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Il Regno di Damot (amarico : ዳሞት) è stato un regno medievale in quella che oggi è l'Etiopia occidentale.[1] Il suo territorio si trovava lungo il corso alto del Nilo Azzurro.[2] La sua potenza e influenza era tale da costringere il Sultanato di Showa (chiamato anche Shewa) a pagare tributi. Riuscì a sconfiggere anche l'esercito della dinastia Zagwe, inviato a sottomettere il suo territorio. Damot conquistò diversi territori musulmani e cristiani.[3] Il Sultanato musulmano di Showa e l'Impero cristiano di Etiopia, rinato sotto Yekuno Amlak, restauratore della Dinastia Salomonide, formarono un'alleanza per contrastare l'influenza di Damot nella regione.[4]
La storia di Damot come entità indipendente terminò dopo la conquista della regione da parte dell'imperatore Amda Seyon nel XIV secolo e rimase in seguito sotto l'influenza della dinastia salomonide.[5] Pur essendosi originariamente insedati a sud dell'Abay e ad ovest del fiume Muger,[6] i governanti di Damot, sotto la pressione degli attacchi di Oromo, furono costretti a trasferirsi, tra il 1574 e il 1606,[7] a nord dell'Abay, nel Gojjam meridionale.
I re, che portavano il titolo di Motalami, risiedevano in una città che, secondo il racconto agiografico della vita di Tekle Haymanot, si chiamava Maldarede. Successivamente, il regno diminuì di dimensione e il nome divenne Regno di Wolayta. Il suo territorio si estendeva a est oltre il Muger fino al Jamma.[6]
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