Fattoria di Celle
villa seicentesca, museo di arte ambientale e contemporanea Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La Fattoria di Celle è un complesso storico con una villa risalente al XV secolo, situato in località Santomato, presso Pistoia. Dalla seconda metà del Novecento la tenuta ospita la collezione Gori, un'importante collezione di opere d'arte contemporanea realizzate spesso espressamente per la villa e il suo parco, che nel complesso rappresentano uno dei più importanti esempi di Land Art in Italia.
Fattoria di Celle | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Santomato |
Indirizzo | via Montalese, 7/A |
Coordinate | 43°56′44.47″N 10°58′52.82″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Arte contemporanea, arte ambientale |
Collezioni | Collezione Gori |
Periodo storico collezioni | Secondo Novecento/contemporaneo |
Istituzione | 1970 |
Fondatori | Giuliano Gori |
Apertura | 12 giugno 1982 |
Proprietà | Giuliano Gori |
Sito web | |
Nel secolo XV la villa con i terreni annessi apparteneva ai Pazzaglia e in seguito passò ai Fabbroni, nobile e colta famiglia pistoiese alla quale si deve in massima parte sia la ristrutturazione dell'edificio, che la sistemazione del giardino. Questo venne trasformato nella prima metà del XIX secolo in parco romantico, su progetto dell'architetto Giovanni Gambini.
A partire dagli anni quaranta Giuliano Gori, dinamico imprenditore pratese, iniziò a costituire una ricca collezione di opere contemporanee nella sua casa in piazza Sant'Agostino a Prato; negli anni cinquanta la sottopose a radicali modifiche per renderla adatta all'esposizione della collezione in continua crescita. Insoddisfatto del modo tradizionale in cui erano esposte le opere d'arte e sulla scia della suggestione ricavata dalla visita nel 1961 del Museo nazionale d'arte della Catalogna di Barcellona (laddove le opere sono inserite nel ricostruito contesto originale) e delle installazioni viste a documenta Kassel ed alla Biennale di Venezia, egli cominciò a pensare alla possibilità di chiamare artisti con cui condivedere tempo, idee e spazi per dare vita all'antesignano progetto dell'arte ambientale. Giuliano Gori, trovato il luogo adatto alla realizzazione della propria idea, acquistò la fattoria di Celle a Santomato di Pistoia dove si trasferì nel 1970 insieme a Pina e ai quattro figli, Patrizia, Fabio, Paolo e Stefania, portando con sé anche la prima collezione che distribuì negli spazi della villa.
Nel 1981 costituì una commissione internazionale composta da Amnon Barzel, Renato Barilli, Francesco Gurrieri, Knud Jensen e Manfred Schneckenburger, con la quale mise a punto uno speciale regolamento "etico" che tuteli sia l'ambiente che il manufatto artistico: l'ambiente del parco deve essere rispettato sia nelle specie vegetali che nella sua conformazione, così che le opere d'arte esposte non si ponessero in termini prevaricatori nei confronti della natura. Ogni artista scelse il proprio luogo all'interno del parco e su quello e per quello progettò un'opera, in materiali durevoli e non effimeri; i lavori dovevano essere inamovibili e non potevano essere in alcun modo privati del loro ambiente. Gli artisti furono personalmente selezionati da Giuliano Gori, accompagnati sul luogo e messi in contatto con le maestranze artigiane che dovevano realizzare le opere.
Il 12 giugno 1982 vennero inaugurate le prime nove installazioni all'aperto (di Alice Aycock, Dani Karavan, Robert Morris, Dennis Oppenheim, Anne e Patrick Poirier, Ulrich Rückriem, Richard Serra, Mauro Staccioli, George Trakas), contemporaneamente alle sei che andarono ad arricchire la collezione all'interno della villa (di Luciano Fabro, Gilberto Zorio, Giuseppe Penone, Nicola De Maria, Aldo Spoldi, Mimmo Paladino, Gianni Ruffi e Michelangelo Pistoletto).
