Mesoplodon
genere di animali della famiglia Ziphidae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Mesoplodon Gervais, 1850 è un genere che comprende quattordici specie di mesoplodonti; è il genere più numeroso dell'ordine dei cetacei. Due specie sono state descritte recentemente, nel 2001 e nel 2014, e i biologi marini sostengono che in futuro se ne scopriranno ancora altre. Sono il gruppo meno conosciuto di grandi mammiferi.
Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco meso - (metà) - hopla (armato) - odon - (denti) e si traduce come 'armato con un dente al centro della mascella'.
Tassonomia
Riepilogo
Prospettiva
Il genere comprende le seguenti specie:[senza fonte]
- Mesoplodon bidens Sowerby, 1804 - balena dal becco di Sowerby
- Mesoplodon bowdoini Andrews, 1908 - balena dal becco di Andrews
- Mesoplodon carlhubbsi Moore, 1963 - balena dal becco di Hubbs
- Mesoplodon densirostris Blainville, 1817 - balena dal becco di Blainville
- Mesoplodon eueu Carrol et al., 2021 - balena dal becco di Ramari[1]
- Mesoplodon europaeus Gervais, 1855 - balena dal becco di Gervais
- Mesoplodon ginkgodens Nishiwaki e Kamiya, 1958 - balena dal becco di Nishiwaki
- Mesoplodon grayi von Haast, 1876 - balena dal becco di Gray
- Mesoplodon hectori Gray, 1871 - balena dal becco di Hector
- Mesoplodon hotaula Deraniyagala, 1963[2] - balena dal becco di Deraniyagala
- Mesoplodon layardii (Gray, 1865) - balena dal becco di Layard
- Mesoplodon mirus True, 1913 - balena dal becco di True
- Mesoplodon perrini Dalebout et al., 2002 - balena dal becco di Perrin
- Mesoplodon peruvianus Reyes, Mead e Van Waerebeek, 1991 - balena dal becco pigmea
- Mesoplodon stejnegeri True, 1885 - balena dal becco di Stejneger
- Mesoplodon traversii (Gray, 1874) - balena dai denti a spatola
La balena dal becco di Longman (nota anche come balena dal becco indo-pacifica) viene classificata a volte nel genere Mesoplodon. Comunque, la maggior parte degli autori segue la teoria di Joseph Curtis Moore, che negli anni '60 la classificò in un genere monospecifico - Indopacetus.
Descrizione
Le balene dal becco generalmente hanno dimensioni medio-grandi per essere balene con i denti, 3-6 metri di lunghezza, ma sono più piccole rispetto alle balene dal naso a bottiglia e alle balene dal becco giganti. In tutte le specie le femmine sono delle stesse dimensioni o più grandi dei maschi, ma i maschi hanno generalmente una colorazione più intensa e una dentatura particolare. In alcune specie la mascella inferiore forma spesso un grosso arco che a volte si estende sopra il rostro, dandole un aspetto paragonabile ad uno scivolo da divertimento. Ogni specie ha grandi denti (talvolta simili a zanne) di dimensioni, forma e posizione variabili. La balena dal becco di Gray fa eccezione, con i suoi numerosi piccoli denti, forse funzionali, sulla mascella inferiore. I maschi della maggior parte delle specie sono ricoperti da cicatrici provocate dai denti degli altri maschi. Spesso entrambi i sessi presentano i segni dei morsi degli squali cookie-cutter. La pinna dorsale è piuttosto piccola ed è situata tra i due-terzi e i tre quarti della linea del dorso dell'animale. Non esistono informazioni sulla longevità e sull'allattamento, e neanche sulla gestazione.
Biologia
Riepilogo
Prospettiva
La maggior parte delle specie vengono osservate molto raramente e conosciamo poco sul loro comportamento. Vivono generalmente in gruppi, forse diversi a seconda del sesso. Alcune specie sono così rare che non sono ancora state osservate vive. In superficie sono generalmente nuotatrici molto lente e non emettono soffi evidenti. Non sono mai state viste nemmeno sbattere la coda sulla superficie. Si immergono tutte molto in profondità e generalmente si nutrono solamente di calamari.
Particolare rilevanza scientifica (per le considerazioni comportamentali, ecologiche e migratorie che ne possono derivare) assume l'avvistamento - al largo delle coste della Sardegna nord-orientale - di un esemplare di mesoplodonte, verificatosi nel mese di giugno 2012. Autori della scoperta sono due studenti di Scienze Naturali dell'Università degli Studi di Sassari (Mattia Leone e Gabriele Costa), nell'ambito del progetto di ricerca "Cetacei pelagici dei mari della Sardegna: una biorisorsa prioritaria" coordinato dalla dott.ssa Renata Manconi del Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio (DIPNET) della stessa Università e oggetto della tesi di dottorato del dott. Luca Bittau (Scuola di Dottorato in Scienze della Natura e delle sue Risorse).[3] Tale scoperta rappresenta il primo caso di avvistamento di un individuo vivo nella storia del Mediterraneo.
Conservazione
I mesoplodonti sono completamente sconosciuti e quindi non sappiamo se le loro popolazioni siano a rischio. Sono stati cacciati occasionalmente dai giapponesi, ma mai direttamente. Sono rimasti anche intrappolati accidentalmente nelle reti da pesca. Non sappiamo quanto questi fattori possano influire sulla loro popolazione.
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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