Suore di carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa
istituto religioso femminile della Chiesa Cattolica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le suore di carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, dette anche suore di Maria Bambina, sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla S.C.C.G.[1]
Storia
Riepilogo
Prospettiva
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La congregazione venne fondata da Bartolomea Capitanio (1807–1833) e dalla sua collaboratrice Vincenza Gerosa (1784–1847) che, sotto la direzione del sacerdote Angelo Bosio, il 21 novembre 1832 lasciarono le loro case e si ritirarono in un'umile abitazione (il "conventino") presso l'ospedale di Lovere dove iniziarono a dedicarsi all'assistenza agli ammalati e all'educazione delle fanciulle. La Capitanio morì pochi mesi dopo la fondazione.[2]
La fraternità, sorta secondo lo spirito di san Vincenzo de' Paoli, adottò le costituzioni delle suore della carità, approvate da papa Pio VI il 25 luglio 1819. Il 5 giugno 1840, con il breve Multa inter pia, papa Gregorio XVI esonerò le suore di Lovere dalla dipendenza dalla congregazione della Thouret, autorizzando il sodalizio guidato dalla Gerosa a costituirsi in istituto autonomo: il 14 settembre 1841 Carlo Domenico Ferrari, vescovo di Brescia, accolse la professione dei voti delle prime nove postulanti, dando formalmente inizio alla nuova congregazione.[2]
Nel 1884 le religiose adottarono il nome di suore di Maria Bambina, per la statuina riproducente Maria in fasce conservata nella casa madre e in omaggio al mistero della natività della Vergine. Adottarono l'attuale nome dopo la solenne canonizzazione delle due fondatrici, celebrata da papa Pio XII il 18 maggio 1950.[3]
Attività e diffusione
Le suore di carità hanno come fine l'esercizio di tutte le opere di misericordia, particolarmente l'istruzione della gioventù, l'accudimento degli anziani e l'assistenza negli ospedali, anche in terra di missione.
Sono presenti in Europa (Italia, Romania, Spagna), nelle Americhe (Argentina, Brasile, Perù, California, Uruguay), in Africa (Egitto, Zambia, Zimbabwe, Etiopia) e in Asia (Bangladesh, Birmania, Giappone, India, Israele, Nepal, Thailandia);[4] la casa generalizia è a Milano in via Santa Sofia, 13.
Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava 5.068 religiose in 447 case.[1]
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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