Tabernacolo di san Francesco
Edicola votiva a Borgo San Lorenzo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Tabernacolo di san Francesco è un'edicola votiva di Borgo San Lorenzo, collocata a lato della facciata della pieve di San Lorenzo, su una parete attigua al monastero di Santa Caterina, in via San Francesco.
Tabernacolo di san Francesco | |
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Tabernacolo di san Francesco | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Borgo San Lorenzo |
Indirizzo | via San Francesco |
Coordinate | 43°57′13.06″N 11°23′13.67″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Francesco d'Assisi |
Arcidiocesi | Firenze |
Consacrazione | 4 ottobre 1926 |
Fondatore | comune di Borgo San Lorenzo famiglia Chini |
Architetto | Chino, Tito e Dino Chini |
Stile architettonico | liberty, déco |
Completamento | 1926 |
In occasione delle celebrazioni per il settimo centenario della morte di san Francesco d'Assisi nel 1926, il Comune commissionò un'edicola monumentale alla manifattura Chini, che venne realizzata con la collaborazione dei vari appartenenti alla famiglia Chini e inaugurata solennemente il 4 ottobre 1926, giorno del santo.
La struttura fu progettata nel complesso da Chino Chini, Tito e Dino eseguirono le decorazioni pittoriche e il giovane Augusto le parti scultoree, compresa la statua del santo. Le opere in muratura furono completate da O. Cipriani, la tettoia e le opere di falegnameria da Emilio Maestrini, l'iscrizione, dettata dal padre cappuccino Epifanio, fu incisa da Cesare Squarcini.
Danneggiata dalle intemperie, l'edicola venne restaurata nel 1989 da Augusto Romagnoli.
L'edicola è caratterizzata da un gusto polimaterico e policromo, di stampo Liberty, frenato da una certa stilizzazione più tipicamente déco.
Sotto una tettoia decorata da formelle a goccia in ceramica, la statua del santo che parla a due uccellini si trova in una nicchia, rivestita da mattonelle iridescenti. Ai lati si trova una rappresentazione di uccelli tra viticci tipica del repertorio della Manifattura Chini, mentre in basso si trovano il lupo e l'agnello, ai lati dell'iscrizione. Tutt'intorno girano una fascia floreale dipinta e i rilievi ceramici degli stemmi di tutti i donatori dell'opera, tra cui si riconoscono quelli di molte famiglie del patriziato e dell'alta borghesia mugellana e fiorentina.
Anche la lampada votiva e la cancellata in ferro battuto vennero realizzate dalla manifattura Chini, che aveva un apposito dipartimenti per questo tipo di produzione. La cancellata presenta elementi militari, ed è forse riciclata, almeno nel disegno, da un qualche monumento ai caduti tipico del periodo.
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