Loading AI tools
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Con l'espressione Canone buddista tibetano, o Canone tibetano, si indica, negli studi buddisti, l'insieme di due raccolte di testi propri della letteratura buddista canonica in lingua tibetana e che corrispondono a:
Il Canone tibetano è quindi l'opera che raccoglie i sūtra (མདོ, mdo), i tantra (རྒྱུད, rgyud), i śāstra (བསྟན་བཆོས, bstan bcos), il vinaya (འདུལ་བ།, 'dul ba) e in generale le scritture buddiste, tradotte in lingua tibetana e ritenute importanti per la tradizione del Buddismo Vajrayāna in Tibet.
Il Canone tibetano si è sostanzialmente formato dall'VIII al XIII secolo, assumendo una sua prima edizione definitiva grazie al dotto poligrafo e bla-ma (བླ་མ) del XIV secolo Bu-ston rin-chen grub ( བུ་སྟོན་རིན་ཆེན་གྲུབ་, anche Butön Rinchen Drup, 1290-1364). Complessivamente esso si compone di oltre trecento volumi comprendenti circa quattromila opere tradotte dal sanscrito, dal pracrito, dallo apabhraṃśa, dal cinese e da lingue centroasiatiche, ma si compone anche di commentari redatti direttamente in lingua tibetana[1].
L'iniziale compilazione dei predetti rami del Canone buddista tibetano, compilazione originaria andata perduta, è avvenuta nel corso dei primi 25 anni del XIV secolo presso il monastero di sNar-thang dgon-pa (སྣར་ཐང་དགོན་པ, anche Nartang, a 7 km ad Est della cittadina di Qumig, nella regione di Samzhubzê, Tibet meridionale), appartenente all'ordine monastico dei bKa' gdams pa (བཀའ་གདམས་པ་).
Tale compilazione, ad opera di eruditi, quali dBus-pa Blo-gsal Byang-chub-ye-shes (Upa Losal Jyangchub Yeshe, ca. 1265-1355) e bCom-Idan Rig-pa'i-ral-gri (Chomden Rigpé Raldri, 1227-1305), intendeva organizzare tutti i testi raccolti lungo le regioni tibetane. A questi eruditi si aggiunse, successivamente, il poligrafo Bu-ston rin-chen grub.
Questi eruditi tibetani si ispirarono, nella formazione del Canone, a più antichi cataloghi delle opere scritte o tradotte in lingua tibetana durante il periodo reale (VII-IX secolo), il cui più noto è il IDan dkar ma predisposto nell'812, o ancora probabilmente, dall'emulazione nei confronti dei buddisti cinesi, questo per giungere a una edizione definitiva degli scritti buddisti in tibetano[2]. Da evidenziare inoltre che il criterio di edizione di questi eruditi fu basato sul fatto di approvare, in particolar modo per i tantra raccolti nel bKa’-’gyur, solo quei testi di cui esistevano ancora i manoscritti originari dell'India. Ciò portò gli eruditi ad escludere buona parte del materiale tradotto prima dell'XI secolo, ed è per questa ragione che il Canone buddista in questa lingua è ricco di testi medievali, ma, comparativamente, povero dei testi più antichi.
La ragione di questa selezione a favore dei testi di cui si conservava ancora la versione indiana era motivata dal fatto che a partire dal lotsāva (ལོ་ཙཱ་བ།, traduttore tibetano) Rin-chen-bzang-po (མི་འགྱུར་རིན་ཆེན་བཟང་པོ, 958-1055) lo stile di traduzione era cambiato, da uno di tipo "analogico" (དོན, don) si era passati a un criterio di traduzione maggiormente "letterale" (ཚིག, tshig).
Una seconda versione del bKa’-’gyur, detta Tshal pa (ཚལ་པ་), basata su quella del effettuata nel monastero di sNar-thang, la si deve ad un gruppo di eruditi con il patrocinio dal principe locale Si-tu dGe-ba'i-blo-gros (anche Situ Gewe Lodrö, 1309-1364; anche Tshal pa kun dga 'rdo rje ovvero Tshelpa Kunga Dorje) nel monastero di Tshal Gung-thang (ཚལ་གུང་ཐང་དགོན་པ།, a 10 km da Lhasa) afferente ai bKa'-brgyud (བཀའ་བརྒྱུད). Di questa edizione conserviamo il colophon e quindi sappiamo, ad esempio, che le revisioni apportate seguivano le indicazioni proprie del Mahāvyutpatti, spostando alcuni titoli del bKa’-’gyur di Narthang nel bsTan-’gyur. Tale edizione, unitamente a una nuova redazione bsTan-’gyur, venne consacrata da Bu-ston rin-chen 'grub nel 1351 ed è considerata il prototipo delle edizioni orientali del Canone tibetano. Il Tshal pa bKa’-’gyur fu alla base della prima versione xilografica del Canone tibetano, detta edizione di Yongle[3], a Pechino nel 1410, cui seguiranno diverse altre, tra cui: Wanli (1605), Kangxi (1684-1692 e 1717-1720), Qianlong (1737). Un'altra edizione importante afferente alla tradizione del Tshal pa bKa’-’gyur è quella detta Jang sa tham (འཇང་ས་ཐམ་; anche di Lithang o di Li thang, ལི་ཐང་། (理塘)), che poi sarà di base per un'ulteriore edizione detta di Co-ne (ཅོ་ནེ), dal nome della città che ne ospitava il monastero.
