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gioco di carte Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Whist è un classico gioco di carte in voga nel XVIII e XIX secolo, evoluzione del più antico Ruff and Honours. Nonostante le regole siano estremamente semplici, il gioco richiede un'analisi scientifica e, dal momento che i soli dati a disposizione di un giocatore sono le proprie 13 carte, è difficile riuscire a giocarlo bene.
Whist | |
---|---|
Luogo origine | Inglese |
Regole | |
N° giocatori | 4 |
Squadre | A coppie |
Giro | Senso orario |
Azzardo | No |
Mazzo | 52 carte |
Gerarchia semi | No |
Gerarchia carte | A, K, Q, J, 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2 |
Agli albori vennero scritti numerosi libri sull'arte di giocare a whist con Edmond Hoyle che scrisse un manuale divenuto poi famoso. Alla fine del XIX secolo un insieme di regole rigide descrivevano le leggi del gioco, la sua etichetta e le tecniche necessarie, le quali richiedevano grande impegno per l'apprendimento. Nei primi anni del ventesimo secolo il bridge contratto, che condivide molte caratteristiche del whist, diventò il gioco più popolare tra i giocatori "seri". Nondimeno, il whist continuò ad essere giocato in Gran Bretagna, spesso in tornei locali chiamati whist drives.
Al giorno d'oggi esistono molti giochi chiamati whist o wist; il termine è stato riutilizzato da una molteplicità di giochi basati sul whist originale, spesso con l'aggiunta di piccoli particolari, ad esempio:
Viene utilizzato un mazzo standard da 52 carte. L'ordine di importanza delle carte, è in ordine decrescente: A K Q J 10 9 8 7 6 5 4 3 2. Viene giocato da quattro giocatori a coppia. Per scegliere le coppie si alza il mazzo: i due giocatori con le carte più alte fanno coppia. Dopo aver scelto le coppie si alza per decidere chi tiene il mazzo.
Le carte possono essere mischiate da qualsiasi giocatore, anche se solitamente viene fatto dal giocatore alla sinistra del mazziere. Il mazziere ha il diritto di dare un'ultima mischiata. Un secondo mazzo può essere mischiato dal compagno del mazziere durante la distribuzione delle carte, in modo che sia già pronto per la mano successiva. Il mazzo viene tagliato dal giocatore alla destra del mazziere prima della distribuzione. Le carte vengono date una alla volta fino a esaurimento del mazzo. L'ultima carta, appartenente al mazziere, viene girata per mostrare il seme che comanda (il trump, simile alla briscola o all'atout del bridge). La carta mostrata resta sul tavolo fino al primo turno di gioco del mazziere. Il giro viene effettuato in senso orario.
Il giocatore alla sinistra del mazziere apre con una carta a scelta. Gli altri giocatori, in senso orario, devono rispondere al seme. Se un giocatore non puo' rispondere, è libero di giocare una carta a scelta. La mano viene vinta dalla carta più alta del seme giocato dal primo giocatore, a meno che sia stato giocato un trump. In questo caso vince la mano con il trump più alto. Il giocatore che si aggiudica la mano ha il diritto di iniziare la successiva.
Dopo che tutti i 13 turni sono stati giocati, la coppia che si è aggiudicata il maggior numero di mani segna un punto per ogni mano aggiuntiva, ovvero per ogni mano dopo la sesta. La partita viene vinta dalla prima coppia che segna 5 punti.
Gli onori (honours) sono i punti che vengono assegnati a chi possiede le 4 carte più alte (A, K, Q, J) del trump. Chi ne possiede tre ha diritto a 2 punti, chi ne ha quattro può avere 4 punti. I punti derivati dalle mani vinte vengono conteggiati prima degli onori, e la coppia che segna 4 punti non può reclamare gli onori per vincere la partita. Gli onori non aggiungono niente ad una mano, servono solo per velocizzare le partite, e a volte non vengono usati.
Nel Conte di Montecristo, il whist è l'unico divertimento che si concede il procuratore Villefort. Charles Dickens parlò del whist nel libro Il Circolo Pickwick nel capitolo VI e ne fa un accenno in Grandi speranze nel capitolo XXIX e in David Copperfied nei capitoli XXXVII e XLI. Edgar Allan Poe parlò del whist nel suo racconto I delitti della Rue Morgue. Jane Austen cita il whist in Ragione e sentimento e nel suo romanzo incompiuto I Watson (The Watsons). Phileas Fogg, l'eroe del romanzo Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, è dedito al gioco del whist. Edward Gorey lo citò nel libro illustrato The Glorious Nosebleed.
Il gioco è spesso presente nei romanzi russi del XIX secolo ambientati nell'alta società. Fra gli altri ne hanno parlato Aleksandr Sergeevič Puškin, Nikolaj Gogol', Ivan Sergeevič Turgenev, Fëdor Dostoevskij e Lev Tolstoj. In Via col vento Scarlett lo gioca dopo aver sposato Rhett. Anche in Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen i personaggi giocano a whist. E anche in “Emma” i signori dell’epoca ne sono dediti. Horatio Hornblower è un eccellente giocatore nella serie omonima di C. S. Forester. Ne Il Gattopardo, i protagonisti (Don Fabrizio, Padre Pirrone e Tancredi) giocano a whist col Cavaliere Chevalley.
Al Shockley e Jack Torrence giocano a whist durante un flashback nell'opera di Stephen King Shining. Jack Aubrey e Stephen Maturin, protagonisti dei romanzi di Patrick O'Brian, lo praticano in diversi romanzi dell'autore. Lo scrittore francese Jules Barbey d'Aurevilly ha dedicato al gioco un racconto della raccolta Le diaboliche: Il rovescio delle carte di una partita di whist. Ne La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini, al duca Pietro, marito zio di Marianna, "secca dover rinunciare alle sue serate al Casino dei nobili dove si può giocare al whist".
Ne La Lega antiNatale di Michael Curtin, pubblicato nel 1989, i 4 protagonisti si ritrovano ogni mercoledì al pub per una partita di whist. Un intero capitolo descrive una partita col dettaglio delle carte giocate. Ne La Certosa di Parma di Stendhal è nominato molto spesso come gioco per gli scaglioni più alti della società dell'epoca. Durante il racconto il protagonista, Fabrizio del Dongo, è invitato dal Principe Ernesto V a giocarne una partita durante una serata di gala al suo palazzo. Ne I sotterranei del Vaticano di André Gide è citato da Lafcadio come un gioco insegnatogli dal suo 'zio' italiano Ardengo Baldi, il quale conosceva anche come barare al suddetto. Thomas Mann cita il whist nel romanzo La montagna incantata. Gustavo Flaubert nel libro Madame Bovary Charles guarda per 5 ore delle persone mentre giocano a whist. Nel "Piede del Diavolo" di Sir Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes indaga su un delitto avvenuto subito dopo una sessione di whist. Ne "Il libro della polvere" di Philip Pullman, l'immagine della persona ricercata viene affissa nella stessa bacheca in cui erano esposte le pubblicità dei tornei di whist. Cosima Wagner Liszt riferisce nel proprio diario veneziano di serate in famiglia trascorse a giocare whist.
Nel film Gangs of New York di Martin Scorsese, il personaggio di Daniel Day-Lewis, Bill il Macellaio, è dedito al gioco del whist. Si vede circa tra il minuto 37 e 38 del film. Lo giudica un gioco da "Gentiluomini".
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