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presidium del Soviet Supremo dell'URSS Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Presidium del Soviet Supremo dell'URSS (in russo Президиум Верховного Совета СССР?, Prezidium Verchovnogo Soveta SSSR) è stato l'organo che in Unione Sovietica esercitava collegialmente la funzione di capo di Stato e che veniva eletto dal Soviet Supremo in sessione congiunta delle sue due camere. Esercitava le funzioni parlamentari tra una sessione e l'altra del Soviet Supremo, che normalmente si riuniva solo due volte all'anno,[1] controllava gli organi eletti dallo stesso (governo, giudici ecc.) ed emanava decreti aventi forza di legge da sottoporre alla sua successiva ratifica. Secondo la Costituzione del 1936, il Presidium del Soviet Supremo era composto dal Presidente, da undici vicepresidenti (aumentati a quindici dalla Costituzione del 1977), un segretario e 24 membri (ridotti a 21 nel 1977).[2][3] La sua sede si trovava nel Cremlino di Mosca.
Presidium del Soviet Supremo dell'URSS | |
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Ex sede del Presidium del Soviet Supremo | |
Stato | Unione Sovietica |
Tipo | Organo superiore del potere statale |
Istituito | 1937 |
Predecessore | Comitato esecutivo centrale |
Soppresso | 25 maggio 1989 |
Successore | Presidente del Soviet Supremo |
Eletto da | Soviet Supremo dell'URSS |
Durata mandato | 4 anni |
Sede | 14º Edificio del Cremlino, Mosca |
Il ruolo di Presidente del Presidium del Soviet Supremo fu abolito nel 1989 e in seguito l'assemblea fu presieduta dal Presidente del Soviet Supremo.[4]
Il mandato dei deputati eletti al Presidium aveva una durata di quattro anni, la stessa di ogni legislatura del Soviet Supremo. Il Presidium era composto dal Presidente, un deputato per ciascuna delle quindici repubbliche, un segretario e venti membri ordinari. Tutte le sue attività erano soggette a revisione da parte del Soviet Supremo, al quale era chiamato a riferire. Ogni repubblica socialista sovietica o repubblica autonoma aveva il proprio Presidium del Soviet Supremo, le cui funzioni erano determinate dalle costituzioni locali.
Secondo la Costituzione dell'Unione Sovietica, i principali poteri del Presidium del Soviet Supremo erano i seguenti:
Il Presidium si occupava anche delle questioni relative all'acquisizione della cittadinanza sovietica, al suo ritiro o alle rinunce volontarie dalla cittadinanza.
Il ruolo di Presidente del Presidium del Soviet Supremo fu abolito nel 1989 e in seguito l'assemblea fu presieduta dal Presidente del Soviet Supremo.[4]
Nel 1990 fu introdotta nell'ordinamento sovietico la figura di Presidente dell'Unione Sovietica;[5] l'unico a ricoprire questa carica è stato Michail Gorbačëv, che ha occupato la carica dal 15 marzo 1990 al 25 dicembre 1991, con lo scioglimento dell'Unione Sovietica.
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