Ogni Bielorusso dovrebbe venire a visitare questa città, per conoscere le origini della storia del paese, sentirsi orgoglioso delle persone operose e di talento della Bielorussia. Ogni Europeo dovrebbe visitare questi posti, perché questo è anche il centro geografico dell'Europa. Se si passeggia lungo queste strade, dove per più di mille anni le tradizioni dell'Oriente e dell'Occidente, fedi e culture diverse si sono intrecciate, sarà più facile capire che il nostro passato comune è un primo passo verso un futuro comune. (discorso tenuto al concerto per le celebrazioni del 1150esimo anniversario di Polotsk[1])
La lingua russa per noi non è straniera. È anche un nostro patrimonio nazionale. I bielorussi, durante la sua plurisecolare storia, hanno apportato un non piccolo contributo al suo sviluppo, l'hanno arricchita. (da un discorso durante l'inaugurazione della XIX sessione plenaria del congresso mondiale della stampa russa, luglio 2017)[2]
Il russo è la nostra madrelingua. E sia! Avremo due madrelingue: il russo e il bielorusso. (da un discorso alla sessione del consiglio pedagogico della Repubblica, agosto 2017)[2]
Per me il bielorusso è la mia madrelingua, così come lo è il russo. In questo modo, forse, è capitato che sappiamo meglio il russo rispetto al bielorusso. Inoltre, lo utilizziamo di più. (dichiarazione nel marzo 2019)[2]
Noto che, di nuovo, è tornata quest’ondata linguistica. Io vi ho già chiesto: non sollevate mai più questa questione! È chiusa in Bielorussia. Abbiamo due lingue di Stato. Due: il russo e il bielorusso. Non l’ucraino né un russo qualsiasi. Il vero russo, capite? (da un discorso al parlamento, 19 aprile 2019)[2]
Insieme ai russi abbiamo combattuto: questo è il nostro patrimonio comune. Se qualcuno vuole perdere la ragione, perderà la lingua russa. Se vuole perdere il suo cuore, allora perderà la lingua bielorussa. Che cosa volete perdere: la ragione o il cuore? (da un discorso al parlamento, 19 aprile 2019)[2]
Cari giocatori, fate molta sauna, bevete tanta vodka e lavorate tanto per uccidere il virus [SARS-CoV-2] nei vostri organismi.[3]
La nostra costituzione non è fatta per una donna, e la società non è abbastanza matura perché una donna diventi presidente, perché la costituzione dà poteri forti al presidente.[4]
Se la Bielorussia cade, poi tocca a Mosca. Se pensate che la ricca Russia possa far fronte [alle proteste] vi sbagliate; ho parlato con il mio amico più anziano Vladimir Putin – io lo chiamo fratello maggiore – e l'ho avvertito: non si può resistere a tutto questo.[5]
[Parlando dell'arresto di Roman Protasevič] Lasciamo che i difensori occidentali rispondano: per quali servizi speciali hanno lavorato i due detenuti? Chi ha pagato il bastardo che ha ucciso persone nell'Ucraina fraterna?
Пусть западные защитники ответят: на какие спецслужбы работали двое задержанных? Кто платил подонку, который убивал людей в братской Украине?[6]
Massacreremo tutta quella feccia che voi [occidentali] avete finanziato. Oh, vi dispiace che abbiamo distrutto le vostre strutture! Le vostre ONG, o quello che sono veramente, pagate da voi.[7]
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Si parla tanto di settore bancario, gas, petrolio, Swift. È peggio della guerra. La Russia viene spinta verso una terza guerra mondiale. Dovremmo essere molto riservati e stare alla larga da essa. Perché la guerra nucleare è la fine di tutto.[8]
Usare armi nucleari in Ucraina sarebbe inaccettabile. Non solo perché è proprio accanto a noi, non è oltreoceano come gli Stati Uniti, ma anche perché potrebbe scagliare la nostra palla terrestre fuori dall’orbita, a fluttuare chissà dove. Ma se la Russia ne sia capace o meno questo non lo so, dovete chiederlo a Putin.[9]
Oggi non è Zelensky a guidare l’Ucraina. Tutto finirebbe in una settimana, se Joe Biden lo volesse. Ma gli Usa vogliono cogliere l’attimo, legare a sé i propri alleati e affondare la Russia con la guerra in Ucraina. Il loro obiettivo è sistemare la Russia e poi la Cina.[9]
15 settembre 2005, riportato in Eurasia-rivista.com, 28 settembre 2005
L'Unione Sovietica, nonostante tutti gli errori dei suoi dirigenti, rappresentava allora fonte di speranza e di sostegno per molti stati e popoli. L'Unione Sovietica assicurava l'equilibrio del sistema globale.
