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scienza degli strumenti musicali e della loro classificazione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'organologia è la scienza che studia gli strumenti musicali, indagandone storia, caratteristiche acustiche e meccaniche, tecniche costruttive e prassi esecutive.
Il termine deriva dal greco ὄργανον (= utensile, strumento, strumento musicale) ed è stato usato per la prima volta da Michael Praetorius nel suo trattato Syntagma musicum, del 1618.
Solo alla fine dell'Ottocento Victor-Charles Mahillon (1880-1922) sviluppò, sulla base degli studi di François-Auguste Gevaert (1828-1908), una classificazione quadripartita, perfezionata poi da Eric Moritz von Hornbostel e Curt Sachs nel 1914. Le cinque classi organologiche, determinate sulla base del materiale responsabile della produzione del suono, sono: 1) cordofoni, 2) aerofoni, 3) membranofoni, 4) idiofoni e 5) elettrofoni.
In particolare Curt Sachs è tuttora riconosciuto come il fondatore dell'organologia moderna: a lui è intitolato il premio annuale della American Musical Instrument Society. La sua vasta opera, condotta con un rigoroso metodo storiografico e basata sulle teorie del diffusionismo, mette a frutto, applicandole allo studio degli strumenti musicali, le conquiste e le vere e proprie strategie di ricerca di discipline diverse, quali la linguistica, l'antropologia, la sociologia, l'etnomusicologia, l'iconografia musicale.
Fuori dall'Europa, la trattatistica musicale si è dedicata all'organologia secoli prima, in particolare in Cina, India e nel Mondo arabo.
Probabilmente già nell'VIII secolo a.C., in Cina, sulla base del materiale ritenuto più importante, viene concepito il sistema dei bayin (八音), “otto timbri”, corrispondenti a metallo, pietra, seta, bambù, zucca, terra, pelle e legno. La classificazione si diffonde in tutta l'Asia orientale.
La stessa classificazione europea in quattro categorie perfezionata da Hornbostel e Sachs, sembra sia stata ispirata da un'opera in sanscrito, Nātyaśāstra, trattato su teatro, poesia e musica del saggio Bhārata, databili in un arco di tempo che va dal 200 a.C. al 200 d.C.
Nella trattatistica araba, lo strumento più descritto è lo ‘ūd. Al-Kindī (801-866) ne fornisce una descrizione dettagliata per materiali, dimensioni e costruzione. Successivamente Al-Fārābī (X secolo) nel suo Kitab al-mūsīqī al-kabīr tratta i cordofoni e gli aerofoni. Ibn Sīnā (Avicenna, XII sec.) divide gli strumenti a fiati in ragione della presenza o assenza dell'ancia.
Le fonti della disciplina sono scritti e testimonianze di costruttori ed esecutori, trattati di acustica e chimica, fonti letterarie che descrivono strumenti e fonti iconografiche. In laboratorio si eseguono ricerche al microscopio elettronico, analisi chimico-fisiche ed indagini fotografiche ai raggi ultravioletti ed infrarossi, nonché processi dendrocronologici sui materiali e le vernici utilizzate.
Un organologo è una persona che si occupa di strumenti musicali dal punto di vista della storia, della tecnologia e della conservazione. Può essere specializzato in un campo specifico, ovvero in una sola tipologia strumentale (esempio: tastiere storiche), anche molto ristretta (esempio: clavicordi), e in questo caso di solito è un costruttore/restauratore, un musicista/esecutore o un collezionista; può avere competenze più generaliste, e in questo caso spesso è uno storico della musica e/o un curatore o un conservatore di collezioni museali; infine può essere un ricercatore scientifico, fornito di competenze molto tecniche, e occuparsi principalmente di problematiche acustiche, o di indagini e analisi scientifiche finalizzate alla conservazione e al restauro.
Dal 1983 ogni anno l'American Musical Instrument Society premia con il "Curt Sachs Award" un organologo che si sia particolarmente distinto per le sue ricerche. Questo l'elenco dei premiati:
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