali come animali.
Singer sosteneva che i diritti degli animali fossero la forma più pura di difesa della giustizia sociale perché gli animali sono i più vulnerabili di tutti gli oppressi.
Il principio secondo il quale situazioni analoghe devono essere trattate in modo analogo è, per sé, il fondamento, se non sufficiente, certamente necessario di ogni ordinamento «giusto». Ogni infrangimento di tale principio è, quindi, per sé pericoloso, perché riapre le porte alla negazione dei diritti e alla discriminazione, avvengano esse sulla base delle differenze di razza, di genere, di età, di credo religioso, di opinioni, come la storia degli umani ampiamente dimostra. Nulla ci autorizza a pensare che l'infrangimento del principio e la discriminazione sulla base delle differenze di specie siano meno pericolosi. Al contrario, è ragionevole ritenere che l'allargamento dell'applicazione del principio, col riconoscimento del medesimo trattamento per tutti gli esseri viventi per ciò che concerne i loro punti di simiglianza e col rifiuto della discriminazione là dove la simiglianza suggerisce che essa non si giustifichi, giovi a stabilire un più sicuro fondamento degli stessi diritti degli umani.
In conclusione, la discussione in tema di diritti degli animali – che potrebbe a taluno sembrare prematura in un mondo degli umani che si contraddistingue per le sue profonde e crudeli violazioni sistematiche dei diritti umani stessi – appare capace di suggerire riflessioni significative e di dare un contributo per la migliore comprensione anche delle radici delle discriminazioni tra gli umani e della violazione dei loro stessi diritti.
La debolezza relativa di tutte le specie viventi rispetto alla specie umana rappresenta certamente una differenza, forse la principale. Tuttavia, proprio da questa differenza non appare ragionevole trarre argomenti per legittimare il dominio e per giustificare la negazione dei diritti. Infatti, se si ritenesse che la disparità delle forze rappresenta un criterio accettabile, non per spiegare o fondare materialmente il dominio, ma per legittimarlo e per giustificare la discriminazione rispetto ai diritti che ne consegue, si negherebbe la possibilità stessa di fondare i diritti umani, che, come abbiamo detto, sono invocati precisamente e anzitutto per contrastare la discriminazione tra gli umani sulla base della loro disparità di forze. Sotto questo profilo, e in questa prospettiva conflittualistica, il parallelismo tra i diritti umani e i diritti degli animali non umani appare definitivamente, ma non sorprendentemente, chiaro e il loro fondamento risulta analogo: anche l'affermazione dei diritti degli animali è di necessità volta a tutelare gli interessi di soggetti incapaci di tutelarli direttamente.
Il problema che abbiamo dinnanzi, tuttavia, non è: «Il diritto, oggi come oggi, conferisce diritti e status giuridico agli animali?», domanda alla quale la risposta è evidentemente «no». Il problema è «Deve il diritto accordarglieli?», domanda alla quale la mia risposta è «sì». Le basi su cui sostengo la mia asserzione sono soprattutto d'ordine morale. Anzi, la mia risposta in breve alla domanda «perché il diritto dovrebbe conferire agli animali diritti giuridici?» è appunto «perché la morale non si può accontentare di nulla di meno».
Le persone come me, coloro che sostengono i diritti animali, considerano aquile ed elefanti, maiali e focene, alla stessa stregua in cui la maggior parte di noi considera cani e gatti. Non fraintendetemi. Gli Ara[1] non vogliono che i maiali dormano nel loro letto o che gli elefanti viaggino con loro in auto. Gli Ara non vogliono trasformare questi animali in animali d'affezione. Quel che vogliamo è molto più semplice: vogliamo soltanto che la gente smetta di trattarli in modo orribile.
Non sarei mai diventato un Ara se prima non fossi stato un difensore dei diritti umani, specialmente di quelle persone (i molto giovani e i molto vecchi, ad esempio) che non possono comprendere o che non hanno la forza di rivendicare i loro diritti.
Gli animali inferiori hanno «diritti»? Indubbiamente – se li hanno gli uomini.
L'accusa di «sentimentalismo» è spesso diretta contro coloro che si adoperano per i diritti degli animali. Orbene, il sentimentalismo, se pur si può attribuire alla parola un qualunque significato, deve voler dire una ineguaglianza, un disequilibrio del sentimento, un'incoerenza che porta gli uomini ad attaccare un'ingiustizia, mentre ne ignorano o ne accettano un'altra là dove una riforma è ugualmente auspicabile. Che questa pecca si osservi di frequente tra i filantropi da una parte e gli «amici degli animali» dall'altra, e soprattutto fra quegli acuti «uomini di mondo» che si preoccupano solo di se stessi, non mi curo di controbattere; quello che voglio mettere in evidenza è che la sola vera salvaguardia contro il sentimentalismo è assumere una posizione coerente riguardo ai diritti degli uomini e degli animali inferiori e coltivare un ampio senso di giustizia universale (non di pietà) per tutti gli esseri viventi.
Se esistono dei «diritti» – e tanto il nostro sentire che la consuetudine dimostrano indubbiamente che esistono – non possono essere coerentemente accordati agli uomini e negati agli animali, dato che lo stesso senso di giustizia e di compassione si applica ad entrambi i casi.
↑ Acronimo di Animal Rights Advocates (difensori dei diritti animali).