Nel mio paese non ci sono conflitti. Differenti nazionalità e etnie coesistono pacificamente in Belarus, praticando ognuna la propria religione e il proprio stile di vita. Non creiamo alcun problema ai nostri vicini, non avanziamo alcuna rivendicazione territoriale, non cerchiamo di influenzare la loro scelta della via di sviluppo. Abbiamo consegnato le nostre armi nucleari e volontariamente abbiamo rinunciato al diritto di successore nucleare dell'URSS.
Noi costruiamo il nostro paese con le nostre intelligenze, basandoci sulle nostre tradizioni. Ma dobbiamo constatare che proprio questa scelta del nostro popolo non piace a tutti. Non piace a coloro che aspirano a governare un mondo unipolare. E come lo governeranno? Se non ci sono conflitti, li creeranno. Se non ci sono pretesti per l'ingerenza, ne creeranno di immaginari. Per ottenere ciò, è stata trovata una bandiera molto conveniente: democrazia e diritti dell'uomo. E non nel loro significato originale di potere popolare e dignità personale, ma solamente ed esclusivamente nell'interpretazione dell'amministrazione USA.
[Sulla guerra in Afghanistan] Truppe straniere hanno occupato l'Afghanistan indipendente, ma la produzione di droghe è cresciuta di dieci volte. Non era questo lo scopo dell'ingresso nel paese delle truppe?
I capi degli stati sovrani di Jugoslavia e Iraq sono stati imprigionati con accuse non provate, assurde e artificiose. È stato il modo più conveniente per nascondere la verità sull'annientamento dei loro paesi. Il processo a Milosevic si è trasformato da tempo in una farsa. Saddam Hussein è stato abbandonato alla mercé del vincitore, come in epoca barbarica. Non c'è nessuno in grado di difendere i loro diritti, eccetto l'ONU, poiché i loro stati non esistono più, sono stati annientati. Dovrebbero essere liberati e liberamente difendere i loro diritti, il loro onore e la loro dignità umana.
L'ONU siamo noi. Insieme dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino del pianeta. Insieme dobbiamo capire che il mondo unipolare è un mondo unidirezionale, un mondo a una sola dimensione.
Intervista di Sergio Cantone, Euronews.it, 3 ottobre 2014
[Sulla guerra russo-ucraina] Sono preoccupato perchè gli scontri sono in corso in un paese vicino al nostro, vicino ai nostri fratelli, alla nostra gente.
Se dovesse persistere la diffidenza tra Occidente e Russia e tra Russia e Stati Uniti, sarei pronto a usare il mio esercito per separare le due parti in conflitto e ad inviare un contingente bielorusso in Ucraina.
L'Ucraina è diventata teatro di azioni militari e di dispute tra le grandi forze geopolitiche; come ho già affermato questo non rigurada solo l'Occidente. Russia e Occidente hanno commesso molti errori, ma inizialmente la responsabilità maggiore non è stata della Russia ma dell’Occidente. Non è stata Mosca a fomentare le proteste a Maidan; sono stati alcuni funzionari degli stati occidentali che di proposito hanno voluto istigare i manifestanti di piazza Maidan.
Nei paesi post-sovietici le persone sono disilluse dalla democrazia. Le persone sostengono e vogliono uno stato forte, che riesca a contrastare il caos e la guerra civile interna.
