Un ostrakon o ostracon (in greco antico: ὄστρακον?, òstrakon, al plurale ὄστρακα, òstraka) è un pezzo di ceramica (o pietra), solitamente rotto da un vaso o altri recipienti di terracotta. La parola deriva dal greco antico ostrakon, che significa "conchiglia", oltre che "coccio" o "vaso di terracotta"[1][2][3]. Particolarmente noti erano gli ostraka usati come scheda elettorale nelle procedure di ostracismo[4][5][6].

Disambiguazione – Se stai cercando il gioco da tavolo della daVinci Games, vedi Ostrakon (gioco).
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Ostrakon di Cimone, politico ateniese.
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Ostrakon figurato con rappresentazione di una ballerina in posizione acrobatica, pittura su pietra calcarea, 1292–1076 a.C., XIX-XX dinastia egizia, da Deir-el-Medina. Museo Egizio di Torino (cat. 7052)

Importanza archeologica e storica

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Ostrakon egizio con il profilo di re Ramses VI. Museo del Louvre, Parigi.

In archeologia gli ostraka possono contenere parole iscritte, graffite, o altre forme di scrittura: per questo, sono considerati importanti testimonianze epigrafiche, in grado di fornire preziosi indizi sul periodo in cui il pezzo era in uso[7].

Di grande importanza sono quelli utilizzati dalla polis di Atene nei procedimenti di bando ed esilio (ostracismi) di personaggi in vista della società e dell'agone politico, che forniscono testimonianza diretta di eventi narrati dalla storiografia greca. Ad esempio, ad Atene sono stati rinvenuti numerosi ostraka con i nomi di Cimone e di Temistocle[8], che secondo il racconto di Plutarco furono effettivamente ostracizzati[9][10]. Molti ostraka sono giunti fino a noi anche dall'Antico Egitto[11].

Note

Voci correlate

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