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scrittore e storico dell'arte russo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pavel Pavlovič Muratov (in russo Па́вел Па́влович Мура́тов?; Bobrov, 3 marzo 1881 – Cappagh, 5 febbraio 1950[1][2]) è stato uno scrittore e storico dell'arte russo.
Pavel Pavlovič Muratov nacque a Bobrov nell'oblast' di Voronež, il 3 marzo 1881, figlio di Pavel Vladimirovič Muratov, medico militare.[1]
Nel 1906, a Mosca, Pavel Pavlovič Muratov sposò Evgenija Vladimirovna Paganuzzi (1884/1885-1982)[2] e nel 1911 in seconde nozze Ekaterina Sergeevna Urenius (1888-1965),[2] traduttrice dal francese, prima moglie di Boris Grifcov.[1]
Nel 1915 gli nacque il figlio Gavriil.[1]
Muratov si appassionò, assieme al fratello, di politica e di strategia militare e nel 1904, pubblicò articoli di strategia militare, riguardanti la guerra russo-giapponese.[1]
L'attenzione che evidenziò per la politica e per le questioni sociali venne concretizzata con il libro La lotta per il diritto al voto in Inghilterra (1906), dedicato alla struttura politica in Inghilterra.[1]
Nello stesso anno Muratov si dedicò alla critica dell'arte, su numerose riviste: Zolotoe runo (Il vello d'oro), Vesy (La Bilancia) Apollon (Apollo), Starye gody (Gli anni passati) e altre.[1][2]
Nel 1908 viaggiò in Italia e una volta tornato in patria scrisse Immagini d'Italia, in tre volumi (1911, 1912, 1923),[1][3][2] un'opera originale sia nella struttura, basata da descrizioni di luoghi con assieme rievocazioni artistiche storico-critiche, sia nel suo stile, narrativo-coloristico.[4]
Negli anni dieci Muratov si impegnò anche nelle traduzioni di autori italiani del Rinascimento, stampate nel libro Novelle del Rinascimento italiano (1912).[1][2]
Dopo di che Muratov si interessò alla pittura russa antica, recandosi in numerosi monasteri per trovare materiale artistico antico, utilizzabile per il suo volume Storia dell'arte russa, e per la rivista Sofija, fondata da lui nel 1913.[1][4]
Muratov partecipò alla prima guerra mondiale,[2] ma proseguì a scrivere, dapprima un libro riguardante la vita di San Fedor Stratilat, e poi sul giornale Russkie vedomosti (Notizie russe) approfondimenti sulla guerra e diversi racconti.[1][3]
Nel 1918 Muratov tornò a Mosca per dare alle stampe un libro di racconti storici intitolato Geroi i geroini e la traduzione della Rivolta degli Angeli di Anatole France.[1]
Dal 1918 al 1922 Muratov insegnò alla Scuola superiore di belle arti di Mosca, si occupò della conservazione dei beni artistici e delle antichità,[2] e nel 1920 diresse l'Istituto moscovita delle ricerche storico-artistiche e della museologia, oltre che lo Studio Italiano, fondato due anni prima da Odoardo Campa.[1]
Nel 1922 esordì nella drammaturgia con l'opera teatrale Kofejnja, del tutto fuori dalla tradizione teatrale russa,[4] rappresentata lo stesso anno, inoltre pubblicò la raccolta di racconti Magičeskie rasskazy (I racconti magici) e il suo unico romanzo Egerija,[1] ambientato nella Francia del XVIII secolo, che evidenziò la sua ingegnosa versatilità.[4]
Nel 1922 Muratov abbandonò la Russia e si trasferì per qualche anno in Italia, a Roma, prima di spostarsi in Francia nel 1928,[1][3][5][2][6]e infine in Inghilterra.[4]
A Roma nel 1923 collaborò con Ettore Lo Gatto in una serie di conferenze sull'arte russa antica, effettuò studi sulla Scuola napoletana del XVII secolo e del XVIII secolo, si dedicò al commercio di quadri e all'attività di stimatore.[1]
Dopo gli anni di soggiorno parigino,[3] si trasferì in Inghilterra, dove pubblicò in inglese, in collaborazione con lo storico Allen, una storia delle guerre caucasiche del XIX secolo ed un'analisi della guerra tedesco-russa nel corso della seconda guerra mondiale.[4]
Muratov morì il 5 febbraio o il 5 ottobre 1950 in Irlanda, a Cappagh, nella contea di Waterford.[1][5][6][2]
È sepolto nel cimitero vicino alla chiesa cattolica di Ballinameela, nei pressi di Cappagh.[1]
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