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Entità territoriale anarco-comunista esistito in Ucraina tra il 1918 e il 1921 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Machnovščyna (in ucraino Махновщина?) è stata un'entità territoriale di tipo anarchico e anarco-comunista localizzata nel sudest dell'odierna Ucraina e nata durante la guerra civile russa (1917-1923). È esistita dal 1918 al 1921, ed era gestita da soviet e comuni sotto il controllo dell'Esercito insurrezionale rivoluzionario d'Ucraina di Nestor Ivanovič Machno, leader militare e fondatore della società autonoma.[1][2]
Machnovščyna | |
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Motto: (RU) «Власть рождает паразитов! Да здравствует Анархия!» (IT) "Il potere genera i parassiti! Lunga vita all'Anarchia!" | |
Machnovščyna (in rosso) e le zone controllate dall'Esercito insurrezionale rivoluzionario d'Ucraina (in rosa) nell'odierna Ucraina (in bianco) | |
Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | (UK) Вільна територія (RU) Вольная территория |
Lingue ufficiali | ucraino russo |
Lingue parlate | ucraino russo |
Capitale | Huljajpole |
Politica | |
Forma di Stato | Società senza stato |
Forma di governo | Comune anarco-comunista |
Leader Militare | Nestor Machno |
Nascita | 27 novembre 1918 con Nestor Machno |
Fine | 28 agosto 1921 |
Causa | Annessione alla RSS Ucraina |
Territorio e popolazione | |
Popolazione | circa 7000000 nel 1918 |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Ucraina |
Succeduto da | RSS Ucraina |
Ora parte di | Ucraina |
L'Ucraina era un paese composto quasi totalmente da contadini, il che rendeva i campi coltivati il punto più importante dell'economia del paese; ciò permise agli ideali anarchici di diffondersi molto rapidamente, visto che i contadini avevano sempre aspirato alla proprietà della terra che coltivavano da generazioni in condizioni di estremo latifondismo. I terreni sottratti ai grandi latifondisti vennero interamente consegnati ai braccianti e, per quanto possibile, si attuò l'autogestione. I militanti anarchici di Machno difendevano e diffondevano questo modo di vedere le cose: reclamavano un totale smantellamento dell'autorità, ed erano famosi per i manifesti che affiggevano nei centri in cui penetravano:
«La libertà dei contadini e degli operai appartiene a loro stessi e non può subire restrizione alcuna. Tocca ai contadini e agli operai stessi agire, organizzarsi, intendersi fra di loro, in tutti i campi della loro vita, come essi stessi ritengono e desiderano [...]. I machnovisti possono solo aiutarli dando loro questo o quel parere o consiglio [...]. Ma non possono, e non vogliono, in nessun caso, governarli.»
Dopo il trattato di pace stipulato da Lenin l'11 novembre 1918 e la ritirata delle truppe austro-tedesche che, dopo aver imposto un regime autoritario in Ucraina, avevano tentato di reprimere la grande rivolta guidata da Machno e dai suoi compagni, la risposta fu tale che per la prima volta nella storia vi fu un tentativo di applicazione su larga scala dei principi dell'autogoverno anarchico. Essendo allora l'Ucraina un paese a stragrande maggioranza contadina, il fulcro dell'instauratosi modello politico-economico machnovista era, di conseguenza, la terra. Moltissimi contadini aderirono dunque agli ideali anarchici. L'indigente bracciantato agricolo, affamato di terre, aveva infatti ricevuto da Machno e dai suoi compagni i latifondi espropriati ai grandi proprietari terrieri. Le collettività contadine locali vissero, per la prima volta, l'esperienza dell'autogestione.
I contadini erano organizzati in comuni, o soviet del lavoro, indipendenti e coltivavano la terra comunitariamente, senza che fosse richiesta una qualche forma di supervisione o coordinamento da parte di un'autorità centrale, in linea con i principi dell'anarco-comunismo. Ne risultava dunque un'organizzazione estremamente egualitaria, dove il soviet aveva la sola funzione di porre in comunicazione i vari collettivi agricoli sparsi sul territorio. Il sistema bolscevico non riuscì a penetrare in tale struttura: le singole unità produttive erano infatti fra loro interagenti, sia a livello locale, sia a livello distrettuale e regionale, portando a forme di collaborazione comunitaria che, però, non limitavano in assoluto la libertà personale dei costituenti[3].
I rapporti tra gli anarchici ucraini e i Bolscevichi non sono mai stati particolarmente buoni; infatti già prima della creazione della società anarchica Machno aveva avuto una conversazione con Lenin che ha evidenziato il carattere discordante tra i due e tra le loro ideologie[4]:
«Lenin mi accolse paternamente, mi fece sedere. Cominciò a interrogarmi con il suo tono da organizzatore nel modo più preciso. La domanda su come i contadini accoglievano la parola d'ordine "tutto il potere ai soviet" me la fece tre volte. Gli risposi che per i contadini ciò voleva dire che il potere doveva allinearsi alla coscienza e alla volontà stessa dei contadini. Lenin mi rispose allora: il fatto è che i vostri contadini sono contaminati dall'anarchia. È un male? gli risposi. Lenin mi chiese poi dei distaccamenti rossi, della loro lotta eroica contro l'occupante, della mancanza di sostegno dei contadini. Temo, compagno Lenin, che siate male informato, risposi. I vostri gruppi restano lontani dalle strade e non combattono nelle campagne, come potete pensare che i villaggi vi sostengano? Non li vedono mai. Lui si mise a ridere: voi anarchici scrivete e pensate al futuro, siete incapaci di pensare al presente. Risposi che ero un contadino illetterato, che mi era difficile discutere su una questione così importante, ma posso dirvi, compagno Lenin, che in Ucraina, nella Russia del Sud, come dite voi Bolscevichi, noi siamo immersi nel presente ed è attraverso di esso che noi cerchiamo di avvicinarci al futuro, al quale, è vero, noi pensiamo. E noi pensiamo molto seriamente.»
La situazione iniziò a peggiorare quando nel 1920 i militanti machnovisti tentarono di stringere patto di collaborazione con i bolscevichi, ma vollero includere una clausola da quest'ultimi considerata assolutamente non condivisibile:
«Nella regione in cui opererà l'esercito machnovista, la popolazione operaia e contadina creerà le proprie istituzioni libere per l'autoamministrazione economica e politica; queste istituzioni saranno autonome e collegate federativamente - per mezzo di patti - agli organi governativi delle Repubbliche Sovietiche.»
Ciò non poteva altro che portare allo scontro armato fra anarchici e bolscevichi. Malatesta commentò poi:
«Il carattere squisitamente libertario del movimento e lo spirito egualitario ed antiautoritario non potevano che scontrarsi con i metodi ed i progetti dei bolscevichi che piegarono il movimento, dopo lunghi sforzi, nel 1921, con una spedizione diretta da Michail Frunze.[5]»
Lo scontro armato finì con la vittoria dell'Armata Rossa, che portò ad una violenta repressione degli ideali anarchici e infine all'annessione della regione alla RSS Ucraina.[6]
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