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Il ricambio del personale (o turnover) è il tasso di ricambio del personale ovvero il flusso di persone in ingresso e in uscita da un'azienda.
Esistono due tipi di turnover:
Esistono diversi indicatori di turnover; quelli che generalmente si usano prendono in considerazione l'anno lavorativo. I principali sono:
Studiando il ricambio del personale di un'azienda è interessante considerare anche il tasso di stabilità relativo ad un anno x:
tasso di stabilità: (personale con anzianità > x / organico all'anno n-1)*100
Un elevato ricambio significa che i dipendenti non sono soddisfatti del loro lavoro, specialmente quando è facile trovarne uno nuovo. Gli elementi predittori di questo fenomeno sono riconducibili a:
Un basso tasso di ricambio del personale può significare che gli elementi sopra citati non sono presenti. Tuttavia un basso turnover si identifica con aspetti legati ad opportunità di carriera, salario ottimale, cultura aziendale condivisa, riconoscimento della direzione, ed un posto di lavoro confortevole.
Non esiste un ricambio ideale ed ottimale, bensì ogni azienda ha il proprio, in quanto il risultato è influenzato dal settore economico e dal mercato del lavoro in cui è inserita e dalle dimensioni aziendali.
Si può altresì identificare un tasso di ricambio del personale per ogni reparto o divisione aziendale.
Le organizzazioni possono usare l'intervista di uscita per capire la motivazione che spinge il dipendente ad uscire, e analizzare i problemi incontrati.
L'analisi dei dati interni e il confronto con il mercato del lavoro sono utili per programmare i piani di assunzione, di formazione e di mobilità interna.
Il mantenimento del dato storico consente di poter verificare anno dopo anno l'incidenza delle politiche volte ad aumentare o diminuire il tasso di ricambio.
Secondo alcune teorie il turnover può avere un costo che arriva fino al 150% del pacchetto remunerativo del personale uscito. Il costo troppo alto del ricambio del personale è la ragione che spiega l'importanza di trattenere i dipendenti in azienda.
Costi diretti: spese sostenute dall'azienda per l'entrata del nuovo personale (tempi e costi di ricerca e selezione, inserimento e formazione);
formula: ((somma dei costi di ricerca e selezione + inserimento)/assunti nel periodo) * nr. assunti per turnover
Costi indiretti: sono costi collegati ad una minor produzione a causa dell'uscita di un lavoratore (maggior lavoro per i collaboratori, clienti insoddisfatti).
In letteratura vi sono anche studi sui costi della mancanza di ricambio (o non turnover) cioè quei costi generati dalla mancata uscita di un lavoratore insoddisfatto, la cui permanenza nell'azienda può ripercuotersi sulla produttività e sul clima aziendale.
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