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religioso russo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Procopio di Velikij Ustjug (... – 1303) fu uno "Stolto in Cristo" russo, venerato dalla Chiesa ortodossa russa.
Mercante cattolico, si convertì a Novgorod e, dopo aver donato tutto ciò che possedeva ai poveri, diventò monaco presso il monastero di San Varlaam di Chutyn, sito poco distante dalle mura della città. Dopo qualche tempo decise di trasferirsì nella città di Ustjug dove decise di testimoniare la propria fede diventando uno "Stolto in Cristo", scegliendo cioè di vivere simulando la pazzia, in miseria e disprezzando il proprio corpo per poter meglio partecipare alla passione di Gesù[1].
A detta dei suoi agiografi fu Procopio il primo esponente di questo movimento religioso nel nord della Russia, fu infatti il primo che, interpretando le parole di San Paolo "Noi siamo gli Stolti per la grazia di Dio, ma tu sei saggio in Cristo; noi siamo deboli, ma tu sei forte; tu sei onorabile, ma noi siamo reietti" (Prima lettera ai Corinzi, 4,10), decise di vivere solo, trasportando nelle sue peregrinazioni tre pesanti assi di legno per mortificare il proprio corpo, vestendosi di stracci e dormendo sotto i porticati delle chiese. Visse accettando solo l'elemosina dei meno abbienti e mai delle persone ricche, poiché riteneva che queste ultime avessero ottenuto ciò che possedevano in modo immorale, e tale atteggiamento lo costringeva a lunghi digiuni, che a volte perduravano per giorni.
In ogni posto dove si recava esortava e ammoniva chi trovava sul suo cammino. Il popolo lo considerava santo già in vita poiché gli riconosceva il dono della profezia e il verificarsi di molti miracoli. Morì anziano nel 1303, presso i cancelli del monastero di Arcangelo. La venerazione popolare gli attribuì un gran numero di miracoli anche dopo la sua dipartita e furono numerose le persone che testimoniarono di averlo visto per le strade anche dopo la sua morte. Viene ricordato l'8 luglio.
A Procopio furono attribuiti numerosi miracoli, tra i quali i seguenti:
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