Torre di porcellana
Edificio scomparso di Nanchino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La torre di porcellana era un edificio facente parte del complesso del tempio di Bao'en a Nanchino, in Cina[1]. Era una pagoda risalente al XV secolo, costruita al tempo della dinastia Ming, e venne quasi completamente distrutta a metà del XIX secolo durante la rivolta dei Taiping.
La torre venne progettata dall'imperatore Yongle (r. 1402-1424), e doveva simboleggiare le virtù di sua madre[2]. I lavori di costruzione presero il via nel 1413[2], e furono terminati fra il 1424 e il 1429, grazie all'interessamento di Zheng He, che era stato nominato "difensore di Nanchino" in quel periodo[3].
La torre divenne nota in Occidente quando i primi viaggiatori, come Johan Nieuhof, raggiunsero la zona, ed era annoverata fra le meraviglie del mondo fino alla sua demolizione[3].
Nel 1801 i tre piani superiori vennero distrutti da un fulmine, ma furono in breve tempo ripristinati[1]; la quasi totale distruzione della torre avvenne qualche decina di anni dopo, nel 1853, quando gli scontri della rivolta dei Taiping riaggiunsero la città di Nanchino[2][1].
Nel 2010, l'imprenditore cinese Wang Jianlin ha donato un miliardo di renminbi alla città di Nanchino per finanziare la sua ricostruzione, la più grossa donazione privata mai effettuata in Cina[4]. I lavori di costruzione della replica moderna della torre, realizzata in acciaio, sono stati ultimati nel 2015; la nuova torre, con annesso un museo a tema buddhista, è stata costruita sul sito dell'originale[5].
La torre era un edificio di nove piani[6][7], alto 200 piedi (circa 60 metri)[6] o 260 piedi (quasi 80 metri)[2][1][3]. La base, ottagonale[3][6][7], aveva il diametro di 15 metri, e ogni lato era lungo 4,87 metri[7].
Il suo nome era dovuto alle piastrelle di porcellana, decorate con vari disegni, che ricoprivano tutte le sue facce[1][2], brillando sia di giorno, per la luce del sole, che di notte, riflettendo la luce di oltre 140 lampade appese lungo l'esterno dell'edificio[1]. I vari piani erano separati da cornicioni sporgenti anch'essi fatti da piastrelle di ceramica, smaltate di verde[2]. Sulla cima stava una verga di ferro, circondata da nove anelli di ferro e sormontata da una sfera dorata; da lì si dipartivano cinque catene che scendevano oltre i bordi del tetto, e alle quali erano appese altrettante perle, che erano considerate di buon auspicio per la città: una avrebbe dovuto prevenire le alluvioni, una gli incendi, una le tempeste, una le tempeste di sabbia e l'ultima i disordini cittadini[2]. Alle sporgenze dei tetti erano infine appese 152 campanelle[2].
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