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apparecchio elettronico che permette di trasmettere e/o ricevere onde radio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La radio è un apparecchio elettronico che permette di trasmettere e/o ricevere onde radio. In particolare, se è in grado solo di trasmettere è chiamato "radiotrasmettitore" o "radiotrasmittente", se è in grado solo di ricevere è chiamato "radioricevitore" o "radioricevente" (nelle apparecchiature HiFi si usa solitamente il termine "sintonizzatore" o "tuner"), se è in grado sia di ricevere che di trasmettere è chiamato "ricetrasmettitore" o "ricetrasmittente".
La radio fa parte della categoria dei cosiddetti "elettrodomestici bruni" o "elettrodomestici marroni", ovvero apparecchi elettrici per la comunicazione e lo svago, a cui appartengono anche il televisore, il telefono, il giradischi e il videoregistratore.[1] Tale classificazione deriva dai colori dei materiali con i quali storicamente erano costruiti tali tipi di elettrodomestici, ovvero involucri di legno o materiali sintetici marroni o neri.[1]
Il funzionamento di un apparecchio radio consiste nel ricevere un segnale radio di frequenza prestabilita (il canale) e questo avviene con la "sintonia". Quindi il segnale inserito nell'onda elettromagnetica in fase di trasmissione (modulazione) deve essere estratto per mezzo della "rivelazione" per essere destinato all'uso finale, per esempio emesso come suono da un altoparlante.
Una radio analogica fa da interfaccia tra un segnale analogico proveniente dall'antenna e un sistema analogico (un trasduttore o un insieme di trasduttori che trasformano il segnale elettrico proveniente da un amplificatore acustico in suono), oppure fa da interfaccia tra un segnale digitale e un sistema analogico (un trasduttore o un insieme di trasduttori che trasformano il segnale elettrico proveniente da un amplificatore acustico in suono) mediante una conversione interna digitale-analogico.
Una radio digitale invece fa da interfaccia tra un segnale analogico proveniente dall'antenna e un sistema digitale (un trasduttore o un insieme di trasduttori che trasformano il segnale elettrico proveniente da un amplificatore acustico in suono) mediante una conversione interna analogico-digitale, oppure fa da interfaccia tra un segnale digitale decodificato proveniente dall'antenna e un sistema digitale (un trasduttore o un insieme di trasduttori che trasformano il segnale elettrico proveniente da un amplificatore acustico in suono).
Nel corso della storia delle radio si sono succedute differenti tipologie di circuiti elettronici che, sebbene tutte con identico fine, hanno progressivamente reso l'uso dell'apparecchio radio più semplice e confortevole per l'utilizzatore comune. Le principali configurazioni storiche sono:
Gli apparecchi moderni funzionano sul principio della supereterodina, che offre rispetto alle soluzioni circuitali storiche una maggiore sensibilità, stabilità e omogeneità di funzionamento.
L'adattatore d'antenna ha un duplice scopo, funziona sia da sintonizzatore e selettore di frequenza.
Incrementa l'intensità del segnale a radiofrequenza (RF) ricevuto per permetterne la successiva miscelazione. La larghezza di banda deve coprire tutto lo spettro ricevibile dall'apparecchio.
Si tratta di un oscillatore che genera localmente una frequenza che, miscelata con il segnale ricevuto dall'antenna, darà origine alla frequenza intermedia. La differenza tra il valore della frequenza generata dall'oscillatore locale e la frequenza che si desidera ricevere deve pertanto essere equivalente al valore della frequenza intermedia. Ne consegue che la frequenza di accordo dell'oscillatore deve variare di pari passo con la sintonia. Per questo scopo si utilizzano condensatori variabili doppi comandati dallo stesso asse, oppure circuiti elettronici progettati allo scopo (es.: PLL).
In questo stadio vengono miscelati il segnale ottenuto dall'amplificatore a radiofrequenza ed il segnale prodotto localmente. Per il fenomeno del battimento di frequenza si ha la creazione di due segnali con valore di frequenza pari rispettivamente alla somma ed alla differenza tra i due segnali entranti. I segnali battimento riportano la somma delle modulazioni dei segnali originali, ovvero, poiché il segnale locale non è modulato, la modulazione del segnale radio ricevuto.
