Mura di Forlì
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Come in numerose altre città italiane, le mura di Forlì furono quasi totalmente rase al suolo all'inizio del '900 per poter liberare nuovi spazi da dedicare all'edilizia e permettere lo sviluppo della città al di fuori dell'antico nucleo cittadino. La demolizione delle mura fu quasi totale, e solo alcuni tratti dell'antica cinta muraria tuttora sopravvivono. Lo spazio liberato ha fornito la superficie per l'edificazione di tratti stradali che oggi costituiscono i viali di circonvallazione.
Mura di Forlì | |
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Resti della cinta muraria | |
Localizzazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Forlì |
Informazioni generali | |
Tipo | Mura con porte e torri |
Inizio costruzione | alto medioevo |
Condizione attuale | Quasi totalmente scomparse |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Italia |
Funzione strategica | Difesa |
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È possibile identificare la presenza di tre diverse cerchie murarie che rappresentano i diversi stadi evolutivi dello sviluppo del nucleo cittadino.
La prima cinta muraria, di origine altomedievale, verosimilmente insisteva sul tracciato delle fortificazioni della città romana. Poiché lo sviluppo della città durante i secoli a cavallo tra antichità e medioevo fu di rilevanza modesta, è ipotizzabile che tale tracciato sia rimasto immutato per lungo tempo. Le tracce di tale cinta muraria sono difficilmente distinguibili, ma è ipotizzabile si estendesse a difesa dell'attuale Borgo Schiavonia, racchiudendo le zone comprese tra le attuali Via Castello e Via Maroncelli, lasciando invece l'Abbazia di San Mercuriale fuori dalla città. Lo sviluppo della città e l'importanza assunta da Forlì a partire dal XII secolo rendono evidente l'esigenza di dotarsi di una nuova cinta difensiva.
Nel corso del 1100 viene deciso perciò l'ampliamento della cinta difensiva, fino a includere l'Abbazia di San Mercuriale. Vengono edificate quattro porte d'accesso che a loro volta identificano quattro quartieri: Santa Croce, San Biagio, San Pietro e San Mercuriale.
Il terzo sistema difensivo si organizza nel XII secolo e sancisce la suddivisione in borghi, dei quali per importanza emergono i quattro tracciati stradali che sono ancora esistenti: Borgo san Giacomo con via dè Cotogni (corrispondenti rispettivamente all'attuale Borgo Cotogni e Corso della Repubblica), Burgus de Calendulis (nell'attuale via Allegretti), Borgo dei merloni e Borgo Ravaldino (attuale Corso Diaz), Borgo Schiavonia (attuale Corso Garibaldi), Borgo San Mercuriale e Borgo san Pietro (attuale corso Mazzini). Fu questa cinta muraria che subì l'abbattimento voluto da Guido da Monforte nel 1283.
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