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Hillel e Shammai furono due rabbini importanti del I secolo a.C., che fondarono scuole antagoniste di pensiero ebraico note come "Casa di Hillel" (in ebraico בית הלל?, Bet Hillel) e "Casa di Shammai" (ובית שמאי, Bet Shammai). Il dibattito tra queste due scuole in materia di pratica rituale, etica e teologia, è stato fondamentale per la formazione della Legge orale e dell'ebraismo odierno.[1]
Nonostante le molte dispute che si svilupparono successivamente tra le rispettive scuole di pensiero, solo cinque differenze sono registrate tra gli stessi Hillel e Shammai. Nel solo Talmud esistono 316 problematiche su cui dibatterono;[1] il grande numero delle loro dispute portò ad affermare: una legge si divide in due leggi.[2][3][4] Le materie discusse includono:
In generale la Casa di Shammai deteneva posizioni più rigorose di quelle della Casa di Hillel.[1] In alcune occasioni, quando succedeva l'opposto, la Casa di Hillel in seguito ritrattava la propria posizione;[1][9] similmente, sebbene non rimanga traccia complessiva delle ritrattazioni della Casa di Shammai, si riporta che alcuni suoi membri abbiano abbandonato un esiguo numero di opinioni più rigorose della propria scuola, a favore delle interpretazioni della Casa di Hillel.[10][11]
I principi della Casa di Shammai in relazione alla politica estera erano simili a quelli degli Zeloti, tra i quali trovarono quindi un supporto.[1] Siccome nel corso del I secolo l'indignazione pubblica contro i romani era cresciuta, la Casa di Shammai gradualmente prese il sopravvento e la Casa di Hillel, che era mite e conciliante, venne ad essere ostracizzata dagli atti pubblici di preghiera della Casa di Shammai.[1]
Man mano che il conflitto ebraico con i romani crebbe,[12] tutte le nazioni che circondavano la Giudea (allora parte della provincia giudaica romana) si misero dalla parte dei romani, causando alla Casa di Shammai di proporre che tutti i commerci e le comunicazioni tra ebrei e gentili dovessero essere completamente proibite.[1] La Casa di Hillel non fu d'accordo, ma quando il Sinedrio si riunì per discutere la materia, gli Zeloti si misero dalla parte della Casa di Shammai.[1]
Successivamente Eleazar ben Ananias, capo degli Zeloti militanti, invitò gli studenti di entrambe le scuole ad incontrarsi a casa sua; Eleazar pose uomini armati alla porta e ordinò loro di non lasciare che nessuno uscisse dalla riunione. Queste circostanze portarono alla morte di molti della Casa di Hillel, il che significa che i membri presenti della Casa di Shammai furono in grado di costringere tutti gli altri presenti alla riunione ad adottare una serie radicalmente restrittiva di norme note come I Diciotto Articoli; in seguito la storia ebraica registrò tale occasione come un giorno infausto.[13][14][15][16]
Tuttavia le sorti della Casa di Hillel migliorarono dopo la Prima guerra giudaica, che si era conclusa con la distruzione del Tempio ebraico; i capi ebrei non desideravano più guerre. Sotto Gamaliel II, il Sinedrio, che si era ricostituito a Yavne (cfr. anche Concilio di Jamnia), riesaminò i punti disputati dalla Casa di Hillel e questa volta furono le loro interpretazioni che ebbero il sopravvento e quindi il supporto del Sinedrio; nella maggioranza dei casi,[17][18] si affermò che ogniqualvolta la Casa di Shammai aveva contestato l'opinione della Casa di Hillel, l'opinione della Casa di Shammai veniva annullata ed invalidata.[19][20][21]
«...perché non v'è alcuna parola nella Torah, né alcuna lettera, che non contenga dei misteri sublimi e delle "fondamenta" sante. Beata la parte di chi ne ha preso conoscenza.»
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