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convenzione del 1990 tra Benelux, Germania e Francia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La convenzione di Schengen (ufficialmente convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen) è un trattato dell'Unione Europea, firmato inizialmente il 19 giugno 1990 da Benelux, Germania Ovest e Francia, in applicazione dell'accordo di Schengen del 1985, e successivamente anche da Italia (1990), Spagna e Portogallo (1991), Grecia (1992), Austria (1995), Danimarca, Finlandia e Svezia (1996)[1], che regola l'apertura delle frontiere tra i paesi firmatari.
Convenzione di Schengen | |
---|---|
Firma | 19 giugno 1990 |
Luogo | Schengen |
Efficacia | 26 marzo 1995 |
Scadenza | nessuna |
Firmatari originali | Benelux Germania Ovest Francia |
Depositario | Governo del Lussemburgo |
Lingue | tedesco, francese, olandese |
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L'accordo e la convenzione di Schengen, insieme a tutte le regole adottate sulla base dei due testi uniti agli accordi connessi formano l'acquis di Schengen, che dal 1999 è integrato nel quadro istituzionale e giuridico dell'Unione europea in virtù di un protocollo allegato al trattato di Amsterdam.[1]
Si può definire la convenzione di Schengen come una cooperazione rafforzata all'interno dell'Unione europea.
La convenzione di Schengen completa l'accordo di Schengen e definisce le condizioni di applicazione e le garanzie inerenti all'attuazione della libera circolazione, firmata il 19 giugno 1990 dagli stessi cinque Stati membri ed entrata in vigore nel 1995.
L'entrata in vigore di questi accordi è stata graduale, in quanto dovevano essere rispettati da parte degli Stati aderenti precisi requisiti sia normativi che tecnici.
Stati | Adesione da: | In vigore da: |
---|---|---|
Belgio Francia Germania Lussemburgo Paesi Bassi Monaco | 19 giugno 1990 | 26 marzo 1995 |
Italia | 27 novembre 1990 | 26 ottobre 1997 |
Portogallo Spagna | 25 giugno 1992 | 26 marzo 1995 |
Austria | 28 aprile 1995 | 1º aprile 1998 |
Grecia | 6 novembre 1992 | 26 marzo 2000 |
Danimarca Finlandia Svezia Islanda Norvegia | 19 dicembre 1996 | 25 marzo 2001 |
Slovenia Estonia Lettonia Lituania Polonia Rep. Ceca Slovacchia Ungheria Malta | 1º maggio 2004 | 21 dicembre 2007[2] (confini terrestri e marittimi) 30 marzo 2008 (aeroporti) |
Svizzera | 16 ottobre 2004 | 12 dicembre 2008 (confini terrestri) 29 marzo 2009[3] (aeroporti) |
Liechtenstein | 28 febbraio 2008[4] | 19 dicembre 2011[5] |
Bulgaria Romania | 1º gennaio 2007 (non in vigore) | (non definito)[6][7][8][9][10] |
Cipro | 1º maggio 2004 (non in vigore) | (non definito) |
Croazia | 1º luglio 2013[11] | 1º gennaio 2023[12] (confini terrestri e marittimi) 26 marzo 2023[13] (aeroporti) |
Il 21 dicembre 2007 sono entrati nello spazio Schengen nove dei dieci paesi entrati nella UE nel 2004 (resta fuori Cipro). A partire da tale data sono stati quindi rimossi i controlli di frontiera terrestri e marittimi mentre quelli negli aeroporti sono stati mantenuti fino al 30 marzo 2008. Tale proroga è stata concessa per dar modo di riorganizzare gli scali aerei.
L'eliminazione di ogni controllo delle persone sarà oggetto di ulteriori determinazioni dei ministri degli interni dei paesi UE. Mancano all'appello anche Romania e Bulgaria[6][7][8][9] entrati nell'Unione europea nel 2007.
La Svizzera, che non fa parte dell'Unione Europea, ha aderito al trattato nel 2004 e, dopo ripetuti rinvii, è entrato in vigore il 12 dicembre 2008 per i confini terrestri e il 29 marzo 2009 per gli aeroporti.[3] Il Liechtenstein, che aveva il confine con la Svizzera aperto, ha firmato gli accordi per poter mantenere tale situazione.[4] Il 28 febbraio 2008 ha firmato un accordo per la sua integrazione formale nello spazio Schengen, ratificato nel marzo 2011. Dopo un processo di valutazione, la sua adesione è avvenuta il 19 dicembre 2011.
Islanda e Norvegia non fanno parte dell'Unione Europea, ma insieme a Danimarca, Finlandia e Svezia fanno parte dell'Unione nordica dei passaporti che aderisce allo spazio Schengen.
Ogni Stato sottoscrittore dell'accordo, e persino la stessa Unione Europea, può sospendere l'uso del trattato per un limitato periodo e per specifici motivi, previa notifica alla Commissione europea.
Solitamente si ricorre quando uno Stato vuole rafforzare le misure di sicurezza nel caso esso ospiti importanti eventi o in caso di particolari crisi.
Di seguito sono riportati i principali casi. Per l’elenco completo si guardi qui: (EN) Notifiche di sospensione Schengen.
Il 17 marzo 2020, al fine di contrastare la diffusione del COVID-19, il trattato di Schengen è stato sospeso temporaneamente in tutta l’Unione europea ed anche nello Spazio economico europeo (EEA).[14]
L'Austria ha sospeso il trattato di Schengen:
La Francia ha sospeso il trattato di Schengen:
La Germania ha sospeso il trattato di Schengen:
L'Italia ha sospeso il trattato di Schengen:
La Norvegia ha sospeso il trattato di Schengen:
La Polonia ha sospeso il trattato di Schengen:
La Svezia ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere
La cooperazione intergovernativa era gestita da un Comitato Esecutivo, dotato di Segretariato. La firma del trattato di Amsterdam nel 1997 ha portato all'integrazione degli accordi di Schengen nell'acquis comunitario, attraverso un protocollo addizionale (protocollo n. 19). Dal 1º maggio 1999 quindi il Consiglio dell'Unione europea è subentrato al comitato esecutivo istituito dagli accordi di Schengen, e gli Stati che divengono membri dell'Unione europea sono vincolati a recepire nella totalità l'acquis di Schengen, sebbene le sue disposizioni vengano applicate gradatamente.
In Italia l'organo preposto al controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen è il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.
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