Ospedale Niguarda Ca' Granda
ospedale di Milano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, fino al 2017 denominato Ospedale Niguarda Ca' Granda e comunemente noto come Ospedale Niguarda, è uno storico istituto ospedaliero di Milano sorto nel 1939. Esso fa parte del Sistema Sanitario Regionale di Regione Lombardia nell'ambito del quale è una Aziende Socio Sanitarie Territoriale (ASST)
Grande Ospedale Metropolitano Niguarda | |
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L'Ospedale Niguarda | |
Stato | Italia |
Località | Milano |
Indirizzo | Piazza Ospedale Maggiore, 3 |
Fondazione | 10 ottobre 1939 |
Posti letto | 1213 |
Dir. generale | Alberto Zoli |
Dir. sanitario | Mario Melazzini |
Dir. amministrativo | Alberto Russo |
Sito web | www.ospedaleniguarda.it |
Mappa di localizzazione | |
Nel 2011 è iniziato un processo di riqualificazione oggi concluso che ha confermato la vocazione al trattamento delle patologie ad elevata complessità e delle emergenze-urgenze.
Il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, fino al 2017 denominato Ospedale Niguarda Ca' Granda e comunemente noto come Ospedale Niguarda, venne inaugurato il 10 ottobre 1939: il nome deriva dal legame amministrativo con l'Ospedale Maggiore Ca' Granda, il più antico ospedale di Milano che da anni era in rinnovamento logistico e organizzativo. L'ospedale Maggiore si era spostato dalla vecchia sede e aveva già inaugurato i primi padiglioni dell'ospedale policlinico universitario; mancava però un nuovo ospedale generalista. Niguarda risponde a questa necessità insieme a quella di dare alla città un ospedale in un'area in espansione e di facile accesso, l'area di Niguarda a nord di Milano.
Negli anni '40 l'ospedale fu un grande punto di riferimento per la fuga di ebrei e prigionieri politici che erano detenuti nel carcere di San Vittore di Milano. Fra i protagonisti dell'impresa c'era Maria Peron, una giovane infermiera che lavorava in sala operatoria. [1]
Nel 1978 l'ospedale acquisisce una sua autonomia. Rimangono nel nome e nelle sculture del portone centrale i segni della sua origine antica.
Il 14 giugno 1993 l'Ospedale viene individuato come ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione. Il 30 giugno 1994 l'Ospedale “Niguarda Ca' Granda” viene riconosciuto Azienda Ospedaliera e poi come ASST.[2]
Il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda è tradizionalmente sostenuto anche da enti del terzo settore.
I dipartimenti sanitari sono:
Niguarda dispone di:
È sede universitaria della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica dell'Università degli Studi di Milano (La Statale) e del corso di Laurea per infermieri.[20]
A Niguarda lavorano circa 4.100 persone, tra cui circa 750 medici e 2.000 infermieri. L'ospedale dispone di 42 sale operatorie e 285 ambulatori.
Niguarda è certificato “Ospedale all'altezza dai bambini” ed è segnalato con 3 “Bollini Rosa” per la qualità ed appropriatezza dell'attività dedicata alle patologie femminili.
Il bando di Concorso Nazionale per il progetto dell'ospedale fu pubblicato il 20 ottobre del 1926. Nessun progetto fu però ritenuto adeguato alle esigenze espresse nel bando. Dopo 5 anni il progetto venne affidato all'ing. Giulio Marcovigi, con la collaborazione dell'architetto Giulio Ulisse Arata e la sovrintendenza sanitaria di Enrico Ronzani. (13 luglio 1932).
Le differenze principali del nuovo progetto rispetto agli altri presentati si riassumevano in maggiore attenzione al contenimento delle infezioni ospedaliere dovute a una minore promiscuità dei malati e a strutture più razionali, unite a un'esigenza di contenimento dei costi di gestione.
L'impianto architettonico, caratterizzato da un'imponente architettura razionalista tipica degli anni '30, oggi tutelata delle belle arti, aveva caratteristiche uniche per il tempo.
Le principali innovazioni:
La struttura rispondeva al nuovo concetto di ospedale che da cronicario per lo più affidato all'assistenza dei religiosi.
All'ingresso, nella chiesa centrale, in aula magna, si trovano opere d'arte di artisti famosi dell'epoca: Aldo Carpi, Alberto Salietti, Anselmo Bucci, Cesarino Monti, Raffaele De Grada, Guido Marussig, Adolfo Wildt, Aurelio Bossi.
Nel blocco sud al terzo piano, nella galleria prospiciente il reparto di Oncologia Falck si trova una grande scultura di Giuseppe Maraniello[21] intitolata "Ri-Flettere" e una fotografia di Bruna Rotunno; nell'aula Anna Palange opere grafiche di Getulio Alviani.
All'ingresso si trovano due sculture principali:
Alla fondazione in memoria di Bianca Maria Visconti, promotrice della costruzione dell'Ospedale, si scelse di inserire nel simbolo dell'ospedale una colomba circondata da raggi solari, come nelle insegne nobiliari dei Visconti.
Il marchio venne quindi arricchito di nuovi simboli: la cosiddetta “raza” (sole radioso), simbolo di fede, e dal cartiglio con la scritta “Ave gratia plena” (l'ospedale è dedicato alla Madonna), e la dicitura “Magnum Mediolani Hospitale” (Grande ospedale di Milano). Questo è l'emblema che ha accompagnato l'ospedale sino alla fine degli anni '70, quando cioè il Niguarda era insieme all'Ospedale Maggiore, all'Ospedale di Sesto San Giovanni e al San Carlo Borromeo un'unica realtà assistenziale.
Con l'autonomia acquisita nel 1978 nacque l'esigenza di creare un nuovo simbolo che fosse identificativo in modo univoco dell'Ospedale Niguarda. Nel 1981 viene scelto un marchio che unisce i due simboli caratteristici dell'architettura dell'ospedale, ossia la torre e l'arco, visibili in tutti gli edifici dell'Azienda.
Negli anni novanta il marchio subisce nuove modifiche. Si abbandona il colore blu distintivo dell'Ospedale Maggiore di Milano e viene aggiunta una seconda torre a rappresentare un fortino. Il simbolo della roccaforte è assimilato ad un H, l'indicatore segnaletico di ospedale. Nella H si può individuare la volta ad H che richiama la configurazione dell'arcata d'ingresso e simboleggia l'accoglienza. Il marchio dell'ospedale è associato a quello di "Sistema Sanitario Regione Lombardia".
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