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figura della mitologia greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Fobos,[1][2] o Fobo[3] (in greco antico: Φόβος?, Phobos), era una figura della mitologia greca.
Fobos | |
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Mosaico proveniente da Alicarnasso raffigurante Fobos | |
Nome orig. | (GRC) Φόβος |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Maschio |
Professione | Personificazione della paura |
Figlio di Ares, dio della guerra, e di Afrodite, dea della bellezza, era la personificazione della paura (dal greco antico φοβία?, fobia) e fratello di Deimos, il terrore causato dalla guerra.[1][3] Era anche fratello di Eros[4], Anteros, Imeros e Armonia.
Il suo tempio maggiore si trovava a Sparta: i Lacedemoni pregavano nel luogo religioso prima di scendere in battaglia.[5]
Secondo Plutarco, in tale santuario trovò rifugio l'efore Agileo, quando nel 227 a.C. sfuggì dai sicari di re Cleomene III.[6]
Plutarco riferisce anche, nella Vita di Alessandro, che Alessandro Magno, alla vigilia della battaglia di Gaugamela contro il re persiano Dario, fece sacrifici a questo dio.
Sugli scudi dei guerrieri erano talvolta raffigurate le "immagini" di Fobos e quelle della Gorgone.[5]
Quando, nel 1877, Asaph Hall scoprì le lune di Marte, le chiamò Fobos e Deimos.
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