L'attività di Gori e degli artisti di volta in volta coinvolti nel parco è continuata incessante e costante negli anni successivi, sino a raggiungere con gli ultimi interventi nel 2022, la straordinaria collezione di oltre 50 opere all'aperto.
La totalità delle opere degli artisti è fortemente condizionata ed in qualche modo configurata dal contesto ambientale del parco e degli annessi della villa e della fattoria. Il parco si presenta come un vasto giardino all'inglese collocato sul retro della villa, a cui si accede dal cancello neoclassico posto lungo la via Montalese tramite un sinuoso viale (disegnato dallo Ximenes), e si attesta a nord della villa padronale e del suo belvedere. Disegnato a partire dal 1844 da Giovanni Gambini secondo quel gusto romantico imperante nei giardini europei, il parco è ricco di architetture ed episodi naturalistici che ne costituivano il naturale pendant; vi si trovano infatti un padiglione neogotico adibito a palazzina per il tè, una voliera romantica in laterizio e ferro, un monumento di gusto neoegizio, uno spazio ad uso di ghiacciaia. Il torrente Brana, che attraversa l'area del parco, venne abilmente utilizzato per la realizzazione di un lago in forme naturali corredato da un'isoletta ospitante un tempietto in forme neoclassiche e da un "orrido" roccioso, attraversato da un ponticello, su cui si infrange una cascata.
L'area della fattoria[1], tutt'oggi funzionante e produttiva, è invece caratterizzata da un paesaggio rurale tipicamente toscano, con terreni terrazzati coltivati a vite ed ulivo, appezzamenti a grano ed erbosi: gli annessi rustici (case coloniche, depositi e vinaie) sono anch'essi stati utilizzati dagli artisti come sede delle loro installazioni.
Oltre che un museo all'aperto, il terreno della villa Celle è anche una riserva naturale, numerose infatti sono le specie arboree presenti nel parco tra cui: abete bianco, ippocastano, carpino bianco, castagno, cedro dell'Atlante, cedro dell'Himalaya, cipresso di Lawson, cipresso comune, orniello, tuja gigante, abete rosso, pino nero, pino marittimo, platano, abete odoroso americano, douglasia, cerro, leccio, roverella, querciolo, farnia, quercia rossa, tasso, tiglio, olmo.
Sin dall'inaugurazione del primo nucleo delle opere, la collezione ambientale di Celle suscita un immediato interesse nella critica artistica internazionale e nazionale.
«una delle raccolte più suggestive d'arte contemporanea che esistano in Italia: [...] nel bosco un laboratorio museo aperto agli artisti che vogliano cimentarsi con un lavoro che subisce le influenza degli spazi e dei ritmi della natura»
«In questo caso gli artisti hanno deciso di includere o ignorare lo spazio, a seconda delle loro esigenze. [...]Così le opere d'arte a Celle possono essere considerate oggetti di studio di per sé e, allo stesso tempo, essere una lente speciale per guardare altre opere o il paesaggio stesso»
«L'arte alla fattoria di Celle acquista un'importanza maggiore rispetto alla sua dimensione o alla sua posizione; in questo luogo l'impresario Gori ha fornito a un numero di artisti contemporanei l'opportunità di realizzare installazioni che meditano sul rapporto tra il tardo Novecento e il passato, tra l'ambiente e la tradizione romantica che trasformò la natura in uno stato selvaggio ed idealizzato. Molti di questi artisti hanno riconosciuto che la natura è piena di riferimenti culturali, quasi una simulazione, e spesso ha un significato mutevole che elude definizioni precise. I loro lavori pongono domande sulla dicotomia natura - arte e creano profondi ed importanti quesiti sulla nostra capacità di interpretare questa natura trasformata, condizionata culturalmente e dalla quale dipendiamo tutti per la sopravvivenza»
Per la fortuna critica delle singole opere si rimanda alla bibliografia.
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