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frazione del comune croato di Grisignana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Piemonte d'Istria (in croato Završje, a volte indicato semplicemente come Piemonte) è una località della Croazia, frazione del comune istriano di Grisignana.
Piemonte d'Istria insediamento | |
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(HR) Završje (IT) Piemonte d'Istria | |
Vista su Piemonte d'Istria | |
Localizzazione | |
Stato | Croazia |
Regione | Istriana |
Comune | Grisignana |
Territorio | |
Coordinate | 45°22′23″N 13°46′23″E |
Altitudine | 240 m s.l.m. |
Superficie | 5,3 km² |
Abitanti | 59[1] (2001) |
Densità | 11,13 ab./km² |
Insediamenti confinanti | A nord con Sterna e con Cuberton, a est con Portole, a sud con Visinada, a ovest con Castagna e con Grisignana |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano (più del 50%), croato[2] |
Cod. postale | 52460 |
Prefisso | +385 052 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | PU |
Cl. sismica | 1.3 |
Nome abitanti | piemontesi d'Istria |
Patrono | san Francesco da Paola e san Biagio di Sebaste |
Giorno festivo | 3 febbraio e 2 aprile |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Il nome "Piemonte" significa "ai piedi del monte", dato che il paesino è posto su una collinetta ai piedi di due monti (del monte Ghersici e del monte Santa Croce, sul quale un tempo sorgeva un castelliere).
Nato come un antico castello posto sulle colline affacciate sul fiume Quieto, appartenuto a lungo alla famiglia veneta dei Contarini, la città era protetta da una doppia cinta muraria sulla quale si aprivano due porte, delle quali rimane soltanto una, recentemente (2008) oggetto di restauro.
Fino al 1945 Piemonte d'Istria fu un attivo centro agricolo. Alla fine della seconda guerra mondiale, con la cessione dell'Istria alla Jugoslavia, a causa del clima di violenza etnica e politica sostenuta anche dal nuovo governo comunista di Tito, gran parte della popolazione di Piemonte d'Istria esodò in Italia, specialmente a Trieste, formando la Comunità di Piemonte d'Istria in esilio. L'esodo provocò l'abbandono dell'abitato, che nel 2000 contava soltanto una trentina di abitanti, contro gli oltre mille censiti prima della seconda guerra mondiale.
Gli eventi seguiti alla fine della guerra portarono anche a numerosi processi sommari e condanne di cittadini accusati di aver cercato o favorito la fuga in Italia. Il caso più eclatante fu l'eccidio che avvenne la notte del 20 febbraio 1949, ben quattro anni dopo la fine delle ostilità. Le vittime erano tutti giovani di età compresa tra i venti e i trent'anni e provenivano dieci su dodici da Cerreto, piccolo paesino all'interno dell'Istria, nei dintorni di Pisino. Probabilmente vennero traditi da una delle guide alle quali si rivolsero per la fuga in Italia. I militari dell'UDBA li aspettarono al varco e, dopo aver lanciato una serie di razzi luminosi per schiarire il buio della notte, furono tutti quanti mitragliati. Le salme furono poi gettate in una fossa comune del cimitero di S. Andrea di Piemonte. Solo da pochi anni una lapide ricorda i nomi dei giovani assassinati.[cosa c'entra con il paese?][3]
L'abitato, quasi del tutto abbandonato e con la quasi totalità degli edifici crollati, è al centro di alcuni programmi di recupero finanziati anche dall'Italia (precisamente da Marche, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna).
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