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film del 2007 diretto da Silvana Maja Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ossidiana è un film del 2007 diretto da Silvana Maja. È tratto dal romanzo omonimo di Silvana Maja del 1999.
Ossidiana | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 2007 |
Durata | 98 min |
Genere | biografico, drammatico |
Regia | Silvana Maja |
Soggetto | Silvana Maja, Rolando Stefanelli |
Casa di produzione | Artimagiche, Thule Film |
Fotografia | Roberta Allegrini |
Montaggio | Giogiò Franchini, Lorenzo Peluso |
Musiche | Davide Mastropaolo, Leandro Sorrentino |
Interpreti e personaggi | |
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Maria Palliggiano, una giovane pittrice napoletana, vive la stagione sperimentale degli anni Sessanta con slancio ed entusiasmo. È una donna che non rinuncia ai suoi ideali di perfezione e di giovinezza, si lancia nei progetti e fa della ricerca e dell'amore le sue ragioni di vita. Nel 1957 sposa Emilio Notte, direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Napoli e importante protagonista dell'avanguardia artistica, da cui ha già avuto un figlio, Riccardo. Maria decide di non abbandonare la pittura e cerca di coniugare il suo ruolo di artista con quello di madre e moglie. Le sue scelte non vengono capite e lei viene duramente giudicata e costretta a subire delle torture psichiatriche. I pregiudizi che si sono formati su di lei spingono la società a cercare di "normalizzarla", rendendola meno pericolosa. Maria, sempre in cerca di emozioni, si innamora di un artista con cui crea azioni e performance di successo. Ma, quando scopre il disinteresse sentimentale dell'uomo, il duro colpo la conduce in uno stato depressivo e, nonostante le cure psichiatriche, i farmaci e l'elettroshock, Maria non sente più motivazioni e si toglie la vita a soli 36 anni.
L'idea del film nasce nel 1997, quando Silvana Maja visita una mostra della Palliggiano organizzata da Jean-Noël Schifano, direttore dell'Istituto di Cultura francese Grenoble di Napoli. Incontra il critico Riccardo Notte, figlio della pittrice, che le consegna i diari di sua madre, da lei ridotti a brandelli poche ore prima di morire, e un elenco delle persone che l'avevano conosciuta.
«Il modo in cui il film sottolinea, usa e ricrea la pittura è inventivo, la Saponangelo notevole, la ricostruzione d'epoca è essenziale ma evocativa. Un film davvero interessante»
«Una delle migliori opere prime del terzo millennio, che fa il paio con quella di Alina Marrazzi..//..Fa rabbrividire che un debutto così prezioso abbia corso il rischio di rimanere insabbiato nelle pratiche ministeriali, di finire in qualche archivio di via della Ferratella»
«Il finale è composto da una sequenza davvero riuscita: bella e drammatica, fatta di inquadrature piene di valore. Ossidiana racconta, tra incubi, creazioni cruente e dolore acceso, un'esistenza interamente (ri)versata nei contenuti cromatici di tele dal selvaggio e disperato colore.»
«Un buon film, a volte un po' più che buono: ha una frenesia dentro che somiglia a quella della protagonista e allo stesso tempo un distacco sereno, pietoso, lucido - un contrasto non convenzionale che mi sembra avvertire in ogni inquadratura e che somiglia proprio ad uno stile..»
«Un nuovo gioiello del cinema napoletano si rivede nell'opera prima di Silvana Maja..//..È sorprendente come l'autrice riesca a superare lo scoglio del biopic, montando con un ritmo, ora allusivo ora serrato, i dodici anni decisivi della vita di Maria Palliggiano, creando un rapporto molto stretto tra il suo dramma e la sua arte, tra il colore del suo sangue e quello del suo pennello.»
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