Una terza versione del bKa’-’gyur indicata con il nome di Them spangs ma (ཐེམ་སྤངས་མ) fu completata nel 1431 presso il monastero di dPal 'khor chos sde con sede a Rgyal-rtse (རྒྱལ་རྩེ, Gyantse, Tibet occidentale) sotto il governatore Rab brtan Kun bzang 'phags pa (Rabten Kunzang Pak, 1389-1442) prendendo come modello la versione del monastero di sNar-thang. Questa versione si diffuse rapidamente divenendo quella di riferimento del Tibet occidentale. Questa versione è particolarmente importante perché sarà largamente diffusa nel XVII secolo sotto il V Dalai Lama.
Vi furono successive edizioni e stampe le quali, invece di proseguire linearmente da queste prime edizioni, provocarono delle "contaminazioni" tra le stesse, ora prendendo da una versione ora da un'altra. È il caso, ad esempio, della prima versione a stampa effettuata in Tibet nel 1733 presso il monastero dei Sa skya pa a sDe dge (སྡེ་དགེ, Derge) che se da una parte riprende dalla edizione detta Jang sa tham (Li thang) quindi quella dalla tradizione dello Tshal pa, dall'altra riprende il bKa' 'gyur detto lHo rdzong (ལྷོ་རྫོང) di tradizione Them spangs ma.
Tutte queste versioni, tuttavia, prediligevano i tantra più recenti di cui si conservava un'edizione nelle lingue indiane, escludendo quelli antichi afferenti ai snga 'gyur rnying ma (སྔ་འགྱུར་རྙིང་མ།, anche Nyingmapa) questi furono raccolti da Rat na gLing-pa (རཏྣ་གླིང་པ་, anche Ratna Lingpa, 1403 - 1478) in un'opera intitolata rNying ma rgyud 'bum' (རྙིང་མ་རྒྱུད་འབུམ་, Nyingma Gyübum, "Centomila tantra della Tradizione Antica").
Per quanto concerne il bsTan-’gyur questo continuerà a raccogliere commentari fino all'epoca del V Dalai, nel XVII secolo, quando assumerà la sua forma definitiva.
Come spiegato più sopra esistono diverse edizioni del bKa’-’gyur, con differenti organizzazioni dei testi, di seguito, e a titolo esemplificativo, utilizzeremo la catalogazione propria della edizione detta di sDe dge (Derge, acronimo "D"), in complessivi 103 volumi, nella sua catalogazione da parte dell'Università del Tōhoku[4] (acronimo "Toh"), la più diffusa negli studi, e nella sua suddivisione da parte dell'istituto buddista tibetano "84000: Translating the Words of the Buddha". È da tener presente che i titoli delle opere possono, quindi, conservare delle varianti. Nella catalogazione dell'Università del Tōhoku, bKa’-’gyur si compone di 1.108 testi (Toh: 1-1108).
Come spiegato più sopra esistono diverse edizioni del bsTan-’gyur, con differenti organizzazioni dei testi, di seguito, e a titolo esemplificativo, utilizzeremo la catalogazione propria della edizione detta di sDe dge (Derge, acronimo "D"), in complessivi 103 volumi, nella sua catalogazione da parte dell'Università del Tōhoku[4] (acronimo "Toh"), la più diffusa negli studi, e nella sua suddivisione da parte dell'istituto buddista tibetano "84000: Translating the Words of the Buddha". È da tener presente che i titoli delle opere possono, quindi, conservare delle varianti. Nella catalogazione dell'Università del Tōhoku, il bsTan-’gyur si compone di 3.461 testi (Toh: 1109-4569).
Come precedentemente spiegato, vi sono diverse edizioni e manoscritti del Canone tibetano, quindi differenti sistemi di elencazione, segnatamente del bKa’-’gyur, i quali si possono suddividere nei seguenti raggruppamenti (in parentesi, e in neretto, gli acronimi citati negli studi, indispensabili per individuare un testo della raccolta):
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.