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Citazioni sui benpensanti.
Benpensante. Letteralmente dicesi di persona che pensa bene, rettamente, secondo la legge, sin. persona d'ordine; e talora vi è aggiunto un lieve senso ironico, quasi a significare ben pensante, perché le condizioni fortunate e fortuite della vita tolsero l'occasione di pensar male. (Alfredo Panzini)
I benpensanti sono irritati dalla mancanza di prevedibilità dell'anticonformista, persino dal suo occasionale non mostrarsi come tale. (Leonardo Vittorio Arena)
I benpensanti del momento, che nel nostro paese in troppi casi sono portatori di quella cultura della rinuncia e della pavidità, che fa correre il rischio al nostro sistema-nazionale di restare escluso dall'affascinante compito di edificare la società del ventunesimo secolo. (Pier Giorgio Perotto)
Il borghese è in parole povere il benpensante, quello che è contento del sistema e pensa solo a difendersi quei quattro soldi che si è messo da parte. (Luciano De Crescenzo)
Il perbenismo è fatto per piacere al benpensante, il quale per conto suo non è affatto una persona che coltiva pensieri nobili ed elevati. Tutt'altro: il benpensante è proprio l'equivalente dell'uomo provvisto di «buon senso» e che rientra, dunque – come abbiamo già visto –, nella grande famiglia del conformista. (Gillo Dorfles)
Le persone benpensanti, questa classe intelligente così sprovvista di intelligenza. (Piero Calamandrei)
Perché poi i cosiddetti benpensanti diventino pazzi furiosi quando succede qualcosa in cui è implicato un nero, è una cosa che ho rinunciato a capire... (Harper Lee)
Rare tracce di signori | benpensanti e non creduti, | traffichini grossi e astuti, | ricchi, forti e incensurati. (Rino Gaetano)
Spesso mi sono chiesto se il «benpensante» è anche uno che pensa. In realtà non pensa affatto, anche perché, a forza di pensarla come la pensano gli altri, gli si è atrofizzato il cervello. (Luciano De Crescenzo)
Voi benpensanti siete tutti uguali. Vi date sempre da fare per chi ha torto marcio. (La parola ai giurati)
Sono intorno a noi, | in mezzo a noi, | in molti casi siamo noi | a far promesse senza mantenerle mai | se non per calcolo, | il fine è solo l'utile, | il mezzo ogni possibile, | la posta in gioco è massima, | l'imperativo è vincere | e non far partecipare nessun altro, | nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro: | niente scrupoli o rispetto verso i propri simili | perché gli ultimi saranno gli ultimi | se i primi sono irraggiungibili.
Sono tanti, | arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, | sono replicanti, | sono tutti identici, guardali: | stanno dietro a maschere | e non li puoi distinguere.
Fanno quel che vogliono | si sappia in giro fanno, | spendono, spandono | e sono quel che hanno.
Sono intorno a me, | ma non parlano con me. | Sono come me, | ma si sentono meglio.
Vivon col timore | di poter sembrare poveri, | quel che hanno ostentano, | tutto il resto invidiano | poi lo comprano, | in costante escalation col vicino costruiscono, | parton dal pratino e vanno fino in cielo, | han più parabole sul tetto che San Marco nel Vangelo.
Ognun per sé, | Dio per sé, | mani che si stringono | tra i banchi delle chiese alla domenica, | mani ipocrite, | mani che fan cose che non si raccontano | altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, | si scandalizzano.