[Rivolgendosi a Lukašenko, a Minsk, durante una visita ufficiale in Bielorussia nel 2009] Grazie anche alla sua gente, che so che la ama: e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti. (Silvio Berlusconi)
Il presidente non può fare affidamento sul nazionalismo che sorregge Viktor Orbán in Ungheria. Prima del 1991, infatti, la Bielorussia non è mai stata indipendente. Per due secoli il paese ha fatto parte della confederazione polacco-lituana, prima di trascorrerne altrettanti all'interno dell'impero russo e poi sovietico. I bielorussi non odiano né temono i loro vicini. Lukašenko non può nemmeno sfruttare il fervore religioso che regala stabilmente la metà dei voti ai partiti ultracattolici in Polonia e a quelli islamici in Turchia. I bielororussi non sono particolarmente devoti. Il quaranta per cento della popolazione dichiara di non seguire alcuna religione. Inoltre il presidente non ha molti successi da vantare sul fronte economico: il prodotto interno lordo pro capite della Bielorussia è appena la metà di quello della Russia (con cui confina a est) e un terzo di quello della Polonia (con cui confina a ovest). Lukašenko ha definito una "psicosi" la pandemia di covid-19, ma oggi il paese registra il doppio dei casi rispetto alla Polonia, nonostante abbia un quarto degli abitanti. (Gwynne Dyer)
Il regime di Alexandr Lukashenko è chiaramente una dittatura, un'anomalia nel cuore dell'Europa. (Mikheil Saak'ashvili)
In essenza, Lukašenko è diventato una sorta di vassallo di Putin, una sorta di marionetta, qualcuno che è costretto a fare tutto quello che Putin dice. (Alexander Stubb)
L'Europa non ha mai perso occasione per condannare Alexandr Lukashenko, bollandolo come "l'ultimo dittatore d'Europa": un'espressione che sicuramente susciterà l'ilarità del Cremlino. Le azioni repressive di Lukashenko, infatti, sono nulla in confronto di quelle di Vladimir Putin, ma immagino che immense riserve di petrolio, gas e denaro possono facilmente ripulire l'immagine di un individuo. Se fosse stato scoperto un grosso giacimento petrolifero nei pressi di Minsk, forse anche Lukashenko, come Putin, sarebbe stato invitato a cantare al karaoke con le star di Hollywood e ad andare alle feste con Silvio Berlusconi. (Garri Kasparov)
L'Occidente cerca il dialogo con Lukashenko, ma lui è inaffidabile. Civetta con l'Europa solo quando vuole intimorire e ricattare Putin per estorcergli denaro. Ed è assolutamente incapace di guardare all'Occidente. Se qualcuno lo farà, sarà un leader più giovane, ma temo che in Bielorussia non ci sarà un cambio di guardia senza spargimento di sangue. (Svjatlana Aleksievič)
"Smettetela di chiamarmi scarafaggio baffuto, sono ancora il presidente di questo paese", ha tuonato Aleksandr Lukašenko. Ma le sue parole non suonano particolarmente presidenziali. [...] I baffi del presidente sono un chiaro rimando al modello del dittatore dell'Europa dell'est degli anni trenta, e proprio come gli scarafaggi, anche Lukašenko non è facile da eliminare. (Gwynne Dyer)
Sotto molti aspetti la Bielorussia è come la Cecenia, in quanto vi è stata instaurata una dittatura personale estremamente crudele, che terrorizza la popolazione e viola ampiamente i diritti umani. Nel corso dei quasi trent'anni di governo di Lukašėnka dal 1994, molti dei suoi oppositori – e anche dei suoi ex alleati – sono semplicemente scomparsi, come Viktar Hančar e Anatoly Krasovski, Jury Zacharenka e Jury Korban, e molti altri. Si ritiene che in Bielorussia vi siano oltre 1.000 prigionieri politici, tra cui quasi tutti i leader dell'opposizione e chiunque abbia sfidato Lukašėnka alle elezioni (come Viktar Babaryka, Maryja Kalesnikava e Sjarhej Cichanoŭskij). In Bielorussia vige la pena di morte: dal 1990 sono state uccise oltre 400 persone. Dopo le proteste del 2020, decine di migliaia di persone sono passate attraverso le famigerate camere investigative di Žodzina e Akrescina e molte di loro sono state torturate. (Sergej Medvedev)
A Lukashenko non interessa il popolo russo o ucraino, lui non vuole perdere l'appoggio di Putin.
Chi si oppone a Lukashenko rischia 20 anni. Le condizioni in prigione sono aberranti. Il regime li umilia fisicamente e moralmente. Le persone in carcere si stanno facendo forza, credono in noi. Non dobbiamo tradire chi ha perso la libertà per una Bielorussia migliore.
La posizione della leadership russa nel supportare un uomo che ha perso il consenso dei suoi cittadini, la riteniamo una scelta sbagliata.
Lukashenko è un co-aggressore [nell'invasione russa dell'Ucraina del 2022]. Ha fornito il territorio per l'invasione delle truppe russe in Ucraina. Agisce insieme a Putin, hanno obiettivi comuni: mantenere il loro potere ad ogni costo. E insieme volevano far entrare le truppe bielorusse perché combattessero anche in Ucraina. L'unico motivo per cui non l’hanno fatto è il popolo bielorusso.
Nel 2020, il popolo bielorusso disse al dittatore Lukashenko “Vattene!”. Lukashenko ha resistito solo grazie a Putin.
Nel suo disperato bisogno di conservare il potere, Alexander Lukashenko ha svenduto la sovranità della Bielorussia a Putin, autorizzando l'uso del nostro paese per aggredire l'Ucraina.
Non sono incline a considerare Lukashenko come un potente. Credo sia un uomo disperato che ha realizzato che era giunto il momento di lasciare il potere, ma che non ha avuto il coraggio di privarsene.