Museo diocesano San Giovanni
museo italiano ad Asti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
museo italiano ad Asti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Museo diocesano di Asti, è uno spazio museale, aperto al pubblico nell'anno 2010 con l'intento di conservare il patrimonio artistico della diocesi astigiana. Situato nell'aula dell'ex chiesa di San Giovanni, nel più ampio complesso della Cattedrale di Santa Maria Assunta, il museo è ancora in fase di completamento. Gli spazi espositivi vengono utilizzati periodicamente per mostre temporanee.
Museo Diocesano San Giovanni | |
---|---|
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Asti |
Indirizzo | Via Natta 36 |
Coordinate | 44°54′04.32″N 8°11′51.36″E |
Caratteristiche | |
Tipo | arte sacra, archeologia, architettura |
Istituzione | 9 aprile 2010 |
Apertura | 9 aprile 2010 |
Proprietà | Diocesi di Asti |
Gestione | Diocesi di Asti |
Visitatori | 2 888 (2022) |
Sito web | |
Originariamente, siamo agli inizi degli anni '90, l'idea di un Museo Diocesano in Asti nacque dalla necessità di trovare ricovero ai tesori della Cattedrale, ovvero a tutti i reperti lapidari, i paramenti sacri e gli oggetti liturgici, appartenenti al complesso della Cattedrale di Santa Maria Assunta. Iniziati i lavori, questi ultimi videro un'interruzione a causa della mancanza di fondi. Questa, tuttavia, divenne la base di partenza per la strutturazione dell'attuale progetto, che a partire dal 2001 venne ripensato non solo per recuperare gli spazi dei Chiostri dei Canonici, ma anche per rivalutare l'area compresa tra la Chiesa di San Giovanni e la Cattedrale. Proprio durante gli scavi di questo spazio sono emersi numerosi reperti archeologici e ritrovamenti di strutture medioevali, attualmente protetti dalla copertura degli spazi ipogei. Al momento i lavori sono interrotti, in attesa dei contributi necessari a rendere il Museo Diocesano, con la chiesa e la cripta di San Giovanni un polo museale sempre più "diffuso".
Le opere esposte provengono dalla Cattedrale di Asti, dalla Collegiata di San Secondo e dalle altre chiese della Diocesi che hanno scelto questo spazio espositivo per conservare i loro oggetti liturgici di pregio.
Collocato in origine nel presbiterio del Duomo di Asti, il coro datato 1477, è oggi conservato in una versione rimaneggiata, con 21 seggi completi e 7 dossali scolpiti, rispetto all'originale che possedeva due ordini di sedili composti rispettivamente di 36 e 26 seggi (come da Capitolo del Duomo). Numerosi sono stati gli spostamenti di questo prezioso arredo: dal Duomo di Asti venne trasferito nella Chiesa di San Giovanni, nel 1767. In seguito nel 1939 dopo essere stato esposto a Torino in occasione di una mostra sul gotico piemontese, a partire dagli anni '50 venne conservato nella Pinacoteca civica astigiana, per ritornare definitivamente in San Giovanni. L'opera è attribuita a Baldino da Surso, grazie alla firma dello stesso autore rinvenuta su una fiancata del coro, all'interno di una scritta latina ("1477 giorno 20 del mese di ottobre quest'opera fatta da Baldino Da Surso di Pavia"). Lo scultore di origine pavese realizzò nella sua bottega le figure dei santi presenti sui dossali, intagliandole in uno stile tardo gotico, tipico dei manufatti lignei della seconda metà del '400, epoca di transizione verso il Rinascimento. Alla sinistra del Vescovo sono rappresentati i quattro evangelisti, mentre alla destra i quattro dottori della chiesa: Sant'Agostino, San Girolamo, San Gregorio Magno e Sant'Ambrogio (seggio andato perduto). Alcune figure, tuttavia, mostrano differenze visibili nello stile della realizzazione delle vesti, e vengono pertanto attribuite ad un suo allievo probabilmente di origine nordica (di area svizzero-tedesca). Un solo seggio è diverso dagli altri, quello di San Rocco, venduto nel '700 e recuperato e restaurato soltanto di recente dopo il suo ritrovamento in un mercato d'antiquariato a Torino. Oggi si presenta, a causa di numerose trasformazioni, rimontato su di una struttura in parte non originale.
La cripta paleocristiana dell'VIII secolo è la parte più bassa e antica della chiesa di San Giovanni, collegata all'aula attraverso la navata sud ipogea. Nella cripta, delle quattro colonne presenti, tre sono in porfido rosso egiziano provenienti da una casa romana di Asti. Le colonne, che dividono lo spazio interno in sei campate, presentano due tipi di capitelli, in marmo e in arenaria di diversa provenienza su cui sono rappresentate immagini cristiane, figure antropomorfe e disegni di foglie. Si suppone che nei dintorni delle mura della cripta ci fossero altre due colonne, di cui oggi non si ha traccia.
La statua degli inizi del XIV secolo, acefala, quindi involontariamente decollata[1] è conservata all'interno della cripta ed ha una storia insolita. La scultura si compone di due parti, una più consumata dell'altra. Uno dei frammenti, infatti, era disposto all'aria aperta e si pensava si trattasse di una Maddalena, rappresentata con i capelli fino ai piedi. Quando gli scavi del Museo Diocesano portarono alla luce il secondo frammento si capì che non si trattava della Maddalena ma bensì di un San Giovanni Battista, perché il Vangelo lo descrive vestito da pelli di cammello. Tra le pieghe della cintura fissata con un nodo vistoso, è racchiuso un piccolo agnello, leggibile, sebbene molto abraso. Il lato posteriore della statua non è stato completato molto probabilmente perché in origine venne appoggiata in una nicchia o addossata ad una parete. La statua aveva colori molti sgargianti che vennero applicati subito dopo la lavorazione della pietra, un'arenaria gialla locale. Tuttavia, la policromia a base di terre e leganti naturali, proprio per la sua fragilità è quasi del tutto scomparsa.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.