Il triangolo è caratterizzato dalle seguenti proprietà:
è una "figura indeformabile", dato che, assegnate le lunghezze dei lati, sono univocamente determinati anche gli angoli; ciò non è vero in generale per poligoni con un numero maggiore di lati;
è l'unico poligono per cui non è richiesto che sia regolare perché sia sempre possibile circoscrivere e inscrivere una circonferenza, perché per tre punti passa sempre una e una sola circonferenza;
la somma degli angoli interni è uguale a un angolo piatto, ossia 180°; va comunque precisato che tale uguaglianza vale soltanto nella geometria euclidea e non in altri tipi di geometria come la geometria sferica e quella iperbolica, dove invece tale somma è, rispettivamente, maggiore e minore di 180°;
la somma di due lati deve essere sempre maggiore del terzo lato o la differenza di due lati deve essere sempre minore del terzo lato.
I triangoli possono essere classificati in base alla lunghezza relativa dei lati:
In un triangolo equilatero tutti i lati hanno lunghezza uguale. Un triangolo equilatero si può definire equivalentemente come triangolo equiangolo, ovvero triangolo avente i suoi angoli interni di uguale ampiezza, pari a 60°.
In un triangolo isoscele due lati hanno lunghezza uguale. Un triangolo isoscele si può definire equivalentemente come triangolo avente due angoli interni di uguale ampiezza.
In un triangolo scaleno tutti i lati hanno lunghezze differenti. Un triangolo scaleno si può definire equivalentemente come triangolo avente i tre angoli interni di diverse ampiezze [1].
Equilatero
Isoscele
Scaleno
I triangoli possono essere classificati anche in base alle dimensioni del loro angolo interno più ampio; sono descritti di seguito usando i gradi d'arco.
Si dice triangolo degenere un triangolo che presenta un angolo
di 180°. Gli altri due angoli hanno necessariamente ampiezza zero, e un lato misura quanto la somma degli altri due: tale triangolo, come insieme di punti (graficamente), costituisce un segmento.
Si usa il termine triangolo degenere anche per una figura ottenuta come limite di un triangolo nel quale alcuni dei suoi vertici vanno all'infinito; tale figura si chiama anche triangolo ideale. Questa costruzione è molto usata in geometria iperbolica.
Un triangolo ideale con un vertice all'infinito risulta essere una striscia delimitata da un segmento e da due semirette che si estendono illimitatamente nella stessa direzione, ciascuna delle quali ha come estremità una di quelle del segmento; in particolare le rette possono essere ortogonali al segmento.
Ad ogni triangolo sono associati vari punti, ciascuno dei quali svolge un ruolo che, per qualche aspetto, lo qualifica come centrale per il triangolo stesso. Definiamo concisamente questi punti riferendoci ad un triangolo i cui vertici denotiamo con , e e i cui lati opposti denotiamo rispettivamente con , e .
circocentro di è l'intersezione dei suoi tre assi, ovvero il centro della sua circonferenza circoscritta (vedi circumcerchio);
excentro di opposto a un suo vertice è l'intersezione della sua bisettrice in e delle due bisettrici esterne relative ai due vertici rimanenti e ;
punto di Bevan di è il circocentro del triangolo excentrale di ;
punto di Apollonio di è l'intersezione dei tre segmenti che rispettivamente uniscono un vertice di con il punto nel quale l'excerchio di opposto ad è tangente al cerchio tangente ai tre excerchi di ;
punto di Gergonne di è l'intersezione dei tre segmenti che rispettivamente uniscono un vertice di con il punto nel quale il lato di opposto ad è tangente dell'incerchio di ;
punto di Nagel di è l'intersezione dei tre segmenti ciascuno dei quali unisce un vertice di con il punto nel quale il suo lato opposto è tangente del corrispondente excerchio;
punto di Fermat di è l'intersezione dei tre segmenti ciascuno dei quali unisce un vertice di con il vertice non appartenente a del triangolo equilatero uno dei cui lati è il lato opposto ad ed esterno a ;
punto di Napoleone di è l'intersezione dei tre segmenti che collegano ognuno un suo vertice con il centro del triangolo equilatero costruito, esternamente a , sul lato opposto ad ;
L'area di un triangolo può essere trovata per via trigonometrica. Usando le lettere della figura a destra, l'altezza . Sostituendo questo nella formula trovata precedentemente (per via geometrica), . L'area di un triangolo è quindi anche uguale al semiprodotto di due lati per il seno dell'angolo compreso.
Di conseguenza, per la nota identità , l'area di un triangolo qualsiasi con i due lati e e l'angolo compreso , è uguale all'area del triangolo con gli stessi lati e ma con angolo compreso supplementare
L'area di un parallelogramma con due lati adiacenti e e angolo compreso è il doppio di quella del triangolo che ha gli stessi dati, cioè .
Per risolvere il triangolo, cioè determinare la misura di tutti i lati e angoli, dati due lati e l'angolo compreso fra di essi, o un lato e i due angoli adiacenti, si usano il teorema dei seni e il teorema del coseno, quest'ultimo meglio noto col nome di Carnot.
L'area del triangolo può essere misurata con la formula matematica:
dove è la base e l'altezza ad essa relativa, perché il triangolo va visto come la metà di un parallelogramma di base e altezza .
Alternativamente l'area del triangolo può essere calcolata con
Consideriamo un triangolo nel piano cartesiano individuato attraverso le coppie di coordinate dei vertici .
La sua area è data dall'espressione
oppure con un'espressione che non utilizza il concetto di matrice
e il suo perimetro è dato da
Il concetto di triangolo si estende ed è ampiamente usato in tutte le geometrie non euclidee. Un triangolo in una geometria non euclidea si differenzia generalmente per il fatto che la somma dei suoi angoli interni non è 180°: questa somma è inferiore a 180° per ogni triangolo nel caso di una geometria iperbolica, mentre è superiore per ogni triangolo nel caso di una geometria ellittica.
Se due triangoli hanno rispettivamente congruente i tre lati, essi sono congruenti.
Criterio generale di congruenza dei triangoli
Se due triangoli hanno rispettivamente congruenti un lato e due angoli qualsiasi, essi sono congruenti.
In un triangolo l'angolo esterno di uno di essi è uguale alla somma degli altri due angoli interni.
Corollario 1: un triangolo non può avere né due angoli retti, né due angoli ottusi, né un angolo retto e uno ottuso, cioè un triangolo ha almeno due angoli acuti.
Corollario 2: gli angoli alla base di un triangolo isoscele sono acuti.
Al libro Topologia di Marco Manetti (2014) viene fatta risalire la tradizione di definire scaleno un triangolo di cui non venga specificata la relazione tra i lati. Questo è diverso dal chiedere che i lati siano tutti diversi. Nella nuova terminologia infatti un triangolo isoscele verrà considerato scaleno.Tale definizione viene ritenuta preferibile a quella tradizionale da molti autori contemporanei.[senzafonte]
(EN) Triangle Calculator - completes triangles when given three elements (sides, angles, area, height etc.), supports degrees, radians and grades.
(EN) Napoleon's theorem A triangle with three equilateral triangles. A purely geometric proof. It uses the Fermat point to prove Napoleon's theorem without transformations by Antonio Gutierrez from "Geometry Step by Step from the Land of the Incas"