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Motocicletta sportiva Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Con la sigla YZF-R1 la Yamaha identifica una famiglia di motociclette super sportive di cilindrata 1000 cm³.
Yamaha YZF-R1 | |
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Yamaha YZF-R1 del 1998 | |
Costruttore | Yamaha Motor |
Tipo | Sportiva stradale |
Produzione | dal 1998 |
Stessa famiglia | Yamaha YZF-R |
Modelli simili | Ducati 1098 Honda CBR 1000RR MV Agusta F4 Suzuki GSX-R1000 Kawasaki Ninja ZX-10R BMW S 1000 RR Aprilia RSV4 |
Presentata in anteprima all'EICMA di Milano il 15 settembre 1997 ed entrata in produzione nel 1998, è il fiore all'occhiello della casa dei tre diapason, che la presenta in contrapposizione ad altre moto giapponesi similari quali la Suzuki GSX-R1000, la Honda CBR 1000RR e la Kawasaki Ninja ZX-10R, oltre che utilizzarla con modifiche parziali rispetto a quella stradale per le competizioni motociclistiche che vedono la partecipazione di moto sportive derivate dalla serie, quali la Superbike e la Superstock.
Con la R1, Yamaha ha dato avvio ad una nuova era: le moto sportive degli anni novanta erano perlopiù di 750 cm³ di cilindrata e la R1 è stata la prima moto da 1000 cm³ con caratteristiche veramente sportive, a differenza delle precedenti che erano più pesanti e poco maneggevoli. La combinazione di leggerezza e aggressività dell'erogazione hanno dato un marchio a questa moto, a volte difficile da gestire se non si era abbastanza esperti[1].
Il primo modello di R1, del 1998, aveva un motore a carburatori da 150 CV a 10000 giri/min e 11 kgm di coppia motrice a 8500 giri, misure di alesaggio x corsa di 74 x 58 mm, 5 valvole per cilindro e interasse di 1395 mm. Il telaio era un'evoluzione del Deltabox delle precedenti Yamaha FZR 1000. La forcella era da 41 mm di diametro, i freni anteriori con doppio disco da 298 mm e peso in ordine di marcia 205 kg[2].
La versione del 2002 ha subito diverse modifiche: innanzitutto un restyling estetico, nuovo telaio più rigido di circa il 30%, ma anche l'adozione dell'iniezione elettronica; la potenza è aumentata a 152 CV a 10500 giri/min (una decina in meno rispetto alla Suzuki GSX-R 1000), con una erogazione più lineare che rende la guida più equilibrata. Il peso dichiarato si assesta su 174 kg a secco[2].
Nel 2004 si è avuta un'ulteriore evoluzione, sia tecnica che estetica. Gli scarichi sono diventati 2 e sono spostati sotto la sella, le misure del motore sono diventate più superquadre, 77 x 53,6 mm e il peso a secco è diventato di 172 kg. La potenza, grazie ad un maggior allungo garantito dal nuovo motore, è aumentata a 172 CV a 12500 giri/min. La R1 2004 è dotata di pompa radiale per i freni anteriori, con pinze anch'esse ad attacco radiale. Si è riscontrato un peggioramento della maneggevolezza, dovuto soprattutto ad una posizione di guida più "seduta" sul posteriore, ma l'efficacia di telaio, freni e motore garantiva migliori prestazioni nella guida rispetto alla versione precedente.
Nel 2006 ci sono state solo piccole migliorie tecniche, il forcellone è stato allungato per garantire più trazione, l'interasse è aumentato così a 1415 mm. Per quanto riguarda il motore la nuova potenza dichiarata era di 175 CV.
Il modello 2007 ha presentato invece una rivoluzione, l'adozione delle 4 valvole per cilindro. La potenza è salita a 180 CV ed è stato adottato per la prima volta un acceleratore a comando elettronico (YCCT-I) insieme ad un sistema di aspirazione a geometria variabile (la lunghezza dei cornetti è maggiore ai bassi regimi e minore agli alti), per migliorare erogazione e potenza. I freni anteriori sono diventati a 6 pistoncini con dischi da 310 mm, ed è comparsa una frizione antisaltellamento[2].
Nel 2009 un'altra innovazione: l'adozione di un albero “a croce” che caratterizza il motore a scoppi irregolari, derivato dalla Yamaha YZR-M1 (prototipo da competizione). Anziché avere uno scoppio ogni 180° di rotazione come tutti i motori 4 cilindri in linea, la R1 2009 ha una sequenza 0°-270°-180°-90°. Il sound che ne deriva è esattamente quello di un V4 di 90°. Le misure di alesaggio e corsa diventano 78 x 52,2 mm, il rapporto di compressione è di 12,7:1, la potenza di 182 CV a 12500 giri, la coppia max 11,8 kgm a 10000 giri.
La scelta di una fasatura a scoppi irregolari è dovuta alla ricerca di una migliore risposta del motore in uscita di curva, a scapito della potenza massima: infatti questo motore si caratterizza per una notevole spinta ai medi regimi, dovuta anche all'acceleratore elettronico con 3 mappature. Purtroppo l'albero a croce impone un contralbero antivibrazioni, che contribuisce ad aumentare il peso della moto, sopra la media delle avversarie (206 kg in ordine di marcia)[2].
Nella sua versione sportiva, nel campionato mondiale superbike riesce a vincere, per la prima volta nella sua storia, il titolo piloti 2009, con alla guida l'esordiente americano Ben Spies.
La versione 2015 rappresenta un'ulteriore evoluzione: torna allo scarico laterale singolo, adotta un motore nuovo (sempre con albero a croce) con misure 79 x 50,9 mm e 200 CV di potenza massima a 13000 giri/min, e il peso in ordine di marcia è di 199 kg, grazie anche all'adozione di nuovi cerchi in magnesio. Nuove sono anche la valvola Exup allo scarico (per migliorare l'erogazione ai bassi/medi regimi) e la frizione antisaltellamento. Viene per la prima volta utilizzata una piattaforma inerziale (denominata IMU) a 6 assi, con sensori (3 giroscopi e 3 accelerometri) che analizzano in tempo reale e in 3D posizione e movimenti della moto, con controllo su trazione, slittamenti, impennate e partenze; vari parametri sono settabili elettronicamente. La dotazione presenta i seguenti sistemi:
La R1 2015 è anche disponibile in versione R1-M, con sospensioni elettroniche Ohlins, controllate dalla piattaforma IMU e personalizzabili, sistema di acquisizione dati CCU (Communication Control Unit) e carene in carbonio. La R1-M è un'edizione limitata, prenotabile solo on line.
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