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colpo di stato in Austria in 1934 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il putsch di luglio fu un tentativo di colpo di Stato fallito contro il regime austrofascista da parte dei nazisti austriaci, che ebbe luogo tra il 25 e il 30 luglio 1934.
Putsch di luglio parte del periodo interbellico | |||
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Auto della polizia a Balhausplatz, davanti alla Cancelleria, 25 luglio 1934 | |||
Data | 25-30 luglio 1934 | ||
Luogo | Vienna, Austria | ||
Esito | Vittoria austrofascista
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Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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Effettivi | |||
Perdite | |||
Voci di colpi di Stato presenti su Wikipedia | |||
Pochi mesi dopo la guerra civile austriaca, nazisti austriaci e soldati delle SS tedesche attaccarono la Cancelleria a Vienna nel tentativo di deporre il governo al potere del Fronte Patriottico sotto Engelbert Dollfuss a favore della sua sostituzione con un governo filo-nazista sotto Anton Rintelen del Partito sociale cristiano. Il putsch nazista alla fine fallì, poiché la maggioranza della popolazione e dell'esercito austriaco rimasero fedeli al governo. I nazisti riuscirono a uccidere Dollfuss, ma Kurt Schuschnigg gli successe e il regime austrofascista rimase al potere.
Un'invasione tedesca dell'Austria a sostegno del putsch venne evitata a causa della garanzia di indipendenza e sostegno diplomatico che l'Austria ricevette dall'Italia fascista.
Il Machtergreifung nazista in Germania il 30 gennaio 1933, quando il presidente Paul von Hindenburg nominò Adolf Hitler cancelliere, diede un enorme impulso ai nazisti austriaci. Quando il cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss impedì ulteriori sessioni del parlamento del Consiglio nazionale il 4 marzo 1933, i nazionalsocialisti risposero con la richiesta di nuove elezioni, una propaganda massiccia e un'ondata di terrorismo. Dollfuss rispose a tali azioni con misure autoritarie, quali perquisizioni e arresti. La situazione venne aggravata dal ministro della Giustizia bavarese, l'avvocato nazionalsocialista Hans Frank, che in un discorso pubblico l'8 marzo minacciò il governo austriaco con un intervento armato delle forze naziste. Ciò nonostante, il governo di destra austriaco inizialmente si concentrò sull'abolizione del Partito Comunista d'Austria e dell'organizzazione paramilitare socialdemocratica Republikanischer Schutzbund. Quando Hans Frank, insieme ai suoi compagni di partito Hanns Kerrl e Roland Freisler, il 13 maggio 1933, entrò personalmente nel paese per parlare a Vienna (dove agiva) e a Graz (dove parlò apertamente contro il regime di Dollfuss e si rivolse ai tedeschi austriaci incoraggiandoli alla disobbedienza civica), dopo un viaggio di due giorni, il 15 maggio 1933, [senza fonte] e il partito nazista austriaco venne abolito il 19 giugno 1933. Molti nazionalsocialisti fuggirono in Germania e si arruolarono nella Legione austriaca, mentre altri rimasero in Austria e continuarono le loro azioni illegali. Il governo di Hitler reagì con dure sanzioni economiche volte al turismo austriaco.
Il 25 luglio 1934, nel bel mezzo di difficili tensioni sociali e politiche, e con la conoscenza delle posizioni ufficiali tedesche, 154 uomini delle SS travestiti da soldati del Bundesheer e da poliziotti entrarono nella cancelleria austriaca. Dollfuss venne ucciso da due proiettili sparati dal nazista Otto Planetta. Il resto del governo riuscì a fuggire. Un altro gruppo di golpisti occupò la stazione radio RAVAG e trasmise un falso rapporto su un presunto trasferimento di potere da Dollfuss ad Anton Rintelen, che doveva essere la chiamata per tutti i nazisti in tutta l'Austria ad iniziare la rivolta contro lo Stato. Ci furono diversi giorni di combattimenti in alcune zone della Carinzia, della Stiria e dell'Alta Austria, così come rivolte più piccole a Salisburgo. Ci furono combattimenti nell'Alta Stiria, sia nella zona industriale tra Judenburg e Leoben sia ad Enns, nel distretto di Deutschlandsberg nella Stiria sud-occidentale e nella Stiria sud-orientale a Bad Radkersburg. Scontri sanguinosi ebbero luogo in ed intorno a Schladming e a Leoben.
In Carinzia, i centri del colpo di stato erano nella Bassa Carinzia e a Sankt Paul im Lavanttal. In Austria, oltre alle azioni individuali nel Salzkammergut, i combattimenti si concentrarono nel Passo di Pyhrn e nel Mühlviertel, dove, la notte del 26 luglio, nell'area di Kollerschlag, al confine austriaco-bavarese, una divisione della Legione austriaca invase il territorio austriaco e attaccò la guardia doganale e una stazione di polizia.
I nazisti non erano armati poiché avevano creduto che l'esercito e la polizia austriaci si sarebbero uniti a loro una volta iniziato il colpo di stato, ma la maggior parte delle forze rimase fedele.[3]
Nella mattina del 26 luglio, al valico di frontiera a Kollerschlag, venne arrestato un corriere tedesco che portava istruzioni precise per il putsch. Chiamato "documento di Kollerschlag", esso testimoniava una chiara connessione tra la Baviera e il putsch di luglio.
La morte di Dolfuss fece infuriare Mussolini, la cui moglie Rachele stava intrattenendo il resto della famiglia di Dolfuss, e portò alla sua decisione di spostare truppe italiane al confine austriaco e comunicare ad Hitler che non doveva invadere l'Austria. Questo fece sì che Hitler dichiarasse di non sostenere il colpo di stato, cosa che finì con il provocarne il fallimento. Il colpo di stato venne infatti impedito dalle unità di polizia, militari e paramilitari fedeli al governo. Ci sono diversi dati riguardanti il numero di vittime. Gerhard Jagschitz riprese il lavoro di storico militare di Erwin Steinböck. Nel 1965 le sue cifre indicano che il colpo di stato di luglio e le sue conseguenze immediate portarono alla morte di 270 persone: 153 sostenitori nazisti (di cui 13 giustiziati e sette suicidati), 104 morti dalla parte del governo, insieme a 13 civili.[2]Gli studi estensivi di Kurt Bauer conclusero che ci furono 223 morti: 111 sostenitori nazisti, 101 dalla parte del governo ed 11 civili.[1] Il numero di feriti è stimato intorno alle 500-600 persone.
Il 26 luglio 1934 i tribunali militari si riunirono per perseguire i ribelli: 13 vennero giustiziati, 4.000 sostenitori nazisti vennero arrestati, molti fuggirono in Jugoslavia o in Germania. Kurt Alois von Schuschnigg divenne il nuovo cancelliere e Ernst Rüdiger Starhemberg rimase come vice-cancelliere.
Questo evento viene richiamato, anche se in maniera abbastanza riassunta, nel film del 1940 Il grande dittatore di Charlie Chaplin.
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