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album di Giuni Russo del 1994 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Se fossi più simpatica sarei meno antipatica è un album della cantautrice italiana Giuni Russo, pubblicato nel 1994 dall'etichetta discografica EMI. La versione LP dell'album, pubblicata nel 2019, esordisce alla posizione #3 della classifica vinili della FIMI. Il disco è tornato a segnalarsi anche nella classifica degli album più venduti - calcolata bilanciando le unità fisiche uscite dai negozi ai download e alla somma degli stream totalizzati sulle principali piattaforme digitali a pagamento - in posizione #66.
Se fossi più simpatica sarei meno antipatica album in studio | |
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Artista | Giuni Russo |
Pubblicazione | 1994 |
Durata | 35:53 |
Dischi | 1 |
Tracce | 9 |
Genere | Pop |
Etichetta | EMI/SOUL TRADE MUSIC PUBLISHING GROUP |
Produttore | Maria Antonietta Sisini |
Giuni Russo - cronologia | |
«Sai che la sofferenza d'amore non si cura / se non con la presenza della sua figura...»
Dopo due anni di assenza dal mercato discografico italiano, Giuni Russo si ripresentò con questo disco un po' autobiografico, cimentandosi nel "canto cabaret" di una poesia di Ettore Petrolini, Fortunello, che dà il titolo al disco.
Brani autobiografici come Se fossi più simpatica sarei meno antipatica rispecchiano, in tutti i sensi, il carattere della Russo. Di questo brano è stato realizzato un videoclip musicale, per la promozione del singolo e dell'intero album.
Altro brano autobiografico è Niente senza di te, scritto sempre dal duo Russo-Sisini, con riferimenti alla terra natìa di Giuni, la Sicilia e della casa paterna isolana.
Il vento folle contiene citazioni tratte dal libro "Prima dell'alba" di Henri Thomasson.
Strade parallele (Aria siciliana), che mette in primo piano oggetti e sensazioni rimasti impressi nella mente dell'infanzia di Giuni (i colori, i sapori, i profumi, la fontana), vede infine la collaborazione e interpretazione musicale in duetto con Franco Battiato. Si tratta dell'unico brano scritto ed interpretato interamente in siciliano, cioè nella lingua madre di Giuni Russo.
Il testo di Oceano d'amore è tratto da una xilografia di Gabriele Mandel intitolata "Pesce, anima, oceano".
«(...) Ci sono delle belle cose, come per esempio Aria siciliana, ma non la faccio mai nei concerti, serve una voce maschile per duettare. In fondo potrei farla anch'io, fare la voce maschile è una cosa che mi diverte molto, forse un giorno lo farò. È una gamma vocale che non ho mai osato, però mi piacerebbe. Ma quella è una canzone seria, e se facessi la voce maschile diventerebbe ironica. In quella canzone c'è tutta l'atmosfera della mia infanzia. Quando ero piccola amavo stare da sola, in casa; si può dire forse che da bambina già cercavo una certa interiorità. I miei andavano al mare e io preferivo restare in casa, a sentire musica, a pensare; la notte, poi, guardavo le stelle. In quella canzone c'è, nella vocalità e anche nelle parole, la poesia della mia infanzia: i colori, i sapori, la fontana, gli odori, il profumo delle giornate di scirocco, i colori, la vanedda, che è la stradina silenziosa interna.»
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