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sanzione giuridica comminata a conseguenza della violazione di un precetto di diritto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Una pena,[1] in diritto,[2] indica una sanzione predisposta per la violazione di un precetto penale comminata secondo il diritto penale.[3] È erogata dall'autorità giudiziaria, con le forme e le garanzie previste dalla legge.[4]
Caratteristica essenziale è l'afflittività;[5]consiste cioè nella privazione o diminuzione di un bene individuale (vita, incolumità, libertà, rispettabilità,[6] proprietà).[7]
Secondo il principio giuridico di determinatezza,[8] la pena deve essere comprensibile a tal punto di fare capire a tutti i soggetti quali sono i comportamenti leciti e quali sono quelli illeciti.[9] Vi deve essere una proporzione tra pena e delitto,[10] la pena non può essere sproporzionata rispetto al delitto commesso, in base al principio di proporzionalità.[11]
Le teorie principali al riguardo sono la
Le tre teorie convivono in dottrina: la funzione della pena è infatti considerata triplice dalla dottrina maggioritaria.[19]
I principi giuridici fondamentali che regolano la sua disciplina in un moderno Stato di diritto sono:
La pena può svolgere varie funzioni: una funzione meramente retributiva (o assoluta), una funzione di prevenzione generale e una funzione di prevenzione speciale:
La prevenzione speciale si divide in:
Presupposti per la sua applicazione:
L'irrogazione e l'applicazione della pena è competenza dall'autorità giudiziaria previo espletamento di un regolare processo nei confronti di colui che violi un comando o un divieto della legge.
I principi giuridici fondamentali che regolano la pena e la sua applicazione sono stabiliti dall'ordinamento. Costituiscono deroga a tale principio l'aumento facoltativo di pena previsto per i recidivi, l'art. 133 c.p. impone al giudice di tener conto, nell'applicazione della pena, anche della capacità criminale del reo. Si distinguono in:
Dal 1º gennaio 2023 anche la detenzione domiciliare (in precedenza concedibile solo dalla Magistratura di sorveglianza) viene ascritta tra le pene principali (e quindi irrogabile direttamente dal giudice penale come condanna), ai sensi dell'art. 20-bis c.p. (introdotto con decreto-legge 10 ottobre 2022, n. 150).
Si ha estinzione della pena quando non si verifica l'effettiva realizzazione della medesima. Sono cause di estinzione della pena:
Ai fini della riabilitazione, la pena deve essere stata interamente eseguita, oppure estinta, e da quel momento devono essere trascorsi almeno 3 anni prima che possa essere concessa la riabilitazione. Salvo che la legge non disponga altrimenti l'effetto estintivo non concerne la pena principale ma solo le pene accessorie e gli effetti penali. La sua funzione è il reinserimento sociale del condannato, e può essere concessa solo su richiesta di quest'ultimo; è inoltre necessario che il condannato abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta. La riabilitazione non è concessa quando al condannato sia stata disposta una misura di sicurezza o quando non abbia adempiuto alle obbligazioni civili del reato. Può essere revocata quando il soggetto commetta delitto non colposo entro 5 anni dalla sentenza di riabilitazione[23].
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