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pietre commemorative dell'artista Gunter Demnig per ricordare le vittime del nazismo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le pietre d'inciampo[1] (in tedesco Stolpersteine) sono un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig[2] per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L'iniziativa, attuata in diversi paesi europei, consiste nell'incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore.
Stolperstein | |
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Una Stolperstein collocata a Berlino | |
Autore | Gunter Demnig |
Data | Dal 1992 |
Materiale | Arte urbana |
Dimensioni | 10×10×10 cm |
Ubicazione | Germania, Austria, Paesi Bassi, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Belgio, Ucraina, Italia, Norvegia, Slovacchia, Slovenia, Francia, Croazia, Lussemburgo, Russia, Svizzera, Romania, Grecia, Spagna, Lituania, Lettonia, Finlandia, Moldavia, Svezia e Danimarca. |
L'iniziativa è partita a Colonia nel 1992 e ha portato, a inizio 2019, all'installazione di oltre 71 000 "pietre". La cinquantamillesima pietra è stata posata a Torino.[3] I blocchetti si possono trovare in quasi tutti i paesi che furono occupati durante la seconda guerra mondiale dal regime nazista tedesco, oltre a ciò anche nella Svizzera, in Spagna e Finlandia. Finora solo l'Estonia, Bielorussia e alcuni paesi balcanici non hanno aderito al progetto.[4]
La memoria consiste in una piccola targa d'ottone della dimensione di un sampietrino (10 × 10 cm), posta davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima del nazismo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera, sulla quale sono incisi il nome della persona, l'anno di nascita, la data, l'eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Questo tipo di informazioni intendono ridare individualità a chi si vedeva ridurre soltanto a numero. L'espressione "inciampo" deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell'opera.
L'espressione "pietra di inciampo" è mutuata dalla Bibbia e dall'Epistola ai Romani di Paolo di Tarso (9,33[5]): "Ecco, io metto in Sion un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in lui non sarà deluso".
Le pietre d'inciampo vengono posate in memoria delle vittime del nazismo, indipendentemente da etnia e religione. La prima, ad esempio, fu posata a Colonia in ricordo di mille tra Sinti e Rom deportati nel maggio del 1940[6].
La maggior parte delle pietre d'inciampo fuori dalla Germania sono state documentate da due fotografi austriaci, Christian Michelides e Francisco Peralta Torrejón.
La maggior parte delle pietre d'inciampo sono collocate in Germania. Come in altri paesi, anche in Germania la pianificazione, l'approvazione e le collocazioni delle pietre d'inciampo sono effettuati da iniziative locali. Le città più attive sono:
Seguono Francoforte sul Meno (con circa 1 400 pietre) e altre sei città, tutte con oltre cinquecento pietre: Stoccarda, Brema, Wiesbaden, Würzburg, Lipsia e Magdeburgo. Il progetto Demnig è rappresentato a livello nazionale in tutta la Germania. Ci sono solo problemi a Monaco, la capitale bavarese, dove il consiglio comunale ha vietato la posa su suolo pubblico rispettando la critica della comunità ebraica locale.[7] Ma anche a Monaco sono già state collocate novanta pietre d'inciampo, tutti su terreni privati. Altre 240 pietre sono in attesa in un magazzino per la loro collocazione.
Al secondo posto ci sono i Paesi Bassi con oltre 6 500 pietre. Il 29 novembre 2007, nel centro storico della piccola città di Borne, la prima installazione ha avuto luogo in questo paese. Da allora, Gunter Demnig lavora regolarmente nei Paesi Bassi. I centri della distribuzione sono Amsterdam, Rotterdam e Hilversum, tutti con circa quattrocento, seguiti da Oss, Gouda, Eindhoven, Zwolle, Hengelo, Emmen, Maastricht, Assen e L'Aia, ciascuno con un numero tra cento e trecento.(Dati del febbraio 2019)
Al terzo posto, tre paesi si alternano ogni anno, ogni paese con circa un migliaio di pietre d'inciampo:
In Germania, soprattutto, all'esordio dell'iniziativa è sorto un dibattito sul fatto che le "pietre" venivano poste davanti al portone di ingresso e il proprietario dell'immobile poteva non sempre gradire l'idea di essere costretto a ricordare ogni giorno le atrocità naziste. A Colonia, per esempio, una "pietra" fu posta lontana dal portone principale, quasi al bordo del marciapiede, vicino alla strada. A Krefeld la controversia riguardò il fatto che le pietre di Demnig ricordavano troppo il periodo in cui i nazisti usavano le lapidi delle tombe ebree come pavimentazione per i marciapiedi[9]. Fu raggiunto l'accordo che la scelta del luogo dove porre una pietra d'inciampo sarebbe stata subordinata all'approvazione del proprietario della casa e, qualora ci fossero, anche dei parenti delle vittime da ricordare[10].
In alcuni casi, le pietre sono state divelte: a Roma, ad esempio, un caso del genere ha riguardato, il 12 gennaio 2012, alcune pietre d'inciampo posate al numero 67 di via Santa Maria di Monticelli[11]. Pochi giorni dopo si scoprì che l'atto era stato compiuto da un condomino del palazzo di fronte al quale erano state posizionate in quanto "infastidito" dalla loro presenza[12]. Sempre a Roma, il 10 dicembre 2018 sono state rubate venti pietre d'inciampo posate in via Madonna dei Monti.[13]
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