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La selezione della città organizzatrice dei Giochi della XXXI Olimpiade si è conclusa il 2 ottobre 2009 a Copenaghen, durante la 121ª sessione del Comitato Olimpico Internazionale, con la designazione della città di Rio de Janeiro in Brasile. Per effetto di questa scelta, per la prima volta i Giochi si sono disputati nell'America Meridionale.
Il 4 giugno 2008 il Comitato Olimpico Internazionale ha reso nota la short-list delle quattro città i cui dossier di candidatura sono stati considerati idonei[1]. Tali città possono da quella data fregiarsi del titolo di Città candidata e riportare nel proprio logo i cinque cerchi olimpici. Esse sono:
In aprile e maggio 2009 la commissione di valutazione del CIO si è recata nelle città ammesse nella short-list delle candidature per i Giochi. Le visite sono state effettuate nei giorni:
Le votazioni si sono svolte 2 ottobre 2009 a Copenaghen durante la 121ª sessione del Comitato Olimpico Internazionale.
Città | 1ª votazione | 2ª votazione | 3ª votazione |
Rio de Janeiro | 26 | 46 | 66 |
Madrid | 28 | 29 | 32 |
Tokyo | 22 | 20 | |
Chicago | 18 |
Le città che hanno fatto ufficialmente richiesta di candidatura presso il CIO tramite i propri Comitati Olimpici nazionali, consegnando la lettera d'intenti per le Olimpiadi del 2016, sono state in tutto sette[6]. Oltre alle città candidate ufficiali citate sopra, inizialmente erano in lista anche:
Nella tabella seguente presentiamo i risultati ottenuti dalle singole città nel rapporto tecnico effettuato dal Comitato Olimpico Internazionale[15][16]. Le proposte di candidatura sono state valutate secondo alcuni aspetti chiave, a ognuno dei quali è stato assegnato un peso. La valutazione finale deriva da una media pesata dei voti conquistati nei singoli argomenti.
Parametro | Chicago | Praga | Tokyo | Rio de Janeiro | Baku | Doha | Madrid | Peso | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Supporto governativo, leggi e opinione pubblica | 2 | ||||||||||||||
Infrastrutture generiche | 5 | ||||||||||||||
Impianti sportivi | 4 | ||||||||||||||
Villaggio Olimpico | 3 | ||||||||||||||
Condizioni e impatto ambientale | 2 | ||||||||||||||
Alloggi | 5 | ||||||||||||||
Trasporti | 3 | ||||||||||||||
Sicurezza | 3 | ||||||||||||||
Esperienza da altri eventi sportivi | 2 | ||||||||||||||
Finanze | 3 | ||||||||||||||
Progetto complessivo ed eredità | 3 | ||||||||||||||
Risultato finale |
Prima della scadenza per la manifestazione ufficiale di interesse per l'organizzazione dei Giochi della XXXI Olimpiade, numerose città si erano dette interessate. Di seguito presentiamo un elenco di stati e/o città che avevano annunciato (o a volte solo ventilato) una possibile candidatura.
Una proposta del tutto originale era stata portata avanti congiuntamente dalle città di San Diego, USA e Tijuana, Messico. La regione delle due città avrebbe ospitato congiuntamente i primi Giochi olimpici transnazionali[29][30]. La proposta era stata poi scartata dal USOC[31]
Le città di Milano (candidatura inizialmente pensata congiunta con la regione Lombardia) e Roma presentarono presso il CONI la propria candidatura come proposta italiana per i Giochi del 2016. Successivamente il presidente del CONI Gianni Petrucci, a seguito del grande successo dei XX Giochi olimpici invernali, aveva anche proposto Torino[32] ma questa ipotesi non ha avuto nessuno sviluppo successivo.
Nel luglio 2006, tuttavia, il sindaco di Milano di fresca elezione Letizia Moratti ha ritirato la candidatura in polemica con il CONI che, a suo dire, avrebbe dato scadenze impossibili da rispettare per Milano (Letizia Moratti si era insediata, appunto, da poco a Palazzo Marino e avrebbe avuto bisogno di più tempo per studiare bene la candidatura)[33]. Questa scelta ha lasciato pertanto via libera alla capitale. Milano ha poi richiesto alla politica di sostenere la propria candidatura per l'Expo 2015, in cui è risultata vincente contro le rivali Torino e Napoli.
Successivamente al ritiro del capoluogo lombardo, Roma, per mezzo del sindaco Walter Veltroni, ha annunciato la rinuncia a concorrere, a causa, a suo dire, dello scarso sostegno ricevuto, oltre che della carenza di fondi per realizzare le infrastrutture. A fine 2006 la candidatura venne però rilanciata il 18 ottobre con approvazione della Camera dei deputati di una mozione bipartisan, firmata Gianni Alemanno e Goffredo Bettini per impegnare il governo a sostenere il progetto e reperire i 15 miliardi di euro necessari. La stessa mozione viene approvata anche dal Senato della Repubblica il 24 ottobre. Il 5 luglio 2007 però, all'indomani dell'assegnazione della XXII Giochi olimpici invernali alla città russa di Soči, Veltroni ha ritirato la candidatura della città, convinto delle scarse possibilità che, dopo le edizioni del 2012 e del 2014, i Giochi possano essere assegnati per la terza volta di fila a una sede europea. Contestualmente al ritiro, il sindaco ha annunciato che la capitale italiana presenterà la propria candidatura per i Giochi della XXXII Olimpiade, che si svolgerà nel 2020.
La selezione da parte del Comitato Olimpico Statunitense (USOC) per la città che avrebbe rappresentato gli Stati Uniti d'America nella corsa verso i Giochi olimpici 2016, iniziò nel maggio 2006, quando si effettuò un meeting fra l'USOC e i sindaci delle città interessate, Houston, Filadelfia, Chicago, Los Angeles e San Francisco[34]. Questa lista venne ridotta a sole tre città (Chicago, Los Angeles e San Francisco) il 26 luglio 2006[35] quando comunque l'USOC ancora non aveva deciso se candidare una propria rappresentate. Solo nel gennaio 2007 venne ufficializzata l'intenzione di candidatura.
Nel frattempo la città californiana di San Francisco, pur contando su un forte finanziamento da parte di investitori privati, si era ritirata dalla competizione per problemi avuti proprio con gli stessi finanziatori[36]. La città si era già candidata senza successo per i Giochi della XXX Olimpiade: venne infatti internamente sconfitta da New York.
Restavano in gara allora la città degli angeli e quella dell'Illinois. Los Angeles era forte dell'aver già ospitato i Giochi del 1932 e del 1984 e puntava su impianti già esistenti: il Los Angeles Memorial Coliseum (che è stato già due volte stadio olimpico), lo Staples Center, l'Home Depot Center a Carson, e l'Honda Center nella vicina Anaheim.
Per scegliere la candidata il comitato olimpico statunitense aveva stabilito delle regole da rispettare:
Queste regole, stabilite dal presidente Peter Ueberroth, sono valide per qualunque candidatura olimpica statunitense, presente e futura.
Il 14 aprile 2007 Chicago venne scelta come candidata ufficiale per gli USA[37].
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