Lo stadio amplificatore di media frequenza (MF) è in realtà costituito tipicamente da più amplificatori posti in cascata, con banda passante stretta e accordata sulla frequenza differenza uscente dal miscelatore. Poiché la frequenza intermedia ha sempre lo stesso valore indipendentemente dalla frequenza radio ricevuta, si ha che l'apparecchio ricevente presenterà caratteristiche di sensibilità e amplificazione uniformi su tutto lo spettro di ricezione. Per ridurre la generazione di disturbi si sono stabiliti a livello internazionale determinati valori per le frequenze intermedie; negli apparecchi commerciali si utilizzano 455, 465, 467 o 470 kHz per la banda AM ad onde medie; 10,7 MHz per la banda FM 88-108 MHz.[2]
È lo stadio che estrae la componente modulante dal segnale a media frequenza che, come detto, riflette la modulazione del segnale a radiofrequenza originario. La sua costituzione circuitale differisce enormemente in funzione del tipo di modulazione utilizzata, AM, FM, ecc.
L'amplificatore audio è ovviamente presente in riferimento ad un ricevitore radio audio. Si tratta di un normale amplificatore che aumenta la potenza del segnale in bassa frequenza fornito dal rivelatore al fine di pilotare un altoparlante o altro dispositivo di uscita audio.
La radio è stata uno dei mass media più influenti e duraturi nella storia della comunicazione, giocando un ruolo cruciale nella diffusione di informazioni, cultura e intrattenimento. Nonostante l’avvento di nuovi mezzi di comunicazione come la televisione, Internet e i social media, la radio ha mantenuto una sua rilevanza per vari motivi.
Nata all'inizio del XX secolo, la radio ha rapidamente conquistato il mondo grazie alla sua capacità di trasmettere informazioni in tempo reale a una vasta popolazione. Negli anni '20 e '30, la radio era uno dei pochi mezzi di comunicazione di massa e svolgeva un ruolo fondamentale per tenere aggiornati i cittadini su notizie, eventi sportivi e culturali.
Gli anni '30 e '40 sono considerati l’età d’oro della radio. Durante questo periodo, milioni di persone si radunavano attorno ai loro apparecchi per ascoltare programmi di varietà, fiction radiofoniche, notiziari e trasmissioni in diretta, comprese le cronache di eventi storici come la Seconda Guerra Mondiale.
La radio ha creato nuovi tipi di intrattenimento e forme di espressione artistica. Ha introdotto generi come il radiodramma, il varietà musicale, e programmi di quiz. Negli anni, ha contribuito anche a lanciare carriere di molti artisti e ha rappresentato una piattaforma importante per la musica popolare, specialmente durante la nascita del Rock and roll negli anni '50.
Con l'introduzione della televisione negli anni '50, la radio ha perso parte della sua centralità come mezzo principale di intrattenimento e informazione. Tuttavia, si è adattata, concentrandosi maggiormente su contenuti specifici come musica, talk show e news brevi. Con l'avvento di Internet e dei podcast, la radio ha ulteriormente diversificato il suo ruolo.
Oggi, la radio ha saputo reinventarsi con la diffusione di Internet e degli smart speakers. Stazioni radio in streaming, app come TuneIn e i podcast hanno aperto nuove vie di accesso ai contenuti, rendendo la radio disponibile ovunque e in ogni momento. Alexa, ad esempio, ha permesso a molti di continuare a vivere l’esperienza radiofonica in modo moderno e personalizzato, adattandosi alle nuove abitudini di ascolto.
Nonostante la forte concorrenza con i nuovi media, la radio ha mantenuto un posto importante grazie ad alcuni fattori chiave:
In sintesi, la radio rimane uno dei mass media più resilienti, capace di adattarsi ai cambiamenti tecnologici e mantenere un pubblico fedele.
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