Nisa (città)
città archeologica del Turkmenistan Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Nisa (Greco antico: Νῖσος, Νίσαιον, Νίσα[1],Turkmeno: Nusaý, Persiano - نسا) era un'antica città partica dell'Asia centrale distante una quindicina di chilometri dal centro di Ashgabat, capitale del Turkmenistan. Fondata nella seconda metà del terzo secolo avanti Cristo, fu la prima capitale della dinastia Arsacide[2] e parte integrante del nucleo territoriale da cui cominciò la loro conquista dell'Impero seleucide e la successiva fondazione dell'impero Partico.
Nisa | |
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Entrata della fortezza | |
Civiltà | Parti |
Localizzazione | |
Stato | Turkmenistan |
Provincia | Ashgabat |
Dimensioni | |
Superficie | 779 050 m² |
Mappa di localizzazione | |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Fortezza parta di Nisa | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (ii) (iii) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2007 |
Scheda UNESCO | (EN) Parthian Fortresses of Nisa (FR) Forteresses parthes de Nisa |
Il sito, studiato in maniera continuativa dal dopoguerra, è divenuto patrimonio dell'umanità nel 2007[3].
La città si trova ai piedi della catena montuosa del Kopet Dag che agisce da riserva d'acqua[4]. Infatti, nonostante il clima arido della regione, grazie a torrenti stagionali, canali artificiali e qanat è stata possibile fin dall'antichità una fiorente agricoltura in tutta la fascia pedemontana che si estende da est a ovest lungo il Kopet Dag[4][Nota 1]. La tradizione vuole che Nisa sia stata fondata da Arsace I (prima del 250 a.C.-211 a.C.), il capostipite degli Arsacidi. Gli scavi non hanno rivelato livelli anteriori a quello arsacide ma la presenza di ceramica più antica non confuta definitivamente l'ipotesi che ci fosse almeno una qualche presenza umana precedente all'arrivo dei Parni[4][Nota 2].
Il sito è composto da due tell distanti l'uno dall'altro due chilometri e separati al giorno d'oggi dal villaggio di Bagyr. Il complesso a nord è chiamato Nisa Nuova mentre quello a sud Nisa Vecchia. La nomenclatura non deve però confondere dato che si ritiene che la città originale fosse Nisa Nuova e che Nisa Vecchia sia stata fatta erigere dal primo re dei re partico Mitridate I (da lui il nome antico del complesso Mithrdātkirt "fortezza di Mitridate" in partico)[5]. Nisa Nuova è stata tralasciata finora dalle ricerche archeologiche sia per il fatto che è stata utilizzata per l'agricoltura (contaminando e distruggendo i livelli stratigrafici) sia perché i pochi rilevamenti fatti hanno evidenziato soprattutto resti medievali[4][6].
Il nome della città di Nisa è rimasto impresso nelle fonti greche e romane nel nome di una famosa razza equina dell'antichità e tarda antichità[1][7].
Il complesso di Nisa Vecchia si erge su una collina spianata e squadrata circondata da mura di mattoni cotti. Si possono distinguere due gruppi di edifici; a nord abbiamo la Casa Quadrata che costruita originariamente per ospitare banchetti ma che con il tempo fu relegata a magazzino; lì è stata ritrovata la maggior parte dei reperti intatti. A sud del tell troviamo invece un gruppo di edifici comprendente l'Edificio a Torre, la Sala Quadrata, la Sala Rotonda e l'Edificio Rosso[8]. Al loro interno si possono ammirare elementi che ci si potrebbe aspettare in una reggia ellenistica ed elementi che invece sono del tutto estranei a questa tradizione[2][5][6][8][9]. Osservando la pianta degli edifici, soprattutto nel complesso sud, si nota che lo stile che gli architetti parti decidono di adottare non rimanda alla Grecia e all'ellenismo anche se, allo stesso tempo, contempla stanze abbellite da capitelli ionici e statue di marmo e d'argilla alla moda greca[6]. Queste scelte dimostrano che ci fosse un interesse da parte della dinastia arsacide per l'occidente[5] e contemporaneamente un substrato artistico-culturale integrante l'ellenismo[9].
L'interesse archeologico per Nisa cominciò ben prima della sua effettiva scoperta. Infatti Isidoro di Carace ( I secolo a.C. – I secolo d.C. ) nel suo Le stazioni della Partia segnala tombe reali a Parthaunisa che lui identifica con Nisaia (Nisa)[10]. Gli studiosi occidentali nel diciannovesimo secolo cercarono di identificare Parthaunisa e le tombe reali a essa connesse ma, mancando di dati concreti, le ipotesi si rivelarono poco solide[6]. I primi rilievi archeologici furono condotti da archeologi russi i quali, alla prima campagna sul sito di Nisa Nuova, trovarono resti medievali che li convinsero che Parthaunisa andasse cercata nel tell di Nisa Vecchia[6]. Gli scavi in questo luogo si rivelarono subito fruttuosi con i ritrovamenti di diverse strutture tra cui una colonna in mattoni cotti e frammenti di statue di argilla. Nel dopoguerra i lavori di scavo continuarono con varie spedizioni[Nota 3] che portarono a scoprire 2751 ostraka con iscrizioni in lingua partica, alcuni straordinari rhyta d'avorio finemente decorati con motivi ellenistici, statue in marmo di probabile provenienza greca e sculture in terracotta tutte di gusto ellenistico[6][Nota 4].
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